SE FOSSI CANDIDATO SINDACO DI AMALFI…..

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    Ho ripescato e riletto un  articolo che scrissi  quattro anni fa, esattamente il 26 novembre del 2010. Ad Amalfi si viveva, anche allora, la calda tensione di una campagna elettorale con l’incertezza del candidato sindaco dell’area che faceva riferimento allo schieramento del centrosinistra. Tra i tanti circolava anche il mio nome, che aveva superato il sondaggio, anche allora di Positanonews, nelle primissime posizioni. Diedi anche allora il mio contributo di idee. Ma feci un passo indietro sulla candidatura e tifai con entusiasmo e lealtà,ma non fui ricambiato con la stessa moneta, per Alfonso Del Pizzo, che stimavo e, nonostante tutto, stimo ancora come  professionista e che, confermando le previsioni della vigilia, vinse le elezioni con un consenso quasi plebiscitario. Ha deluso  buona parte del suo elettorato e dei suoi estimatori, me compreso,  per avere gran parte della responsabilità dell’attuale degrado in cui versa la città,  soprattutto per mancanza di coraggio nelle decisioni necessarie ed irrinunciabili e per eccesso di equilibrismo tra le fazioni della sua composita maggioranza litigiosa fin da subito con conseguenze vistose fino  all’implosione finale con crisi e commissariamento prefettizio. Io ripropongo quell’’articolo, aggiornandolo e riattualizzandolo solo in pochissimi tratti, quasi  a voler rimuovere gli ultimi 4 anni totalmente negativi, secondo me, per Amalfi. Lo faccio alla vigilia del lungo periodo di festività, quando gli Amalfitani avranno tempo ed opportunità di riflettere sul proprio passato ed incominciare a decidere sul proprio futuro durante quella che si presenta come la campagna elettorale più incerta e tormentata della storia più recente della città. Io ho l’ambizione, con umiltà, di dare un contributo a questa riflessione, con l’impegno di riprendere il dialogo con l’anno nuovo. Affettuosi AUGURI di un Buon Natale e di un Felice 2015 ad ognuno e alla città nel suo insieme.

    Così scrivevo allora, 26 novembre 2010 e così riscrivo oggi, metà dicembre 2014.

    “Quando vado ad Amalfi, e mi capita di frequente nel corso dell'anno, una delle mie passeggiate preferite, soprattutto nelle sere della bella stagione, è lungo il pennello. La mia prolungata sosta di incantamento è all'ammirazione/estasi di quel triangolo da eden ritrovato che ha i suoi angoli in Capo Luna, Capo Vettica e Tovere; una concentrazione unica ed irripetibile altrove di paesaggio in cui si rifllette e rifrange l'argento della luna nuova. Lontano dal chiacchiericcio da "struscio" sullo stradone e dei lenti conversari ai tavoli di Piazza Duomo, mi godo il silenzio e mi predispongo all'ascolto. E sì, perchè anche il silenzio ha una sua voce capace di penetrarmi l'anima.

    Ha voce il mare, che ricama garofani di schiuma effimera ai frangiflutti e canta nenie di storia antica e nobile della Repubblica con il lieve sciabordio di risacca. Ha voce la brezza che scende flebile dalla gola di Valle dei Mulini, che carezza il pino di Capo di Croce,  scivola da Pogerola e pettina i limoneti di Lone e Vettica e mi pizzica di aromi le narici in una con lo iodio delle onde. Nella mia casa romana m'è memoria, spesso, di queste emozioni a fecondarmi cuore, anima e pensieri di lancinante nostalgia.

    La mia fantasia galoppa e mi abbandono, qualche volta, ai sogni ad occhi aperti………..

    SE FOSSI CANDIDATO SINDACO DI AMALFI……..

    1 – Mi ricorderei, e lo espliciterei pubblicamente, che nell'antica Roma gli aspiranti alle cariche pubbliche, nel chiedere il consenso nei "comitia" indossavano una veste "candida" (donde il nome) a dimostrazione della loro totale integrità morale. Pertanto farei del principio della legalità e della trasparenza la mia bandiera. E analogo impegno di moralità, pubblica e privata, chiederei a tutti gli esponenti della mia lista.

    2 – La scelta dei candidati consiglieri la delegherei a pubbliche assemblee, a cominciare dalle frazioni (Tovere, Pogerola, Lone, Vettica, ecc.) nella motivata convinzione che TUTTO il territorio comunale deve avere uguali opportunità di partecipare allo sviluppo della città, che ha risorse enormi e potenzialità inespresse anche e, forse, soprattutto nelle frazioni, spesso dimenticate, sottovalutate o, addirittura, ghettizzate.

    3 – Analogo comportamento adotterei con le classi sociali (operatori economici, commercianti, professionisti, aziani, giovani, ecc,) per trasformare il Consiglio Comunale in una cassa di risonanza dei bisogni, delle attese e delle speranze dell'intera collettività nella prismaticità della sua articolazione

    4 – Se eletto, darei pubbliche periodiche informazioni ai cittadini dei progetti adottati, delle difficoltà incontrate e del come, tutti insieme, risolverle, nella consapevolezza che il Comune è la Casa di tutti, una casa di vetro senza segreti per nessuno e che la DEMOCRAZIA si feconda, si sviluppa e si consolida con la PARTECIPAZIONE.

    5 – In un periodo di crisi economica, che investe l'Italia ed il mondo  e con sempre più esigue risorse pubbliche a disposizione, mi attiverei per attirare nella città investimenti privati per mettere in cantiere valide iniziative di infrastrutturazione dei servizi. Amalfi ha un grande valore aggiunto nel nome e, nonostante tutto, resta appetibile per i mercati ricchi del turismo e le svariate attività dell'indotto. Ciò consentirebbe di risolvere in tempi brevi problemi annosi senza le defaticanti questue agli Enti Pubblici con le inevitabili mortificanti appendici di giochi di potere non sempre edificanti e, peggio ancora, quasi mai disinteressati.

    6 – Metterei in atto un processo lento, ma sistematico e, soprattutto, inflessibile  di PEDONALIZZAZIONE  della città, a cominciare dalle sue piazze (Municipio, Duomo, Dogi, Largo Spirito Santo, ecc.) per trasformarle in salotti di serena vivibilità e far ritornare Amalfi un gioiello di grazia, di eleganza e di bellezza.

    7 – Mi batterei con tutti i mezzi, a cominciare dalla persuasione che è la forza della democrazia per una profonda rivoluzione delle coscienze, affinchè stabilimenti balneari, esercizi pubblici, slarghi e vicoli si adeguassero alle norme di un decoroso arredo urbano, in cui scompaia la sciatteria ed il pressapochismo e trionfi il buongusto, la luminosità, i colori in una festa perenne di fiori.

    8 – Consapevole e convinto che il TURISMO è e resta il settore trainante dell'economia, punterei con forza alla qualificazione, destagionalizzazione e diversificazione dell'offerta privilegiando "ARTE e CULTURA e stipulerei accordi con le FONDAZIONI BANCARIE a sostegno di una città dalla Grande Storia per idonei e concreti progetti di MECENATISMO con la compartecipazione attiva ed orgogliosa dell'imprenditoria locale, che non può più esporsi alla "scandalo" di strutture belle ed accoglienti chiuse per cinque mesi all'anno. Uno spreco che grida vendetta alle più elementari norme dello sviluppo e dell'economia! L'obiettivo è e  resta FARE TURISMO TUTTO L'ANNO!!!

    9 -Lavorerei con paziente ma determinato impegno ad una progettualità di respiro comprensoriale, nella convinzione che molti dei problemi vitali per il territorio (traffico e viabilità di terra e di mare, sanità, salute del mare, difesa del territorio, tutela del paesaggio, promozione del turismo, ecc.) si avviano a soluzione con una sinergia feconda tra tutte le comunità della Costiera, in quanto o insieme si cresce o insieme si perisce. E, pertanto, bando all'individualismo asfittico e senza futuro e creazione di un efficiente e condiviso "organismo amministrativo intercomunale" che punti ad una "Città-territorio", di cui Amalfi sia, per storia,tradizione e posizione geografica strategica, naturale punto di riferimento e capitale.

    10- Stimolerei l'orgoglio degli Amalfitani ricordando, con serie motivazioni storiche ed economiche, che la loro è una "CITTA'-MONDO" e che hanno, pertanto, il dovere di difenderla ed esaltarla come tale, presentandola nel massimo del suo splendore ai numerosi ospiti che la visitano e la scelgono come luogo di vacanza per un periodo, breve o lungo conta poco.

    E il mio decalogo si ferma qui, anche se non si esaurisce. Lo sottopongo alla riflessione di quanti aspirano al governo della città. Molti mi esortano a ..smetterla con le parole,che, qualche volta, assumono il tono da predica, e di scendere in prima persona nell'agone politico/amministrativo. Non nascondo che la cosa mi lusinga e mi sollecita, anche perchè sono più che mai convinto che la città si trova ad un bivio del tornante della storia: o una svolta radicale con  respiro d futuro o il galleggiare nel pantano della routine della quotidianità. E il dovere civico imporrebbe una partecipazione attiva, mettendoci nome e  faccia, anche per sconfiggere le "sacche di privilegi" e cancellare le "zone franche", che sono tante. Ma sono ancora molte le perplessità da vincere. A meno che… la "rivoluzione delle coscienze" di ampia portata popolare non si faccia esercito per bloccare i "padrini del voto", ai quali piace conservare una città senza regole, con privilegi e zone franche appunto, in cui gli interessi di pochi si sono consolidati ed ossificati a danno dei molti e, quel che è peggio, contro il futuro della città .Ho i miei dubbi in proposito e, nell'attesa, mi rituffo nelle mie divagazioni di fantasia e inseguo i miei sogni.

    Giuseppe Liuccio

    g.liuccio@alice.it

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