Da Ribery a Reus, quante stelle salutano il Brasile. Dopo Montolivo e Falcao ancora dubbi per Suarez, Vidal e Ronaldo

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    Dopo la maledizione di Bela Guttman, ecco la maledizione di Zlatan Ibrahimovic. Lui, quello di ”Io Ibra”, per rendere l’idea dell’egocentrismo, è come se si fosse messo lì d’impegno dal minuto dopo che Cristiano Ronaldo e il suo Portogallo lo hanno sbattuto fuori dallo spareggio che valeva l’ultimo pass per il Brasile. Venuto meno lui, per ragioni regolamentari, dovevano venire meno anche gli altri. Perché la legge di ”Io Ibra” parla chiaro. «I Mondiali senza di me non ha senso vederli», detto fatto. E a dirla tutta ci si è messo d’impegno. Durante la stagione, quando i suoi ”occhi” si sono abbattuti sulle ginocchia di Teo Walcott, Thiago Alcantara, Giuseppe Rossi e Radamel Falcao e Kevin Strootman, lungo degenti che non sono riusciti a recuperare a tempo di record. Rossi e Falcao hanno anche provato una corsa contro il tempo per centrare un miracoloso recupero, ma al momento della consegna delle liste i rispettivi ct hanno deciso di lasciarli a casa. Ai lungo degenti, poi, si sono aggiunti gli infortunati dell’ultim’ora, quelli che invece di essere arrivati a Roma e non aver visto il Papa, erano praticamente arrivati a Rio ma non riusciranno a vedere il Cristo del Corcovado. Una lista lunga, lunghissima, che va da Montolivo (primo in ordine di tempo tra gli infortunati dell’ultimo minuto), per finire con Reus, che nell’amichevole della Germania contro l’Armenia alla vigilia della partenza per il Brasile ha subito la rottura dei legamenti della caviglia. In mezzo si aggiungono i forfait di altri invitati illustri alla kermesse brasiliana. Deschamps e la Francia hanno dovuto rinunciare a Franck Ribery che non è riuscito a recuperare dalla lombalgia che si porta dietro già dal finale di Bundesliga con il Bayern Monaco. Chiaramente Ribery è l’escluso eccellente dalla lista della Francia, che peraltro ha dovuto salutare all’ultimo anche il centrocampista del Lione Grenier per problemi muscolari. Oltre a Prandelli che ha perso Rossi e Montolivo, c’è anche un altro italiano che ha dovuto fare i conti con la maledizione delle amichevoli pre-Mondiale. Fabio Capello che ha annunciato l’addio al Brasile da parte di Shirokov. Anche per lui problemi al ginocchio che si è bloccato durante il riscaldamento dell’amichevole con il Marocco. Ultima defezione sempre in casa Colombia, perché Pekerman ha perso anche Ramirez. E poi ci sono quelli che in Brasile ci andranno, seppur con più di qualche riserva. Su tutti Luis Suarez che si è sottoposto ad un intervento di pulitura del menisco appena finita la Premier. Il suo rientro in campo è previsto per il 24 giugno, giorno nel quale l’Uruguay affronterà a Natal la Nazionale italiana. Segue a ruota Arturo Vidal che ha subito lo stesso intervento chirurgico di Suarez, ma che ha provato a giocare già in questa settimana. 15’ che avevano fatto ben sperare, prima di un improvviso riacutizzarsi del problema al menisco. A mezzo servizio è partito per il Brasile anche Diego Costa che nelle ultime apparizioni con l’Atletico Madrid è stato più tempo in panca che in campo, ma Del Bosque vuole rischiare il tutto per tutto per averlo a disposizione. Seppur con più di qualche perplessità, Roy Hodgson ha scelto di imbarcare sul volo per il Brasile anche Oxlade-Chamberlain che contro l’Ecuador ha subito un brutto colpo al ginocchio. Difficile che il giovane attaccante dell’Arsenal sarà disponibile prima di 15-20 giorni. Dubbi fittissimi anche sulle condizioni di Cristiano Ronaldo, uno dei più attesi per questo Mondiale. Il detentore del Pallone d’Oro non ha mai ripreso ad allenarsi in maniera intensiva dopo la vittoria della Champions con la maglia del Real Madrid. Problemi di tendinite rotulea al ginocchio sinistro per CR7 che rischia seriamente di saltare il match inaugurale con il suo Portogallo in programma il 16 giugno a Salvador de Bahia, proprio contro quella Germania orfana di Marco Reus. Adesso il quadro è completo, con buona pace di Ibra che saprà chi chiamare per ingannare il tempo mentre in Brasile si gioca quel Mondiale che senza la sua presenza non avrebbe ragione di essere visto. (Bruno Majorano – Il Mattino)

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