NA 28/2/14 Moody’s rilancia l’Italia: quest’anno valutazione positiva

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    Una buona notizia per il nostro Paese. L’agenzia Moody’s ha confermato il rating dell’Italia a Baa2 e ha portato l’outlook da negativo a stabile. La decisione è stata presa il 10 gennaio scorso. Questo è il primo segnale di stabilizzazione del rating italiano dal giugno del 2011, quando fu messa sotto osservazione per un possibile taglio l’allora valutazione Aa2, poi progressivamente recisa a partire dall’ottobre dello stesso anno fino a raggiungere l’attuale livello Baa2 nel luglio 2012, con un peggioramento complessivo di 6 gradini. Per quel che riguarda le altri principali agenzie, S&P ha attualmente un rating BBB sull’Italia, con outlook negativo, mentre Fitch ha BBB+, sempre con outlook negativo. La Spagna ha già visto il proprio outlook migliorato a stabile da parte di tutte tre le principali agenzie di rating tra novembre e dicembre dell’anno scorso.

    LETTA E RENZI – «Le dimissioni odierne di Enrico Letta e la costituzione di un nuovo governo guidato da Matteo Renzi non alterano le nostre aspettative» afferma Moody’s riguardo al miglioramento dell’outlook dell’Italia, che, come detto, è stato portato da negativo a stabile.
    Moody’s infatti precisa che tale decisione è stata presa valutando la «resilienza della solidità finanziaria del governo italiano» e «la riduzione dei rischi per il bilancio italiano derivanti da potenziali passività legate a esigenze di ricapitalizzazione delle banche italiane e prestiti da parte del Fondo europeo di stabilità finanziaria». Le capacità di recupero delle finanze italiane, spiegano da Moody’s, «fanno prevedere lo stabilizzarsi della percentuale del livello del debito pubblico nel 2014 con un picco poco sotto al 135%, con una modesta ripresa economica».

     

    In questi anni si è sempre dibattuto su quanto la politica influenzasse positivamente o negativamente l’economia, giungendo all’amara conclusione che in tempi di crisi purtroppo le due sono inter-dipendenti in tutto e per tutto.

     

    Conclusioni? L’Italia per riacquistare credito a livello europeo deve impossessarsi nuovamente di ciò che non le appartiene da diversi anni, stabilità e unità.

     

    Simone Ambrò

    Giornalista positanonews

     

    Fonte Corriere della sera.it

     

     

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