Un maestro saggio
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Il maestro saggio
“ Il maestro se è davvero saggio,
non vi invita ad entrare nella casa
della sua sapienza,
ma vi guida invece
sulla soglia della vostra mente”
( Gibran)
Quando si parla del coraggio di chi si professa cristiano, lo si dovrebbe riscontrare in primis nella sfida alle istituzioni, sia ecclesiali, politiche che sociali,le quali invece troppo spesso sono solo causa di conflitto e di compromesso piuttosto che di difesa o di esaltazione del bello dell’uomo. Papa Francesco è un maestro saggio, tenta di accompagnarci fino alla soglia delle nostre menti per farci fare quel salto nell’oltre della fede che può cambiare la vita,e lo fa con quella sapienza che gli viene dall’affido continuo alla Parola di Dio che lo guida ininterrottamente sulla difficilissima strada del governo spirituale del mondo. Avere il coraggio dell’ agire controcorrente, pur rimanendo al proprio posto, avere il coraggio di usare i gesti che facciamo per la sopravvivenza di tutto un sistema, affinché il sistema stesso sia obbligato a comportamenti diversi., questa è la reale “con-versione” ,parola dal latino con-vertere, che significa cambiare direzione per …. il Papa sembra proprio essersi avviato su questa via, verso un rinnovamento non solo esteriore della Chiesa , ma che parta dal dentro , dal cuore di ognuno di noi,un cuore che nella celebrazione della messa in occasione della canonizzazione del gesuita Pietro Favre, papa Francesco ha definito,” un cuore che cerca e non un cuore atrofizzato”.Ha poi aggiunto :” Il Vangelo non si annuncia con bastonate inquisitorie. Dobbiamo conformarci al Dio delle sorprese”Chissà quante ce ne riserverà ancora questo piccolo grande uomo di Dio argentino!
Nella Bibbia si parla di una grande statua di Nabucodonosor le cui dimensioni erano imponenti e incutevano a tutti un grande terrore. Ma essa aveva un difetto: i piedi erano di argilla e bastava un poco d’acqua per farla crollare. Occorre capire che nei confronti di un sistema di potere che sembra ineluttabile, noi siamo come i piedi di quella statua: basta che impariamo a dire “ No, non collaboro”, per mettere in crisi il sistema stesso.
Dovremmo cominciare ad opporre ad una società basata sulla politica di potere, una società fatta di spirito di servizio, di amore per l’altro. Più che i segni del potere bisognerebbe far vivere il potere dei segni, come affermava a gran voce il vescovo don Tonino bello del quale voglio riportare un pezzo perchè egli è stato di un uomo di Chiesa “significativo”, ha camminato sulla via della verità di Cristo precedendo di alcuni anni Papa Francesco:” non possiamo amoreggiare col potere. Non possiamo coltivare intese sottobanco, offendendo poi la giustizia, anche se col pretesto di aiutare la gente. Gli allacciamenti adulterini con chi manipola il denaro pubblico ci devono terrorizzare. Dovremmo rimanere amareggiati ogni qualvolta sentiamo che le nostre raccomandazioni contano, che la nostra parola fa vincere un concorso, che le nostre spinte sono privilegiate. Il bagliore dei soldi, anche se promesso per le nostre chiese e non per le nostre tasche, non deve mai renderci complici dei disonesti. Diversamente innescheremmo nella nostra vita una catena di antipasque che arresteranno il flusso di salvezza che parte dalla pasqua di Cristo ….autorità come servizio e non autorità come potere. In questo si esprime l’autorità: lavare i piedi ai fratelli, perché ristorati da un lavacro d’amore, si mettano con gioia alla sequela di Gesù Cristo, e il loro cammino sia più spedito e le cadenze del loro passo assumano il ritmo della speranza “
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Trudy Borriello