Una nuova terra

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    Una nuova terra

     

    Certo vorremo fuggire la carne perché vediamo quanto fango c’è al suo posto. MA proprio questo è il dramma dello Spirito Santo , della Chiesa e il nostro:lo sforzo di trarre lo spirito dal fango. E non è rifuggendo il fango che ci facciamo spirito , non in questo modo, rendiamo la Chiesa spirituale , nuova e libera, ma solo sopportando il fango che è in noi e negli altri, sottoponendolo a una nuova forza vitale , al respiro di Cristo nello Spirito Santo che ancora oggi trasforma il mondo. Lo Spirito Santo fece di alcuni uomini , degli apostoli. Preghiamo il Signore che tocchi il fango che è in noi, con lo Spirito e che la Chiesa si faccia vivente e venga la Pentecoste del nostro tempo”

                                                                                                                                  ( J. Ratzinger)

     

    Queste profonde e toccanti parole  dell’indimenticato papa Benedetto, sono estremamente chiare ed essenziali e in linea con lo stile di questo grande teologo, la cui forte fede si percepisce certamente legata a una continua ricerca della Verità dell’essere ,ma comunque sempre alla luce di una ragione consapevole delle difficoltà dell’uomo a trovarla e  a trovarsi. “Non è rifuggendo la carne che ci facciamo spirito”scrive nel testo e invita a riconoscerci fragili e fatti di fango, ma anche capaci di grandezza incredibile e di novità inaspettate,se ricaricati e inondati dal soffio dello Spirito di Dio. Quel respiro divino che a Pentecoste  scenderà su Maria e sugli apostoli nel Cenacolo sotto forma di lingua di fuoco, mentre un vento e un rombo impetuoso va a scuotere la terra, liberandone energie vitali, e da allora  quegli uomini non saranno più gli stessi. Da impauriti  e incerti sul da farsi, si trasformeranno in persone senza paura ,capaci di parlare con coraggio e di annunciare  la loro fede  in lingue diverse a tutti i popoli del mondo di allora.

    Rosmini divideva i cristiani in uomini di memoria e uomini di fuoco, i primi custodivano solo la tradizione , mentre gli altri rinnovavano la terra purificando col fuoco le parti “vecchie”. Ecco allora apparire terre nuove e cieli nuovi, dove  la “terra” intesa come il “bene escatologico”, preannunciata già nell’Antico Testamento come terra promessa e chiaramente rivelata nel Nuovo, è  profeticamente presentata dall’apostolo Giovanni nell’Apocalisse con la formula “nuova terra” e “nuova Gerusalemme: “Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme,scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21,2).Dunque, la terra riceve già la piena trasfigurazione nel Nuovo Testamento come un bene che coinvolge tutto l’uomo e il cosmo. Pertanto, ogni cristiano sa che con la venuta di Cristo, il mondo nuovo non solo è stato annunziato, ma già è cominciato a realizzarsi e lui deve esserne un collaboratore ed un amministratore prudente e saggio!!!Credo sia necessaria coltivare un’ecologia del cuore oltre che dell’ambiente per  sperare di vedere realizzato tutto ciò in un  futuro,magari non tanto lontano ….

    Anche l’apostolo Pietro, nella sua prima lettera, sollecita i cristiani  ad astenersi dai “desideri della carne”, perché essi sono nel mondo senza appartenervi e sono realmente in cammino e in marcia verso una  “nuova terra.”. Pertanto sono invitati( loro e noi con loro) a considerare  il soggiorno sulla terra come paroikìa (da qui il termine  “parrocchia”), cioè come un passaggio in una terra straniera, come in un pellegrinaggio, siamo fatti per altro!. Perciò sarebbe “cosa buona e giusta”,cercare di  vivere quaggiù all’insegna della provvisorietà, come chi sta sotto una tenda, sempre in procinto di ripartire, senza portare con noi  troppi pesi e averi.  Non dimentichiamo che lo Spirito  Santo nella Pentecoste, ricompone il caos della torre di Babele, quella biblica torre dalle mille e confuse lingue, in un’unica lingua comune dove diventa possibile la reciproca comprensione nella diversità degli idiomi e delle appartenenze. Infatti, “ il vento dello Spirito soffia dove vuole”come scriveva l’apostolo Giovanni, perché entra per le porte chiuse, appunto come fa nel Cenacolo , penetra tra fessure invisibili e riempie di aria fresca i tanti ambienti inquinati del mondo, trasformando le persone e le situazioni in qualcosa di nuovo e inaspettato.

    Disse una volta la scrittrice  francese Marie Noel:” quando Dio ha insufflato l’anima nel mio corpo, ha soffiato troppo forte ed io non mi sono ancora riavuta da quel soffio e vacillo di qua e di là come il lume di una candela”… molto calzante l’immagine di una candela tremula e vacillante  che al primo soffio di vento si spegne , ci possiamo identificare  tutti in questo continuo ondeggiare senza alcun appiglio sicuro nella nostra affannosa e quotidiana corsa dell’esistenza, dove le tempeste e i venti del cuore e della mente servono solo ad allontanarci dalla luce se non addirittura a spegnerla.

    E dopo tanto“ vento” termino con le sagge parole dei padri del deserto che spero possano illuminare e pacificare  un po’ la  nostra strada :

    “ Vuoi terminare qualcosa di bene? Non lasciarti sviare dagli ostacoli del nemico. Perché il nemico sarà distrutto dalla tua pazienza. Così per quelli che partono per mare, spiegate le vele, trovano prima un vento favorevole, quindi un vento contrario viene loro incontro. I marinai non gettano tuttavia il loro carico in mare:essi pazientano un poco, lottando contro la tempesta e riprendono poi la loro navigazione. Anche noi, quando incontriamo lo spirito avverso, alziamo la Croce come una vela e faremo senza pericolo la traversata”

     

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    Trudy Borriello

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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