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Dossier regionale sulle Povertà 2012. Presentazione

Mercoledì 6 febbraio 2013, ore 11

Salone Arcivescovile, Largo Donnaregina 23

Mercoledì 6 febbraio 2013, alle ore 11.00, presso il Salone Arcivescovile dell’Arcidiocesi di

Napoli, sito in Largo Donnaregina n. 23, presentazione del Dossier sulle Povertà 2012 delle Caritas

diocesane della Campania.

Interverranno il Cardinale Crescenzio Sepe e il Vescovo Mons. Antonio Di Donna, Delegato

della Conferenza Episcopale Campana per la Carità.

Interventi introduttivi di don Enzo Cozzolino, direttore Caritas Napoli, e di don Vincenzo

Federico, direttore regionale Caritas.

La ricerca verrà presentata dal dott. Ciro Grassini, sociologo, mentre il dott. Giancamillo

Trani, vice direttore di Caritas Napoli, svilupperà delle riflessioni sulle politiche sociali.

L’incontro verrà moderato da Antonello Perillo, giornalista di Rai Napoli.

Ministero per i Beni e le Attività Culturali SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI, ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI PER LE PROVINCE DI SALERNO E AVELLINO

 

 

 Via Torquato Tasso (Palazzo Ruggi d’Aragona) n. 46 – 84121 SALERNO – Tel. 089 236785 – fax 089 2753328 sbsae-sa@beniculturali.it

“ARTE E FOLLIA, GENIO E CREATIVITA,     FRUIZIONE ARTISTICA COME TERAPIA”

Ultimo appuntamento per la prima edizione della rassegna “…con the al Museo” , organizzata dalla Soprintendenza per i Bsae di Salerno e Avellino, guidata da Maura Picciau, presso il Museo Diocesano “San Matteo” di Salerno. Giovedì 7 febbraio, alle ore 18.00 nella Sala Santa Caterina, il dott. Giulio Corrivetti, psichiatra, si soffermerà sul rapporto tra creazione artistica e follia approfondendo le relazioni tra la follia dell’artista e la sua produzione. Verranno indagati i casi celebri in pittura, scultura, cinema, riflettendo, inoltre, sull’arte come straordinario strumento di cura. L’arte-terapia rientra nelle categorie di cura e riabilitazione delle forme più gravi e disabilitanti della malattia mentale. Sarà posta l’attenzione sul ruolo che creatività, percezione, evocazione e suggestione offrono allo sviluppo dei talenti residui anche in una mente malata e compromessa da limitazioni funzionali ed operazionali connesse alla malattia mentale, nel complesso rapporto tra Arte e Cervello. Con il dott. Corrivetti ci si soffermerà su quel che accade in un cervello posto di fronte ad un quadro o ad una qualunque opera di tale valore, per tentare di comprendere cosa accade nei circuiti neuronali e apprezzare maggiormente il senso del messaggio artistico che coinvolge la soggettività nel vortice dei rimandi dell’opera stessa. Arte e scienza stimolano un dibattito di grande interesse culturale e filosofico che pongono la ricerca scientifica e quella artistica al servizio dell’evoluzione dell’uomo.

Info su www.artisalerno.it e su facebook all’indirizzo Museo Diocesano S. Matteo di Salerno

 

 

 

 

 

 

 

Giovedì 7 febbraio 2013, Teatro Elicantropo di Napoli

Malastrada di Tino Caspanello

Il lavoro, premiato da Legambiente nel 2008, affronta, in maniera poetica, il

tema della costruzione del ponte sullo Stretto e delle sue conseguenze

Svelare la verità che si nasconde dietro alle cose, senza mai nominarle, dimenticando

quasi la loro ragione di esistere e la loro origine. E‘ questo l‘incipit drammaturgico da cui

prende vita Malastrada, il coinvolgente spettacolo di Tino Caspanelloche debutterà

giovedì 7 febbraio 2013 alle ore 21.00, al Teatro Elicantropo di Napoli.

Presentato dalla compagine siciliana Teatro Pubblico Incanto, l‘allestimento si avvale della

presenza in scena, oltre allo stesso Caspanello, di Cinzia Muscolinoe Tino Calabrò.

L‘elaborazione suono è a cura di Giovanni Renzo, le scene di Tino Caspanello.

C‘è un luogo in Sicilia, il suo capo estremo a nord est, che dovrebbe essere lo scenario di

un intervento che ha occupato, e continua ancora a farlo, le menti di politici, ingegneri,

società e tanta gente comune. Si tratta del progetto del ponte sullo stretto di Messina.

Malastradaè una riflessione a priori, attraverso il viaggio di una famiglia, madre, padre e

figlio, in luoghi ormai cancellati, bui, dove scoppia la violenza ed emerge con forza

l‘incapacità di comunicare con i luoghi e le persone.

Con l‘avvicendarsi di governi, economie e sistemi politici, l‘idea del ponte sullo Stretto di

Messina ritorna puntuale a impegnare dibattiti, oppure rimane sopita, nascosta, proprio

come i mitici mostri Scilla e Cariddi. Non si discute qui della sua necessità, dell‘importanza

socio-economica, si parla d‘altro.

Sarebbero distrutte case e strade, rasi al suolo cimiteri e nuclei boschivi. Sparirebbero

mestieri e microeconomie e, dunque, intaccato pericolosamente il tessuto sociale, così

delicato nei suoi equilibri già precari per annose, secolari questioni che ancora oggi fanno

del meridione il —meridione“.

Riusciremo a mantenere intatta la nostra integrità morale di fronte al ricatto che ci

obbligherà a cambiare casa, abitudini e modi di pensare?

Dall’Isola al continente il percorso è ingoiato dalla notte. I tre personaggi, padre, madre e

figlio, lo affrontano come un pellegrinaggio, attraversando luoghi senza memoria e quindi

senza identità. Anime vaganti e incattivite. Corpi come sagome che si stagliano nel buio.

Vittime sacrificali del ricatto che violenta i territori, barattando l’Appartenenza con mostri di

acciaio e cemento.

L‘attraversamento, obiettivo finale del viaggio, incuneandosi come subdola promessa tra i

legami affettivi, scatena il conflitto, il crollo definitivo della comunicazione, e trascina i tre

protagonisti verso una violenza, che, sempre in agguato nel loro non dire, mette a nudo le

miserie del ricatto.

Da giovedì 7 a domenica 10 febbraio 2013  Napoli, Teatro Elicantropo  Teatro Pubblico Incanto

Presenta Malastrada di Tino Caspanello con

Cinzia Muscolino, Tino Calabrò, Tino Caspanello

elaborazione suono Giovanni Renzo

costumi Cinzia Muscolino

assistente alla regia, luci e audio Andrea Trimarchi

scena e regia Tino Caspanello

C‘è un luogo in Sicilia, il suo capo estremo a nord est, che dovrebbe essere lo scenario di

un intervento che ha occupato, e continua ancora a farlo, le menti di politici, di ingegneri,

di società e di tanta gente comune. Si tratta del progetto del ponte sullo stretto di

Messina. Di tanto in tanto, con l‘avvicendarsi di governi, economie e sistemi politici, l‘idea

del ponte ritorna puntuale a impegnare dibattiti uguali in Parlamento come nei bar, oppure

rimane assopita, nascosta nelle profondità marine, proprio come i mitici mostri Scilla e

Cariddi. Non si discute qui della sua necessità, dell‘importanza socio-economica, della sua

urgenza civile, non sono questi argomenti che interessano in questo contesto. Si parla

d‘altro: verrebbero distrutte case e strade, rasi al suolo cimiteri e nuclei boschivi,

sparirebbero mestieri e microeconomie; verrebbe dunque intaccato pericolosamente il

tessuto sociale, così delicato nei suoi equilibri già precari per annose, secolari questioni

che ancora oggi fanno del meridione il —meridione“. Il dubbio che nasce di fronte all‘ipotesi

di questo intervento, troppo grande per potere offrire una misura di sé, è una riflessione

sulla coscienza, non soltanto dei singoli, ma anche, e forse soprattutto, dei nuclei sociali e

familiari: riusciremo a mantenere intatta la nostra integrità morale di fronte al ricatto che

ci obbligherà a cambiare casa, abitudini e modi di pensare?

Malastradaè una riflessione a priori, preventiva, perché, dopo, sarebbe fin troppo facile

parlare del Ponte e di tutto quello che, nel bene e nel male, esso potrebbe causare.

Vorremmo che si evitasse una narrazione postuma di fatti, misfatti, collusioni e intrighi,

così raccontiamo una storia, una storia possibile, verosimile: una famiglia – padre, madre e

figlio – in viaggio verso la —strada“ che collega l‘isola al continente; un pellegrinaggio

attraverso percorsi ormai cancellati, al buio, senza nemmeno una lampadina.

L‘attraversamento, obiettivo finale del viaggio, incuneandosi come subdola promessa tra i

legami affettivi, scatena il conflitto, il crollo definitivo della comunicazione, e trascina i tre

protagonisti verso una violenza, che, sempre in agguato nel loro non dire, mette a nudo le

miserie del ricatto.

Lo spettacolo, commissionato da Riccione Teatro, era stato presentato in lettura a Udine

per Extracandoni; dopo essere stato segnalato al Premio Dante Cappelletti (“Dove

l’ambiguità e l’eloquenza dei maestri della drammaturgia dell’ultimo 900, calano su uno

scenario siciliano, illuminato dal buio e dal non detto.“ La Giuria del Premio

Tuttoteatro.com œ Dante Cappelletti)ha debuttato il 31 luglio 2008, nel festival Teatro

Civile, a Vico sul Gargano (FG), dove ha ricevuto il Premio di Legambiente.

Il testo è pubblicato su Hystrio n. 4 œ 2010.

Teatro Pubblico Incanto

Associazione Culturale Solaris – Compagnia Teatro Pubblico Incanto

Teatro Pubblico Incanto e‘ il nucleo teatrale dell’Associazione Culturale Solaris, fondata da

Tino Caspanello nel 1993 a Pagliara, in provincia di Messina. L’obiettivo puntato sugli

istanti che sfuggono alla percezione, sui microcosmi, sulle capacità liriche del linguaggio,

sulle dinamiche della comunicazione tra gli esseri umani, Teatro Pubblico Incanto, alla

produzione di spettacoli, ha da subito affiancato la formazione, tessendo con le scuole, i

comuni e altri enti rapporti proficui di collaborazione, che hanno permesso di istituire una

importante serie di attività laboratoriali. Teatro Pubblico Incanto ha messo in scena testi di

William Shakespeare, Luigi Pirandello, Rodolfo Wilcock, Italo Calvino, Hermann Melville,

Vincenzo Consolo, Pier Maria Rosso di San Secondo, Edward Albee, Eduardo De Filippo.

Negli ultimi anni l’attivita‘ di produzione si è concentrata sui testi di Tino Caspanello: Mari

(Premio Speciale della Giuria del Premio Riccione Teatro 2003, pubblicato su Hystrio n. 2 œ

2005), Rosa, Nta ll’aria (pubblicato nel volume Senza Corpo, Voci dalla nuova scena

italiana, a cura di Debora Pietrobono, ed Minimum Fax), Malastrada (segnalato al Premio

Tuttoteatro.com œ Dante Cappelletti nel 2007 e pubblicato su Hystrio n. 4 œ 2010),

Interno, Kiss, Sira, Fragile. I testi Mari e Nta ll’aria sono stati tradotti e pubblicati in

Francia da Editions Espaces 34. Recentemente Teatro Pubblico Incanto e‘ stata ospitata

all’Ecole Normale Supérieure di Lione e all’Università di Clermont Ferrand. Organizzatrice,

negli anni passati, di alcune rassegne teatrali, andate in scena al piccolo teatro La lanterna

rossa di Pagliara, l’Associazione ha realizzato nel 2011, sempre a Pagliara, la prima

edizione di Pubblico Incanto Artheatre Festival, due settimane di appuntamenti con il

teatro e l’arte.

Tino Caspanello

Laureato in Scenografia presso l‘Accademia di Belle Arti di Perugia, è drammaturgo,

scenografo, regista e attore del Teatro Pubblico Incanto, compagnia fondata nel 1993 a

Pagliara in provincia di Messina, con la quale ha allestito circa 35 spettacoli.

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Nel 2008 ha ricevuto il premio dell‘Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per la sua

attività di autore e regista.

Ha ricevuto nel 2003 il Premio speciale della Giuria del Premio Riccione Teatro per Mari;

pubblicato su Hystrio n. 2 œ 2005, il testo è stato presentato in una mise en éspace a

Marsiglia, Lione, Tolosa e Strasburgo ed è pubblicato in Francia da Editons Espaces 34; lo

spettacolo Mari è in tournée dal 2003 e, nella sua versione francese, è stato prodotto nel

2011 dal Teatro de l‘Atelier di Parigi.

Il suo testo teatrale Malastrada, pubblicato su Hystrio n. 4 2010, è stato segnalato nel

2007 al Premio Tuttoteatro.com œ Dante Cappelletti e premiato da Legambiente per

l‘impegno civile.

Ha scritto inoltre: Rosa, Nta ll‘aria(pubblicato nel volume SENZA CORPO, Voci dalla nuova

scena italiana, a cura di Debora Pietrobono, Edizioni Minimum Fax; tradotto in francese

presso la Maison Vitez, sarà pubblicato prossimamente da Editions Espaces 34), Fragile,

Terre, Interno, Sira, Ecce homo, Kiss, 1952 a Danilo Dolci, Quadri di una rivoluzione.

Tino Caspanello cura da diversi anni laboratori di teatro e di drammaturgia; tiene il corso

di Scrittura Scenica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell‘Università di

Messina.

Ha diretto alcune stagioni teatrali nel teatro La lanterna rossa di Pagliara e, nel 2011, il

festival Pubblico Incanto Artheatre Festival

 

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