SPRECHI D´ITALIA Alla ricerca delle spese inutili che ci tocca pagare

Più informazioni su

     

    I bilanci di Buckingham Palace sono reperibili nei minimi dettagli su internet all’indirizzo www.royal.gov.uk/output/page3954.asp, con tutte le voci relative ad entrate ed uscite: così si può leggere ad esempio che i dipendenti a tempo indeterminato a carico della Civil List alla fine del 2005 erano 310, cioè 3 in più rispetto all’anno prima, che la regina ha avuto regali ufficiali per 152.000 euro, che nelle cantine reali sono stoccati vini e liquori «in ordine di annata», per un valore stimato in 608.000 euro, che le uniformi del personale sono costate 152.000 euro e «catering e ospitalità» 1.520.000, o prendere nota dei passeggeri su di un preciso volo di Stato di un determinato giorno. E naturalmente non sono celati nomi e stipendi dei massimi dirigenti: gli inglesi possono quindi vedere che la busta paga di Lord Chamberlain (Richard Luce fino all’11 ottobre del 2006, poi William Peel) è stata di 97.000 euro, quella del segretario particolare della regina Robin Janvrin di 253.000, quella del responsabile del Portafoglio privato Alain Reid di 276.000, quella del Maestro di Casa David Walker 191.000 euro. Una trasparenza che in Italia, nonostante i buoni propositi del presidente Napolitano, ci sognamo: l’unica fonte cui il comune cittadino puo’ oggi attingere e’ la comunicazione annuale con cui il Quirinale informa il governo di aver bisogno di «tot soldi» senza spiegare nulla su come vengano spesi, e che nel corso degli anni ha continuato, inesorabilmente a crescere, senza che mai sia stato segnalato un taglio e senza che mai sia stata fornita una risposta alle richieste di aggiornamento dei dati conosciuti e mai smentiti. Chi puo’ dire infatti se ci siano ancora 71 alloggi a disposizione dei massimi dirigenti e dei collaboratori più stretti, o se i cavalli della ex Guardia del re siano ancora 60? Per tornare all’Inghilterra, la regina ha deciso di fornire ai cittadini non solo tutti i particolari del bilancio ma di far certificare questo bilancio dalla Kpmg. E quando ad esempio, qualche anno fa, il governo inglese si accorse che la Civil List aveva calcolato un’inflazione (7,5%) più alta di quella poi effettivamente registrata, col risultato che la famiglia reale aveva ricevuto 45 milioni di euro in più, Tony Blair e il cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown decisero il congelamento dell’appannaggio per andare al recupero dei soldi. Invitata a «dimagrire», Elisabetta II ha preso l’impegno molto sul serio. Taglia di qua e taglia di là, per fare un solo esempio, a Buckingham Palace ci sono oggi 6 centralinisti a tempo pieno, ossia la metà di quelli assunti dalla Asl di Frosinone nella tornata del dicembre del 2002. Col risultato che se nel 1991-1992 la spesa pubblica per la Corona era di 132 milioni di euro, oggi è sotto i 57 milioni. Un rapporto interno del 2000 metteva a confronto la presidenza italiana con alcuni “equivalenti” europei. Ed il Quirinale ne usciva veramente molto male. Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio da noi era infatti composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per «distacco», per un totale di 1.859 addetti. Tra i quali i soliti 274 corazzieri, 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!), 213 poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è davanti alla tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo), 21 vigili urbani e 16 guardie forestali, ancora a Castelporziano. Il solo gabinetto di Gaetano Gifuni era composto da 63 persone. Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri e 46 addetti a varie mansioni. 59 erano gli artigiani impegnati nella manutenzione dei palazzi: tra di loro 6 restauratrici al laboratorio degli arazzi, 30 operai, 6 tappezzieri, 2 orologiai, 3 ebanisti e 2 doratori. Gli operai (falegnami, tappezzieri, orologiai…) impegnati nelle manutenzioni di Buckingham Palace sono in tutto 15, compreso il supervisore. La presidenza tedesca, dai compiti istituzionali simili alla nostra, aveva dimensioni molto più contenute: 50 addetti alle tre direzioni organizzative, 100 ai servizi logistici e di supporto e 10 agli uffici degli ex presidenti. Totale: 160. Cioè 29 in meno dei soli addetti alla sicurezza di Castelporziano. Il peso sulle casse pubbliche era di 18 milioni e mezzo di euro: un ottavo della nostra. Quanto all’Eliseo, il confronto era altrettanto imbarazzante: nonostante il presidente francese abbia poteri infinitamente superiori a quello italiano, aveva allora (compresi 388 militari) 923 dipendenti. La metà del Quirinale. E infatti costava pure quasi la metà: 86 milioni e mezzo di euro in valuta attuale, contro 152 e mezzo. Eppure, dopo quella denuncia interna sull’elefantiasi della struttura, in Italia i costi sono ancora cresciuti. L’unica voce rimasta costante, negli ultimi dieci anni, e’ il compenso annuo del presidente della Repubblica, almeno in termini nominali, visto che si è ridotto di quasi la metà in termini effettivi da quando, nel 1996 (per decisione di Scalfaro) a tassazione, ma per il resto non solo sono aumentati perfino i corazzieri ma il personale di ruolo è salito a 1.072 persone. E ancora più marcato è stato l’aumento sul versante del «personale militare e delle forze di polizia distaccato per esigenze di sicurezza del presidente e dei compendi»: poliziotti, carabinieri e uomini di scorta vari sono 1.086. Cioè 382 in più rispetto a dieci anni fa. Con un balzo del 54%. Fatte le somme: nelle tre sedi rimaste in dotazione alla presidenza dopo la cessione alla Regione Toscana della tenuta di San Rossore, e cioè il Colle, Castelporziano e Villa Rosebery a Napoli, lavorano oggi 2.158 persone. Il doppio, come abbiamo visto, di quelle impiegate dalla corte inglese o dall’Eliseo. Col risultato che il solo personale costa oltre 160 milioni di euro. Pari, grossolanamente, a una busta paga pro capite di oltre 74.000 euro. Il doppio dello stipendio di uno statale medio. E il doppio di un dipendente della regina. I numeri piu’ ustionanti, tuttavia, sono quelli assoluti. La «macchina» del Quirinale costava nel 1997 “solo” 117 milioni di euro. Dieci anni dopo ne costa 224 (piu’ altri 11 milioni che arrivano al Colle da «entrate proprie quali gli interessi attivi sui depositi e le ritenute previdenziali»). Un’impennata del 91%, del 61% al netto dell’inflazione. Per non dire del paragone con vent’anni fa. Sapete quanto costava la presidenza della Repubblica nel 1986? In valuta attuale meno di 73 milioni e mezzo di euro. Il che significa che in vent’anni la spesa reale, depurata dall’inflazione, è triplicata. Mentre lassu’ in Gran Bretagna veniva piu’ che dimezzata. Col risultato che oggi Buckingham Palace costa un quarto del Quirinale.

    Più informazioni su

      Commenti

      Translate »