La salute delle donne è ancora un diritto?

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    A Santa Maria della Nova per difendere il diritto alla salute e alla prevenzione. Agguerrite, battagliere e motivate: queste le donne che hanno preso parte all’incontro-dibattito “La salute delle donne è ancora un diritto?”, svoltosi questo mese.

     

    Perno centrale della discussione il ruolo ormai marginale svolto dai consultori in Campania, relegati a parti di secondo o terzo piano in uno scenario che non premia certo la prevenzione e la buona sanità. Complici i tagli alle spese, il commissariamento e la scarsa pubblicità effettuata per questo servizio di grande importanza sociale.

     

     

     

    L’assessore napoletano Giuseppina Tommasiello, tra le promotrici dell’evento, interviene facendo il punto della situazione sullo stato dell’arte: “La salute è davvero ancora un diritto? La Campania è la regione col più alto numero di tagli cesari. La sanità ha subito tagli importanti e stenta a riprendersi. I consultori andrebbero potenziati ed invece rischiano la chiusura, non potendo quindi più erogare prevenzione, educazione alla contraccezione e servizi. Sono effettivamente dei presidi di prossimità, trait d’union fondamentale tra le istituzioni e la società. Svolgono ascolto prestando orecchio soprattutto alle classi piè emarginate e disagiate, proprio quelle che meriterebbero migliore assistenza.”

     

     

     

    La dott.ssa Desireè D’Accico, Responsabile regionale per i diritti civili: “Nel lontano 1975 nacquero i consultori familiari, con le stesse funzioni di ora. All’inizio erano 170, ora ridotti a 150 nonostante per legge ve ne debba essere uno ogni 70000 abitanti. Nel corso degli anni però sono stati spesso snobbati rispetto ad istituti sanitari privati, non riuscendo quindi a permeare bene nel territorio regionale, tant’è che oggi a ricorrervi sono principalmente le donne straniere.”

     

     

     

    Riguardo invece la spada di Damocle conosciuta come commissariamento è stata la Prof.ssa Maria Triassi, Ordinaria della facoltà di Medicina e Chirurgia della Federico II di Napoli, ad esprimersi per chiarire non solo il suo punto di vista ma l’intera situazione in atto: “La Campania è commissariata perché ha speso troppo, e quindi deve agire in un piano di bilancio di rientro che non può garantire per tutti il diritto alla salute, muovendosi in una politica che privilegia il taglio di costi. In quest’ottica il commissariamento deve essere rivalutato per la prevenzione delle donne, poiché davvero mortale per la nostra sanità. Inoltre in Italia Veneto, Emilia Romagna e Toscana sono le regioni che traggono enormi profitti e privilegi dai commissariamenti delle altre, poiché accolgono i pazienti in migrazione che non riescono a curarsi nelle rispettive città. Noi campani necessiteremmo di un assessore alla sanità anche in regime di commissariamento, che ci tuteli e difenda tutti i nostri diritti senza affossarci o denigrarci. In questa battaglia per la nostra salute dovranno solo ucciderci per fermarci!”.

     

     

     

    Il consultorio quindi non solo come reale necessità per la prevenzione delle donne, ma anche come baluardo di una sanità che non ci sta a mettere in secondo piano l’integrità del cittadino e del paziente. Prevenire è molto meglio che curare, non solo poiché evita tanti problemi, ma anche perché permette di risparmiare in futuro spese e posti letto negli ospedali. Ma in un clima in cui la scure del taglio dilania soprattutto le membra di ambulatori, policlinici e centri di assistenza, in cui l’austerità regna sovrana, che fine faranno quelle poche speranze di curarsi delle persone che sfortunatamente non godono di risorse per poterlo fare altrove? Tutte quelle donne magari da sole o disagiate che non hanno altri punti di riferimento se non nel consultorio, dove andranno?

     

    A voi la risposta e la scelta.

     

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