La morte di Gesù

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     La morte di Gesù

     

    Oggi non so come leggo il tuo Vangelo,Signore, se in ginocchio o in piedi, se adorando o imprecando, se con disperazione  o con fede. La brava gente, che ne ha fatto un bel libro che si può prendere in mano senza fremito, che si può leggere senza spasimo, dirà che non so leggere…Io so che  ho bisogno di leggere come leggevo da piccolo, quando compitavo le sillabe  cantandole un poco come una musica strana  la cui armonia sta in fondo al cuore come la lava di un vulcano. Leggo segnandomi con la croce, sulla fronte , sulle labbra, sul petto, per un impegno che non esclude niente di me stesso, che mi occupa tutto, corpo e anima, intelligenza e cuore, oggi e domani. Un segno che anticipa la croce della mia bara e della mia fossa”

     

    (  Don Primo Mazzolari)

     

     

     

    Sono parole bellissime , intrise di Vangelo, scritte da un uomo,da un parroco,Don Primo Mazzolari, che nella sua vita soffrì moltissimo la croce dell’incomprensione  e del rifiuto. Era troppo avanti per la Chiesa della sua epoca e perciò non fu capito, anche se  solo Giovanni XXIII lo riabilitò salutando quel prete “scomodo”con l’appellativo di“ tromba dello Spirito Santo”.

     

    Ho voluto iniziare questa settimana santa 2012 ,ricordando un uomo “crocifisso dal mondo”, proprio per sottolineare che la passione e la croce non riguardano mai  unicamente solo  Gesù, ma continuano  nella passione e croce di qualsiasi essere umano che sia calunniato , deriso , emarginato  qui sulla terra.

     

    Che Gesù di Nazareth sia stato giustiziato con la morte di croce , questo è uno dei fatti più certi della storia di Gesù,mentre meno certa è invece la data precisa della sua crocifissione. I 4 evangelisti sono concordi nell’affermare che tale  vicenda si sia svolta nel venerdì Santo della settimana  della pasqua ebraica. E’ controverso se il giorno fosse il 14 o il 15 di Nisan( marzo-aprile) . Secondo i sinottici sembra che l’Ultima Cena di Gesù sia stata la cena del Pesah. In tal caso egli sarebbe morto il 15. Ma diversa è la testimonianza dell’apostolo Giovanni,secondo la quale Gesù sarebbe morto nella Parasceve ( preparazione) della Pasqua, cioè il venerdì,quando nel tempio si sgozzava l’agnello pasquale,quindi la data sarebbe il 14 di Nisan. Di conseguenza Giovanni non parla di cena pasquale , ma di  una cena di addio. E’ chiaro che i due racconti evangelici  hanno principalmente motivazioni teologiche :i sinottici,infatti presentano l’ultima Cena come cena di Pasqua,  Giovanni, invece vuole mostrare in Gesù il vero Agnello Pasquale e pare sia più attendibile. Infatti è molto improbabile che l’alto Consiglio si fosse riunito nella giornata festiva più importante per gli ebrei, che i discepoli e gli sgherri fossero armati, e che Simone di Cirene rincasasse dalla campagna. Tutto sta a confermare che Gesù morì il giorno antecedente alla Pasqua , il 14 di Nisan,  un giorno ordinario.

     

    Così è possibile stabilire la data della morte in croce di Gesù: si tratta (molto probabilmente) del 7 aprile del 30 d.C.! Viene così ad essere confermata la convinzione tradizionale che Cristo sia morto attorno ai 33 anni. Era nato infatti il 4 a.C. L’anno di nascita di Gesù fu calcolato, nel 525 d.C., dal monaco Dionigi il Piccolo, sulla base dell’anno di morte di Erode il Grande. L’ipotesi era vera e solida. Però il monaco Dionigi pensò che si trattasse del 753 dopo la fondazione di Roma; si trattava invece del 750 dalla fondazione di Roma. Ecco allora il paradosso che è solo apparente: il Cristo è nato il 4 a.C., cioè 4 anni prima di quella data che Dionigi aveva ipotizzato come anno «zero».

     

    Per il cristiano credente la morte di Gesù contiene sì la cornice storica, ma ha in sè  un significato e una dimensione molto più profonda, ha  una prospettiva escatologica:essa cioè non è solo il  frutto di decisioni e di complotti tra giudei e romani, ma è soprattutto un atto salvifico di Dio e un’autodonazione libera di Gesù

     

    .Ed è questo che fa scandalo .Infatti non si tratta soltanto di accettare la croce come un momento qualsiasi della vicenda del Messia , ma come il luogo privilegiato  in cui Dio si è rivelato nella sua realtà profonda e nella sua forza :la croce pone in questione il nostro modo di concepire la salvezza e il modo di concepire Dio stesso, “un Dio onnipotente che si fa impotente”, solidale con tutti gli  impotenti e gli ultimi del mondo E per questo motivo , oggi come ieri, la croce è considerata per molti uomini sia uno scandalo che una follia incomprensibile. Chi crede sa  che Gesù, che non poteva essere toccato dal  male , e quindi non conoscendo il peccato personale, ha soltanto sperimentato più intensamente di qualsiasi uomo la notte e il travaglio della fede,.. Egli fu costretto,incompreso anche da più vicini, a percorrere da  solo, nella solitudine più anonima il suo ultimo tratto di strada della vita terrena E lo percorse nella obbedienza e nel servizio totale agli altri. Quindi non è morto per i peccati suoi , ma per i peccatori ,per tutti noi. Si è autodonato liberamente alla morte, non l’ha subita come capita a noi .Ha voluto conoscere la morte per vincerla.

     

     Particolarmente gli studiosi accentuano il fatto che  più che parlare dell’abbandono del Cristo sulla Croce da parte di Dio, è più giusto parlare  di una morte di   Dio. Il silenzio del Padre di fronte al Figlio che muore è  anche la morte di Dio Padre sulla croce: II Figlio muore lacerato nel profondo del cuore dal distacco del Padre;il Padre muore perché consegna dolorosamente suo Figlio, come un giorno Abramo consegnò Isacco; anche lo Spirito è presente nel silenzio,della Croce,consegnato dal Figlio al Padre nell’istante supremo della morte. E’ una Storia trinitaria di Dio quella sulla Croce ! Quindi  nella profondità di sofferenza del loro distacco , Dio Padre e il Figlio Gesù rivelano al mondo la loro unità divina ,ma nella differenza delle situazioni, umana per il  Figlio e divina per  Dio,.Dunque ogni dolore umano , grazie a Gesù, conosce sì la pesantezza della terra ma anche la leggerezza del Cielo …… Un vero riscatto della  speranza sulla solitudine e l’atrocità di tutto il  dolore umano .

     

    Termino con una preghiera di  D.Turoldo da lui definita Salmo:

     

     

     

    “ Benedico il Signore che la mente m’ispira:

     

    per questo immane soffrire dei giusti

     

    per questo gioire tante volte insperato,

     

    per questo sperare di gioire ogni giorno:

     

    impossibile che sia il Nulla

     

    l’estremo traguardo:

     

    impossibile sarà pensarti

     

    come realmente sei,

     

    o mio Signore:

     

    sconosciuto Iddio sei Tu

     

    la nostra unica sorte.

     

    Il canto ci salverà

     

    e splenderanno gli occhi

     

    anche dell’oscura Tua notte

     

     

     

    BUONA PASQUA !

     

     

     

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    Trudy Borriello  

     

     

     

     

     

     

     

     

     

      

     

     

     

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