Vancouver 2010 – Il lutto non ferma Vancouver

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    Il lutto per la morte di Kumaritashvili non ha fermato la cerimonia d’inaugurazione dei XXI Giochi Olimpici invernali, dedicata comunque alla memoria dello slittinista georgiano. La Georgia, dopo aver confermato la partecipazione, ha sfilato con la bandiera a lutto. Gretzky è stato l’ultimo tedoforo

    The Olympic cauldron is seen after being lit during the opening ceremony for the Vancouver 2010 Olympics in Vancouver, British Columbia, Friday, Feb. - Sabato 13 Febbraio, - 0

    The Show Must Go On – Alla fine, la regola tanto contestata, e quasi sempre rispettata, è stata fatta valere anche a Vancouver. Il lutto per la tragedia che ha funestato la prima giornata dei XXI Giochi olimpici invernali non ha quindi fermato la cerimonia di inaugurazione, che si è svolta come da protocollo, senza sostanziali modifiche al programma, con tanto di (brevi) fuochi d’artificio finali. E almeno quelli sono sembrati francamente un po’ fuori luogo. La sola Georgia è stata autorizzata dal Cio a sfilare con la bandiera a mezz’asta e listata a lutto, dopo che lo Stato caucasico, per bocca del ministro dello sport e della cultura Rurua, aveva comunicato la decisione di non ritirarsi dai Giochi: “I nostri sportivi e i nostri atleti – le parole di Rurua – hanno deciso di essere fedeli allo spirito dei Giochi olimpici, gareggeranno e dedicheranno i loro sforzi al loro compagno caduto”.

    La dedica a Kumaritashvili – L’intera cerimonia è stata comunque dedicata Nodar Kumaritashvili. Poco prima dell’inizio, sugli schermi del B.C. Place è comparsa la scritta a caratteri bianchi su fondo nero in cui veniva ricordato il giovane slittinista tragicamente scomparso. Poi è cominciato lo show, con l’ingresso acrobatico di uno snowboarder su un grande scivolo posto sotto i cinque cerchi olimpici.

    Parole d’ordine, rispetto e integrazione – E’ stata la prima cerimonia al coperto nella storia delle Olimpiadi, ed è stata nonostante tutto, o forse a maggior ragione visto l’accaduto, una cerimonia toccante ed emozionante, che ha passato in rassegna storia e valori dell’immensa nazione canadese, giocando in particolare sui concetti di integrazione, sinergia, rispetto e accoglienza delle diversità, oltre che ovviamente della Madre natura. A partire dalla celebrazione del mito fondante, quello delle Prime Nazioni, ovvero i popoli indigeni e autoctoni che per primi si insediarono in quello che poi sarebbe diventato il Canada: gli abitanti delle terre Lil’wat, Musqueam, Squamish e Tsleil-Waututh, gli Inuit dell’Artico, i Meticci discendenti dalle unioni con i cacciatori di pellicce. Per passare alla celebrazione delle tante etnie, dagli irlandesi ai popoli dell’est Europa che, nel corso dei secoli, sono emigrate in quei territori, contribuendo alla nascita della nazione che prima e più di qualunque altra ha potuto vantarsi di essere multiculturale.

    Ovazione per i georgiani – La sfilata degli 83 paesi partecipanti, aperta come da tradizione dalla Grecia, ha vissuto il suo momento più toccante al momento dell’ingresso della delegazione georgiana, salutata da una commossa ovazione, inferiore solo a quella che ha accolto gli atleti di casa. L’Italia guidata da Giorgio Di Centa ha sfilato per 41esima, preceduta di poco dall’Iran che per la prima volta ha scelto come portabandiera una donna, la sciatrice Marjan Kalhor.

    Musica, maestro – Tanti i momenti di intrattenimento affidati a glorie locali, dal duetto Nelly Furtado-Bryan Adams, che hanno interpretato l’inno della manifestazione, alla toccante versione di Hallelujah di Leonard Coehn cantata da K.D. Lang, dall’esibizione di Sarah MacLachlan a Loreena McKennit fino all’esecuzione dell’inno olimpico affidato al soprano Measha Bruggergosman.

    Gretzky tedoforo, ma in buona compagnia – Dopo un ulteriore minuto di silenzio in memoria di Kumaritashvili, si è arrivati ai momenti istituzionali, con i discorsi del Presidente del Comitato organizzatore, di Jacques Rogge, e l’intervento del Governatore Generale del Canada, Michaëlle Jean, che ha dichiarato ufficialmente aperti i Giochi. Portando al momento più atteso, e misterioso, visto il riserbo che ha coperto fino all’ultimo il nome dell’ultimo tedoforo: l’ingresso nel palazzetto della torcia olimpica. Tutti puntavano su Wayne Gretzxky, e hanno avuto ragione a metà. Perché in realtà il braciere all’interno del BC Place, rispettando il concetto di sinergia, è stato acceso dal campionissmo di Hockey insieme ad altri 3 testimonial d’eccezione: il cestista Steve Nash, la sciatrice Nancy Greene e la pattinatrice di velocità Katrina LeMay Doan. Lo stesso Gretzky si è recato poi fuori dallo stadio per accendere un altro braciere, identico a quello interno, con quattro fiamme laterali e una centrale. I Giochi Olimpici sono partiti, con un po’ di tristezza nel cuore, ma tanto si sa, The Show Must Go On.

    Guido Guenci / Eurosport          inserito da michele de lucia 

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