Carnevale a Termini, trionfo di satira e sapori

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Tutto pronto per la grande kermesse

Massa Lubrense – La satira politica, i carri allegorici, i gruppi mascherati, i personaggi di Walt Disney, la musica, i balli, gli sbandieratori di Cava de’ Tirreni, la banda musicale di Massa Lubrense e il cabaret napoletano sono con la gastronomia locale il mix dell’allegria e del buonumore della XXVIII edizione del Carnevale a Termini. Organizzata dall’associazione culturale Minerva, presieduta da Andrea Amitrano, un carrista del Carnevale di Termini di antica data, parte domenica nel segno del divertimento più genuino la kermesse che fino a martedì vede impegnati centinaia di giovani delle frazioni di Termini, Sant’Agata sui due Golfi, Monticchio, Nerano, Casa e Pastena nella creazione dei carri allegorici e di altrettanti cittadini di ambo i sessi, e perfino di bambini, nelle sfilate delle majorette e dei cortei mascherati preceduti dal gruppo folcloristico degli sbandieratori delle Torri Metelliane di Cava de’ Tirreni. L’inizio della festa alle ore 10 con l’apertura degli stand gastronomici per la degustazione, a colazione, delle famose sfogliatelle a coda di Termini a forma di cornucopia dell’abbondanza e della fortuna e, per pranzo, di altri tipici prodotti locali accompagnati dal vino dei colli circostanti. Ad aprire alle 14 dal Villaggio Casa la sfrenata sarabanda carnevalesca il carro che un gruppo di giovani «I sognatori» di Termini e di Sant’Agata sui due Golfi ha realizzato sul delicato tema del primo articolo della Costituzione: «L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…precario». Il carro è costituito da uno spaventapasseri che rappresenta i giovani lasciati soli in balia delle difficoltà del mondo e dell’incertezza del futuro. Sempre nel solco della satira più mordace, una caratteristica del Carnevale di Termini, l’unico della penisola sorrentina realizzato secondo la tradizione, si presenta il carro che un altro gruppo di giovani terminesi, diretto da Salvatore Amitrano, ha intitolato «Made in China» ovvero «Made in ciaina» nel quale si denuncia l’invasione dei cinesi che non solo lavorano ma che commercializzano giocattoli pericolosi per i bambini, fuochi d’artificio e false griffe. (Gennaro Pappalardo il Mattino)

inserito da Annalisa Cinque

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