LA COSTA DI AMALFI TRA UN PRESTIGIOSO PASSATO ED UN INCERTO FUTURO

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    LA COSTA DI AMALFI TRA UN PRESTIGIOSO PASSATO ED UN INCERTO FUTURO Il presente della Costa di Amalfi ondeggia e pendolareggia tra il vagheggiamento di un prestigioso passato e la nebulosa incertezza del futuro. Il prestigio del passato è consacrato nella storia dell’ultimo secolo, ed oltre. del territorio cantato dalle pagine di scrittura creativa di poeti e narratori, ossificato nelle tele dei pittori, vibrato dalle note dei musicisti, fissato nelle sequenze dei registi, colorato dalla capricciosa cronaca mondana delle riviste patinate tese a scrutare amori, passioni, tradimenti della vipperia di mezzo mondo. Quel passato appare ogni giorno di più sbiadito come le foto di vecchi album, che si sfogliano per il gusto di recuperare, almeno nella memoria, le antiche glorie di famiglia. Quasi mai viene utilizzato come capitale da tutelare, esaltare e reinvestire. Tutt’al più lo si rispolvera ogni tanto come una rendita di posizione e non ci si rende conto che, anno dopo anno, si assottiglia sempre più con il rischio concreto che si azzeri definitivamente. E di qui parte l’analisi sul futuro nebuloso ed incerto, che merita un qualche approfondimento. Che il turismo sia e resti il settore trainante dell’economia non mette conto neppure parlarne tanto è evidente e consolidato nella coscienza di amministratori locali, di operatori, come di tutta la più vasta comunità civile. Che, però, ne vada rivista e modificata l’offerta all’insegna della qualificazione, della destagionalizzazione e della diversificazione è una idea che fa fatica a farsi strada, perché è dura a morire la convinzione che tanto, nonostante tutto, i turisti comunque vengono sull’onda delle emozioni del paesaggio, della storia e dell’arte. E su questa certezza, o presunta tale, ci si adagia soddisfatti e paghi della pigrizia mentale, che non consente scommesse e sfide a costruzione di futuro competitivo sui mercati. Il turismo, si sa, vende beni e servizi. I beni con il mare che dissigilla miti e storie al cuore delle grotte e canta nenie alle radici delle case che sagomano colline e montagne,che, a loro volta, scalano il cielo con l’iride festosa delle cupole maiolicate delle chiese e ne perforano l’azzurro con i fili di croce dei campanili agili, i beni, dicevo, sono ancora tutti lì, nonostante qualche dissennato tentativo di sfregiarne la bellezza per cecità di speculazione e malgrado l’inselvatichimento di alcuni limoneti, che con i terrazzamenti delimitati dalle merlettature della macere d’autore costituiscono un paesaggio rurale unico al mondo. I servizi, invece, sono carenti, non tanto quelli dell’accoglienza privata che ne vanta di ottimi e di eccellenti, quanto piuttosto dell’accoglienza pubblica, che è ancora prigioniera di una visione municipalistica dello sviluppo e fa fatica ad impostare programmi e progetti in una visione comprensoriale e comunque in grado di dotare l’intero territorio di una infrastrutturazione di qualità. La conformazione geografica e la contiguità dei centri abitati lo consiglierebbero e consentirebbero. Ma manca la predisposizione a fare rete per individuare localizzazioni strategiche di servizi culturali e ludici in grado di soddisfare le esigenze dell’intero territorio. Le recenti elezioni amministrative hanno portato alla ribalta nuovi soggetti istituzionali. E’ ritornato a fare il sindaco di Furore Raffaele Ferraioli, che ha intelligenza creativa e visione di ampio respiro, come ha ampiamente dimostrato a più riprese nel corso degli ultimi decenni. A Minori è stato eletto Andrea Reale,a cui non difetta di certo né intelligenza, né inventiva, né intraprendenza. Stesso discorso vale per Antonio Giordano, nuovo sindaco di Tramonti, che è uno scrigno di ambiente, arte e giacimenti enogastronomici e costituisce una riserva di futuro per tutta la Costiera. Da loro ci si aspetta un discorso nuovo, che nell’impostazione della progettualità travalichi la cinta muraria della propria comunità e vada oltre a cercare sinergie e stringere alleanze. E ciò anche in vista della elezione, l’anno venturo, del nuovo sindaco di Maiori, che per estensione territoriale, per numero di abitanti e per posizione geografica strategica è destinato a recitare un ruolo da protagonista e capofila per l’intero territorio. Ci sarà tempo ed occasioni per ritornare sul tema. Ma sono convinto che parta proprio da questa visione dello sviluppo la sfida del futuro. Giuseppe Liuccio Email:g.liuccio@alice.it

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