Shakespeare e Futurismo secondo gli allievi dell´Istituto d’Arte “F.Menna”

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Martedì sera, alle ore 18,30, nella Chiesa Dell’Addolorata, performance del laboratorio teatrale della scuola con Rometto e Giuliea, a seguire il Manifesto dei giovani Futuristi, alle ore 21,30 Recital del pianista Marco Pasini

La quarta giornata della seconda edizione di Arti di maggio, una rassegna che si rivela quale incrocio sonoro di linguaggi espressivi, promossi dall’Associazione Seventh Degree, di Liberato Marzullo e Antonello Mercurio,  ospite della kermesse Salerno Porte Aperte allestita dal Comune di Salerno, verrà inaugurata dall’esibizione del laboratorio teatrale degli studenti dell’istituto d’arte “F.Menna”. Roberto Lombardi e Angela Visone hanno liberamente tratto dal teatro di William Shakespeare un “Rometto e Giuliea”, che andrà in scena nella chiesa dell’Addolorata, martedì 19 maggio alle ore 18,30. La nota vicenda si costruisce intorno a un amore impossibile, una passione tutta privata che si scontra con l’inimicizia pubblica e consuetudinaria fra le famiglie: la parola d’amore acquista allora il valore di uno sfogo non solo negato dal costume sociale, non solo esaltato dal rischio, ma sempre più definito come rivendicazione della natura contro la civiltà, come atto anarchicamente sovversivo, nemico dell’ordine che la voce del potere continua a proclamare necessario. Dalla ossimorica tragedia shakespeariana , sospesa fra estremi opposti alla proclamazione del nuovo manifesto dei giovani futuristi il passo è breve. Alle ore 19,30, gli allievi dell’istituto d’arte, controbatteranno in serrato contrappunto quello stesso manifesto che cento anni fa Tommaso Filippo Marinetti  pubblicò su Le Figarò. Ma i ragazzi di quell’estetica hanno accettato solo quel nuovo senso della vita come energia e libertà attivistica, non certo la civiltà meccanica, il macchinismo, la guerra, lo spirito di conquista, il nazionalismo, l’imperialismo, il tutto espresso nel loro undicesimo punto, latore di nuovi mondi possibili, in cui s’impegnano a trasformare la striscia di Gaza, in un finalmente allegro giardino fiorito. Un manifesto questo dei giovani allievi che mostra la sua innegabile influenza nella mostra ispirata alla luna, una mirabile collettiva allestita, unitamente ai colleghi artisti del Liceo Artistico “Andrea Sabatini”, ospite del Complesso Monumentale di Santa Sofia. Opere ceramiche, pittoriche, scultoree, macchine futuriste, poesie, acrilici, di rara bellezza, prodotti di scuole logisticamente derelitte – ha denunciato-  il preside Michele Sabino, come il conservatorio o l’istituto d’arte, completamente dimenticate dalle istituzioni, quando potrebbero unirsi e formare addirittura un Dams, una vera e propria Accademia di belle Arti, e messe da parte anche in situazioni come Salerno Porte Aperte, in cui ad esempio i cosiddetti ciceroni del duomo devono essere da anni dei ragazzetti delle scuole elementari”.

La serata verrà conclusa da un rècital pianistico di Marco Pasini. Il concerto previsto per le ore 21,30, all’Addolorata, principierà con la Sonata in Do diesis minore op.27 di Ludwig Van Beethoven  detta “Al chiar di luna”, nel cui celeberrimo primo tempo il genio tedesco scopre mirabili potenzialità del pianoforte, sbalordendo in tal modo i suoi contemporanei e ponendo le premesse di una tecnica del suono che i romantici avrebbero ampiamente sviluppato. Seguirà la sonata n°3 op.5 in Fa minore di Johannes Brahms, una pagina estremamente meditata, elaborata in più riprese, dall’accesa tempra pianistica per la presenza di una complessa rete di intrecci tematici all’interno di ogni movimento, che ha il merito di unire una sicura aspirazione architettonica ad un soffio lirico che anima ogni angolo della partitura. Gran finale con il Franz Liszt di Venezia e Napoli, comprendente Gondoliera, Canzone e Tarantella. La Gondoliera, di forma strofica, si basa sul celeberrimo motivo della canzone La biondina in gondoletta, attribuito al cavalier Perrucchini. La Canzone trae invece ispirazione dalla canzone del gondoliere Nessun maggior dolore (a sua volta ispirata evidentemente ai versi di Dante) nel terzo atto dell’Otello di Gioacchino Rossini. Il terzo ed ultimo pezzo, Tarantella, è il più ampio e sviluppato, e si basa su una melodia del compositore franco-italiano Louis/Luigi Cottrau (1797 – 1847), popolarissimo autore di canzoni napoletane.

Olga Chieffi 

 

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