comunicare Dio…. in rete

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    Comunicare Dio …in rete

     

    Nel corso degli ultimi venti anni
    si è passati in modo radicale  dalla
    comunicazione vocale alle reti per la comunicazione dati e da questi alle reti
    per l’informazione via etere, via cavo e in rete.

    E’ nato lo spazio virtuale, la
    comunicazione in rete che permette la creazione di pazze virtuali nelle quali
    incontrare e avere rapporti con 
    interlocutori senza più il vincolo della contiguità spaziale.

    E’ una realtà ormai ad un punto
    di non ritorno.

    Anche la Chiesa è entrata in
    questa nuova frontiera comunicativa  già
    da 10 anni ;infatti si contano 2.600 siti religiosi non solo istituzionali, ma
    anche di associazioni e movimenti dedicati all’informazione , alla stampa,
    all’editoria.

    Si tratta di una nuova forma di
    evangelizzazione, con nuovi linguaggi e nuovi spazi che servono anche ad
    informare. Ma ciò che va detto è che la Chiesa con la sua presenza in rete
    lancia una sfida al mondo laico ,ricordando che dietro alla macchina c’è una
    persona , vera,  che va rispettata.

     Il principale rischio sia per l’operatore che
    per l’utente è che non essendoci nella comunicazione in rete l’interazione
    collegata alla presenza fisica, si assiste ad una marcata mancanza di senso di
    appartenenza , alla dispersione e all’isolamento.

    Inoltre la rete è difficilmente
    controllabile e anche se si parla di Democrazia della rete, nella realtà ,
    spesso si assiste ad una mancanza di rispetto verso la dignità della persona
    camuffata per libertà di pensiero e parola. Da qui le conseguenze estreme della
    violenza che una rete può generare e che purtroppo ben conosciamo, come la
    pornografia e la pedofilia… Internet da mezzo di comunicazione umanizzante, può
    diventare così disumanizzante e pericoloso. La Chiesa sa che nell’utilizzare un
    sito , esso deve essere visto con gli occhi dell’utente finale . Infatti il
    pericolo è che senza una conoscenza critica dei meccanismo della comunicazione
    , diventa impossibile discernere il messaggi religioso dalla sottostante
    strumentalizzazione che se ne può fare.

    Non è difficile rendersi conto
    che , una volta diventato preda dei networks,più smaliziati, qualunque evento
    religioso cessa di essere tale e diventa una questione essenzialmente
    mercantile. 

    In una tale società  in un continuo movimento ad alta velocità, in
    una continua ricerca di identità , in una infinità pluralità di racconti e di
    storie, anche la parola libertà diventa altro. Può essere libertà quindi come
    simultaneità e pluralità,cosa bellissima ed arricchente, ma può anche diventare
    ,come contropartita,una “perdita di valore dell’evento”, per cui ogni evento è
    vissuto come un  prodotto di mercato,non
    per quello che è ,ma per quanto vale. Il funerale di una principessa
    morta in un incidente automobilistico vale di più di una guerra con migliaia di
    morti, la visione di un colossal vale più della presentazione di scoperte
    determinanti , o  paradossalmente il
    racconto dell’estinzione di una specie vegetale o di un animale gode di
    un’estensione e di un’attrattiva maggiore,(il cosidetto audience), del racconto
    delle sofferenze umane in uno dei tanti posti disseminati sul pianeta. Assistiamo
    all’autonomia e all’ alienazione degli eventi , a una  mercificazione della libertà e basta. Siamo
    diventati spettatori a pagamento del mondo e non più attori del mondo , neanche
    del nostro piccolo mondo . Il rischio è proprio quello di correre avanti sempre
    più veloci e con tecniche sempre più perfette, ma in una fuga dove tutti
    insieme contemporaneamente  fuggiamo, ma
    non più insieme
    .Ciò che è lontano si avvicina , ma non viceversa. Abbiamo
    fatto tantissimo in questo secolo, abbiamo raggiunto tanti traguardi, ma non
    riusciamo più a essere vicini , a vedere il vicino, quello che in latino  è chiamato il proximus,il prossimo. Allora io
    credo che in una tale situazione  abbia
    molte chances di ritorno un Dio unico, vicino a ogni uomo,  che sia unico per tutti, ma senza nome ,
    volto o appartenenza. Vi saluto con uno splendido stralcio di poesia di
    D.M.Turoldo :

    “ A tutti i cercatori del Tuo volto,mostrati o Signore
    , a tutti i pellegrini dell’assoluto vieni incontro o Signore ,con quanti si
    mettono in cammino e non sanno dove andare cammina o Signore , affiancati e
    cammina con tutti i disperati sulle strade di Emmaus…”

     

    Trudy
    Borriello

    e-mail
    :trudy.vitolo@fastwebnet.it

     

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