Salerno La caduta estetica di Daniel Oren

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All’ indomani dell’ allontanamento di Hugo de Ana, Salerno si conferma una città provinciale e culturalmente addormentata,  altro che il sogno ricorrente di Vincenzo De Luca  della “piccola Salisburgo”.

 

“Farò di Salerno una piccola Salisburgo!”. E’ questa l’affermazione del Sindaco Vincenzo De Luca ogni qualvolta partecipa ad una conferenza stampa relativa alla stagione lirica del teatro Verdi. I nostri dubbi su questi investimenti milionari su di un cartellone che conta cinque opere, un balletto e ben 13 concerti, hanno rivelato la pochezza estetica e il provincialismo di Daniel Oren e dell’intera direzione artistica e organizzativa del nostro massimo. All’indomani delle grandi rivelazioni della trimurti sulla “cacciata” del regista Hugo de Ana, già apprezzato dal pubblico salernitano per la Tosca – per la quale  ha schizzò  un palcoscenico pieno d’ombra e di mistero su cui i personaggi, questi prigionieri del melodramma che tentano di liberarsi, contorcendosi caravaggescamente, riuscirono a compiere magnificamente il proprio viaggio e ad attuare il proprio cambiamento – e sulla cortina di ferro caduta attorno a questa finissima figura del teatro lirico, che,  non possiamo non schierarci a favore di De Ana e della pura arte.

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