Riflessioni sulla Pasqua

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    Riflessione
    sulla Pasqua

     

    La più antica omelia sulla Pasqua risale al
    II secolo d.c. ed è opera di Melitone di Sardi, vescovo e santo, nativo
    dell’Asia Minore e grande luminare, come lo definisce la tradizione greca. Il
    prezioso manoscritto, intitolato “ Perì Pascha”, “Intorno alla Pasqua”, fu
    ritrovato nel deserto egiziano su due pezzi di papiro, decifrato e infine
    pubblicato, a testimonianza della vita liturgica della primitiva comunità cristiana.

    Una comunità come quella cristiana , che la
    domenica della Resurrezione, si ritrovava riunita ad ascoltare la Parola del
    suo pastore sulla teologia della Pasqua, e a riflettere sul grandissimo mistero
    della passione-compassione di Cristo per l’uomo di ogni tempo.

    Mistero che si trova già prefigurato nella
    Pasqua ebraica, la Pesah che si traduce passaggio in italiano: in questo giorno
    da 30 secoli, il popolo di Israele commemora la liberazione dalla schiavitù
    egiziana e commemora allo stesso tempo il suo lungo pellegrinaggio attraverso
    il deserto alla volta della terra promessa, cammino pieno di difficoltà e di
    sofferenza, un vero esodo dell’essere, un uscire da-per….

    Infatti come recitano i rabbini: ” Non fu
    soltanto Israele ad uscire dall’Egitto, ma con esso l’intera umanità uscì dalla
    casa della schiavitù”.

     Quasi
    a voler paragonare questo cammino di esodo del popolo ebreo a quello che compie
    ogni uomo il momento in cui si porta fuori dal suo personale deserto di
    oppressione e schiavitù , e parte alla faticosa ricerca della terra promessa.
    E’ Dio che lo aiuta a rompere le sue catene, così come accade nel libro
    dell’Esodo quando comanda al  faraone “
    Lascia libero il mio popolo”, e spezza un incantesimo di cui l’uomo è vittima
    da sempre: i faraoni del mondo, apparentemente invincibili, davanti all’azione
    di Dio, diventano giganti dai piedi di argilla e vengono distrutti.

    E’ da questo presupposto che parte l’omelia
    di Pasqua di Melitone di Sardi , scritta proprio come commento del libro
    dell’Esodo e che conserva intatto , secondo me, il suo messaggio nel tempo.
    L’autore sottolinea che la Pasqua antica di Israele è annunzio della Pasqua di
    Cristo , il Quale con la Sua morte e resurrezione” uccise la morte che uccideva
    l’uomo” . Ogni uomo grazie a Lui è ri-creato, in una parola può ri-cominciare
    daccapo.

    Ecco riportate alcune frasi dell’omelia, che
    vale la pena di leggere per la loro profondità e bellezza :

     

    “ Il mistero della Pasqua

    è nuovo e antico

    eterno e temporaneo

    corruttibile e incorruttibile

    mortale e immortale.

    Se dunque tu vuoi

    che si riveli il mistero del Signore

    volgi lo sguardo

    ad Abele ugualmente ucciso

    ad Isacco ugualmente legato

    a Giuseppe ugualmente venduto

    a Mosè ugualmente esposto,

    a Davide ugualmente perseguitato,

    ai profeti che ugualmente soffrirono

    a causa di Cristo.

    Il Signore è venuto sulla terra perché

    rivestitosi di colui che patisce,

    lo innalzi con sé

    verso le altezze dei cieli.”

     

    Se la festa della Resurrezione divenisse per
    ognuno di noi motivo di “esodo da una Pasqua antica … verso una nuova Pasqua”,
    forse diverremmo più capaci di aprire uno spiraglio nella nostra vita , una
    breccia che nessuno potrebbe più chiudere, e, a nome degli Abele , degli Isacco
    ,dei Giuseppe, dei Mosè , e dei Davide del mondo , alzeremmo di più la voce
    contro le violenze e le ingiustizie che quotidianamente offuscano il volto
    dell’umanità, per essere portatori di quella luce che ci è stata donata da
    Colui che è la Luce Eterna
    e che ha sconfitto per sempre  le
    tenebre.     

     

    BUONA
    PASQUA, SHALOM !!!         

     

    Trudy
    Borriello

    e-mail
    :trudy.vitolo@fastwebnet.it

     

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