Musica colta ed extra-colta: oltre ogni barriera

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Mercoledì 15 aprile, quarto appuntamento dei Percorsi d’Analisi promossi dalla Seventh Degree con una conversazione tra Vincenzo Esposito, Massimo Locanto e Pasquale Scialò, moderati da Francesca Seller

 

Una metropoli piena e vera, vorace e verace dove il duplice volto della musica viene affrontato nel dichiarato obiettivo di superare tutte le facili barriere che hanno sempre diviso la musica colta da quella extracolta. Musica “totale” il pop e la classica, la coralità e il lavoro d’autore, il minimale e l’antropologico, nel disegno di una città libera e ricca. Se ne discuterà nel corso del quarto incontro della terza edizione dei Percorsi d’Analisi, promossi dall’Associazione Seventh Degree, di Liberato Marzullo e Antonello Mercurio con il contributo delle amministrazioni provinciale e comunale di Salerno e del nostro ateneo, con la partecipazione del Liceo Scientifico “Giovanni da Procida” di Salerno, mercoledì 15 aprile, alle ore 19,30, presso il Convento San Michele. Alla tavola rotonda condotta da Francesca Seller, siederanno Vincenzo Esposito, Massimo Locanto e Pasquale Scialò con la partecipazione speciale di Lillo d’Agostino (grande accusatore) e Alfonso Amendola (grande difensore).

In un mondo abituato, purtroppo, a “catalogare”, cioè a porre etichette su qualunque cosa e persona, non sono ancora del tutto maturi i tempi per abbattere gli steccati tra le varie tipologie musicali. Eppure c’è gente, sia tra i musicisti che tra il pubblico, che, grazie al cielo, bada sempre meno ad erigere barriere divisorie o a delimitare confini netti tra i generi più disparati. E se chi legge, come chi scrive, giungerà alla conclusione che cercare di ascoltare ed apprezzare la musica, qualsiasi essa sia, è quanto importa, potrà ritenersi raggiunto l’obiettivo primario. E’ così che al di là della musica “seria” per dirla con un termine di adorniana memoria, c’è solo più la musica extracolta, intendendo con questo termine le istanze sonore che, pur possedendo indubbia valenza culturale e richiedendo perizia tecnica, non s’insegnano in accademie e conservatori, ma derivano dalla tradizione popolare. Spesso tramandate solo oralmente, esse godono di una diffusione popolare assai vasta anche per merito di mezzi come la radio e la televisione. Grazie ad essi la musica extracolta ha enormemente allargato il proprio pubblico raggiungendo chiunque, ovunque. La sua area sonora è immensa: va dalla filastrocca alla canzonetta, alla più sperimentale delle avanguardie e, più che mai, oggi è utile usare un unico termine per definire la musica “non classica”. La contaminazione, infatti, regna sovrana: musica e ritmi provengono da ambienti sonori, culturali e geografici spesso assai diversi. I generi, certo, non perdono del tutto la loro identità, pur tendendo assolutamente alla contaminazione. D’altronde, non a caso un luogo comune ricorrente recita che la musica è il linguaggio universale per eccellenza. Col termine musica extracolta, insomma, si intende tutto quell’ universo di suoni che sono espressione del nostro tempo, della cultura più popolare, contaminata da tutte le altre forme artistiche come il cinema e la poesia. E’ la musica che ci gira intorno, con la quale tutti conviviamo quotidianamente e che ha dato voce alla creatività giovanile, che si identifica assolutamente in essa.

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