Trenta e lode alla cucina di Lillo D´Agostino

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Il professore di linguistica e glottologia ha presentato una cucina ispano-napoletana con letture di Isabel Allende e un gioco di parole e versi originale

 

Un bel trenta e lode se lo è  meritato tutto il professore Lillo D’Agostino, chef per un giorno al Convento di S. Michele, dove l’altra sera  si è esibito ai fornelli per il secondo appuntamento degli appuntamenti enogastronomici di “ Si cucine cumme vogli’io”, nell’ambito della rassegna “Quello che passa al convento”.

 Con “Si cucine cumme vogl’i’(o)”, curato da Vito Puglia, ispirato dalla raccolta postuma di ricette di Eduardo, la cucina viene presentata come l’espressione culturale che meglio di ogni altra racconta il carattere, lo spirito, il modo di vivere di un popolo o di una comunità, un’epoca. Da questo l’ assunto: in ogni persona colta e sensibile si annida un cuoco.

 Cucina mediterranea con Napoli a fare da capitale del mare Nostrum, guardando alla Spagna, per il professore Emilio “Lillo” D’Agostino, docente di linguistica generale e glottologia dell’Ateneo di Salerno.

Varie le portate preparate ad arte dal prof, dall’aperitivo,un omaggio a quei gioielli gastronomici  che sono veri e propri strumenti di seduzione del palato, ovvero le “Tapas”.

La cena è andata poi avanti  con tre assaggi di pasta, ispirate alla tradizione napoletana, ed  un coniglio farcito. A chiudere la cena un dolce di ricotta, cioccolato e arancia.

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