Salerno Il Concerto de’ Cavalieri omaggia Georg Friedrich Handel

XXI FESTIVAL DI MUSICA ANTICA


Convergenze/Deviazioni


L’Arte della variazione dal Barocco al Jazz


Presenta


Variazioni sugli Archi


Omaggio a Georg Friedrich Handel


Concerto de’ Cavalieri direttore Marcello Di Lisa


Salerno: 23 dicembre 2008 Chiesa della SS.Annunziata ore 21,00 – INGRESSO LIBERO                              Info.: info@salernofestival.it  Cell.:328/0503066


 


Il Concerto de’ Cavalieri omaggia Georg Friedrich Handel


Martedì  23 dicembre il concerto di chiusura della XXI edizione di Festival di Musica Antica, promosso dall’Associazione Koinè, nella chiesa della SS.Annunziata


 


Chiusura in bellezza, martedì 23 dicembre alle ore 21, nella Chiesa della SS.Annunziata con il Concerto de’ Cavalieri, diretto da Marcello Di Lisa, a cui Carmine Mottola, promotore del Festival di Musica Antica, giunto alla sua XXI edizione, ha affidato il compito lanciare un ponte con il tema del 2009. Marcello Di Lisa, infatti, per sviluppare il tema le “Variazioni sugli Archi”, proporrà un omaggio a Georg Friedrich Handel, compositore al quale sarà dedicata la prossima edizione del Festival di Musica Antica, in occasione del 250° anniversario della morte.


 La serata verrà inaugurata e sigillata da due composizioni di Antonio Vivaldi, il concerto per archi RV 156 in Sol minore e RV 121 in Re Maggiore. Una “piccola scampanata” segnò il 28 luglio 1741, la sepoltura di Antonio Vivaldi in un cimitero viennese riservato ai poveri. Moriva,così, -lontano dall’adorata Venezia, – uno dei più grandi compositori della storia oltre che virtuoso violinista, insegnante, direttore, impresario e sacerdote. Quest’ultima mansione, in verità, esercitata in modo alquanto bizzarro se a quei tempi le autorità ecclesiastiche non di rado impedirono l’esecuzione di sue opere, perché “religioso che non dice Messa e perché ha l’amicizia con la Girò cantatrice”. L’infallibilità del ritmo vitale, ancora prima che il disegno esatto e perfetto delle forme; questa magia d’avere sempre una nota che salta fuori da uno strumento e crea una tensione, una svolta, un richiamo, nel tempo lento, il buttarsi a capofitto addensando suono nei tempi veloci, certe modulazioni quasi a strappo, il suo delineare con audaci tratti idee vivide e pregnanti, costituisce il marchio caratteristico di queste pagine. Antonio Vivaldi, consegnando le chiavi della musica dei veneziani ai viennesi, chiuse e aprì due periodi meravigliosi della storia della musica. Per questo non poteva morire, per una delle tante coincidenze storiche che pare accadano ai grandi spiriti, che a Vienna.


Dalla scuola veneziana a quella napoletana con due concerti grossi di Alessandro Scarlatti il n°1 in Fa minore e il n°3 in Fa maggiore. Tradizionale l’intera raccolta di concerti per quanto riguarda l’utilizzazione costante di un concertino fatto secondo i crismi corelliani. Ma la grandezza e la nuova sensibilità di Scarlatti hanno modo di rifulgere in ogni rigo,  come nel n°3, secondo brano in scaletta, articolato in cinque movimenti, ove nel suo primo Allegro, brillante e vigoroso l’ insieme è latore di una musicalità che non ha certo bisogno di sottili disquisizioni per dirsi affatto moderna, con un immediato rimando ad Antonio Vivaldi, mentre il n°1 è costituito in quattro movimenti nel pieno rispetto della sonata da chiesa, da cui deriva anche il pathos che lo percorre, parentesi con un grave, mesto e patetico, che si getta in un Allegro prorompente per contrasto sia ritmico che melodico.


  Il Largo ci riconduce all’atmosfera riflessiva e di intensa meditazione dell’introduzione, mentre l’ultimo movimento è un episodio breve conciso e non particolarmente vivace, come richiedeva la destinazione del concerto grosso. L’omaggio ad Handel avverrà con l’esecuzione del Concerto grosso op.VI n°5 in Re maggiore. E’ un concerto conforme allo stile italiano, che segue da un lato la tradizione di Corelli, dall’altro l’innovazione del Prete rosso, in cui il rapporto tra soli e tutti è prevalentemente dialogico, anche se vi sono frequenti passaggi all’unisono. Il tutto è unificato dalla grande personalità creativa di Handel, che riesce ad amalgamare materiali anche assai diversi, frutto di una improvvisazione compositiva brillante e sempre vivacissima.


Antonio Florio