Salerno, Giorgio Costa portrait of Chopin

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 VII FESTIVAL INTERNAZIONALE

“PIANO SOLO”

Presenta

GIORGIO COSTA

Salerno, Salone dei Marmi di Palazzo di Città – 5 dicembre 2008 ore 19,30

INGRESSO LIBERO   Info.:338/2219221

 

Giorgio Costa: portrait of Fryderyk Chopin

Il prestigioso pianista inaugurerà venerdì 5 dicembre nel Salone dei Marmi di palazzo di Città la VII edizione del Festival Internazionale Piano Solo, promosso da Matteo Napoli e Paolo Francese

Scegliere di dedicare un intero programma a Fryderyk Chopin significa prima di tutto comunicare l’amore che si prova per il pianoforte. Ascoltare questo autore significa accettare il suo lirismo, la sua tecnica, la sua devozione verso uno strumento che prima di lui non era stato sfruttato a fondo da nessuno. La VII edizione del Festival Internazionale “Piano Solo”, ideato dai pianisti Paolo Francese e Matteo Napoli, col supporto del Comune e della Provincia di Salerno, comincerà proprio dall’ omaggio a Fryderyk Chopin, affidato a Giorgio Costa che inaugurerà la rassegna venerdì 5 dicembre alle ore 19,30, nel Salone dei Marmi di Palazzo di Città.
Chopin è riuscito con le sue composizioni a rendere il piano uno strumento unico, lo ha reso il centro dei suoi studi e della sua musica, tirando fuori da esso le sonorità e l’espressività di un’orchestra. E’ impossibile non notare che tutte le composizioni di Chopin sono per lo più dedicate al piano solo, rarissimi sono i momenti in cui riesce a concepire il piano come parte di un insieme più ampio come quello di un concerto, rendendolo un’entità completa.
Il programma principierà con i due notturni op.27. Il primo in Do diesis minore è un Larghetto caratterizzato da una melodia dolcemente cantilenante, che man mano cresce in tensione per culminare nella seconda parte in una serie di accordi dall’ effetto estremamente drammatico. Il secondo notturno, in Re bemolle Maggiore, il prediletto da Mendelssohn ha l’andamento di una barcarola dall’architettura semplice e immediata. Seguirà la Barcarola op.60 in Fa diesis Maggiore, datata 1846, una composizione dalla modernità sorprendente nell’armonia, dalla tecnica scintillante e dalla travolgente intensità espressiva. Ha la forma di un ampio notturno tripartito, il cui tema principale è una dolce cantilena sostenuta da un ritmo di berceuse. Nell’episodio centrale un lieve gioco di terzine a poco a poco si gonfia, si inturgidisce sino a trovare sbocco in un canto appassionato che chiude con una coda traboccante di raffinate armonie. Il finale della prima parte della serata saluterà l’esecuzione della Polacca in La bemolle maggiore op.53 del 1842, oggi nota con il titolo di Eroica. Si apre con un’introduzione di sedici misure, atematica, consistente in una libera progressione armonica ascendente per semitoni. L’ampio episodio iniziale marziale e nostalgico è marcato da un accompagnamento che suggerisce all’immaginazione vigorosi colpi di timpani La sezione centrale è caratterizzata da un ostinato di una figurazione del basso costituita da quattro semicrome discendenti per gradi congiunti da eseguirsi con assoluta uniformità di tocco senza quel fracasso di tuono che la gran parte dei pianisti hanno l’abitudine di ammannirci.

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