DALLA PENISOLA SORRENTINA, VIGNA MICCIANO PRIMO CRU ROSSO

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    Ho seguito con pazienza la lenta evoluzione di questo vino (ormai posso definirlo così) fin dalla fase immediatamente successiva alla fermentazione. E ben conosco le aspettative del suo papà, Aniello Iovine, che ha cullato il sogno di realizzare, finalmente, un Penisola sorrentina importante, non un rosso che desse del tu a Barolo e Brunello, ma che almeno sfuggisse al luogo comune che bolla la doc delle Sirene come una terra in grado di esprimere solo bottiglie beverine senza pretese.
    Ci ha provato Iovine, con i migliori grappoli di una vigna di proprietà in località Micciano nella sua Pimonte. I filari, disposti su ardue terrazze, sono esposti a Mezzogiorno, godono durante l’estate di una lunga insolazione e sono riparati dalle raffiche di vento più pericolose da rassicuranti ulivi. Ci ha provato, e, nonostante l’annata 2006 non sia stata particolarmente favorevole ai grandi rossi, c’è riuscito. Naturalmente, i margini di miglioramento sono ampi. Ma proprio per questo era importante dimostrare che valesse la pena di tentare. Ecco dunque quello che, senza enfasi, potremmo definire il primo vero cru della doc peninsulare.
    Di colore rosso rubino abbastanza compatto, è luminoso e consistente. Al naso risulta intenso, ampio ed espressivo. Sentori di ciliegia matura, di mirtilli, di prugna, note di cuoio e screziature balsamiche. Soddisfacente l’equilibrio. Il vino è caldo, morbido, fresco, reca la caratteristica impronta minerale del terreno vulcanico. Le leggere astringenze ancora avvertibili, scompariranno col tempo. La scommessa ora è sulla longevità. Almeno 7-8 anni. Vedremo.
    Provatelo sulla porchetta arrosto, sulle bistecche di cinghiale, sul provolone del Monaco di Luigi Parlato al quale lo accompagnammo quando era poco più che mosto.

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