Gleijeses: riporto in scena il Delitto perfetto

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Gleijeses: riporto in scena il Delitto perfetto

Geppy Gleijeses (attore habituè di Positano) è in scena da stasera al Delle Palme con «Delitto perfetto» («Dial M for murder») capolavoro del ’54 che fu interpretato da Grace Kelly e Ray Milland
Un dandy inglese all’ombra del Vesuvio, biondo, occhi chiari e una propensione all’understatement britannico. E così dopo aver scorazzato fra i testi di Oscar Wilde e George Bernard Shaw, Christopher Hampton e Noel Coward, l’attore cresciuto con Eduardo si cimenta ora con il maestro del thriller cinematografico, Sir Alfred Hitchcock. Da stasera e fino a domenica sarà infatti al Delle Palme per tradurre teatralmente l’appassionante film «Delitto perfetto», ovvero «Dial M for murder» il capolavoro del 1954 legato alle interpretazioni di Grace Kelly e Ray Milland. «E’ vero – spiega Gleijeses – , ho una propensione per la drammaturgia inglese, un po’ perché ho il physique du role per i personaggi d’Oltremanica, e un po’ perché amo la misura, il sottotono, lo humour tipicamente britannico, in Italia poco frequentato».
Nel giallo in questione, più che alla drammaturgia si è ispirato ad una sceneggiatura.
«In verità Frederick Knott lo aveva scritto proprio per il teatro, anche se poi tutti lo hanno conosciuto per il film, da cui anche noi siamo partiti. Consapevoli del fatto che tutto ciò che accade a cinema non può essere replicato a teatro, ma anche del contrario».
A quale aspetto si riferisce?
«Al fatto per esempio che sulla scena si approfondisce meglio l’analisi psicologica dei personaggi. Opportunità che abbiamo colto, visto anche l’intreccio di relazioni fra l’ex campione di tennis, Tony Wendice da me interpretato, la moglie Margot affidata a Marianella Bargilli, l’amico traditore Mark a Stefano Santospago e l’ispettore Hubbard che segna il ritorno in scena del grande Raffaele Pisu».
Quale atmosfera avvolgerà il giallo?
«Abbiamo messo in scena una scala, classica presenza di tanti film di suspence e dislocato in vari punti della sala altre funzioni, come quella del telefono che squilla. Un modo per avvolgere lo spettatore e renderlo protagonista della vicenda che narra del fallito uxoricidio di un marito tradito».
Ma il pubblico stavolta conosce in partenza lo svolgimento dei fatti.
«Era uno dei punti di distanza di Hitchcock dal thriller inglese alla Agatha Christie. Secondo lui c’era più tensione e si consentiva alla gente di “giocare il ruolo di Dio”.
E’ fresca la notizia della fine della sua storia d’amore con Marianella, che però resta al suo fianco in scena. Un gioco complicato?
«Non direi, se c’è stima personale il rapporto di lavoro può andare avanti. Forse anche per le prossime commedie che allestirò ».
Che saranno?
«”Ditegli sempre di sì” di Eduardo e “Il gioco delle parti” di Luigi Pirandello, entrambi per la stagione 2007-2008».
Stefano de Stefano Coppia d’arte
Geppy Glejeses in scena con Marianella, fino a poco tempo fa sua compagna anche nella vita

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