RODOTA E MASULLO A MINORI, UNA LEZIONE DI VITA
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Trovare Aldo Masullo e Stefano Rodotà insieme è stato un regalo che Minori ha fatto alla Costiera Amalfitana e a se stessa ieri sera. Avere davanti il giurista ed il filosofo che sono fra i più rappresentativi di un lucido pensiero “etico” in un mondo politico, e culturale, confuso, e allo sbando, non è da tutti i giorni. Stefano Rodotà ha presento il suo ultimo libro “la vita e le regole” edito da Feltrinelli, nell’ambito della 2° edizione di “un convivio sul benessere – i giorni della cultura”, a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Minori, in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, la Pro Loco di Minori e il centro studi Xeniart presieduto da Colomba Iovino. Dopo i saluti del Sindaco Giuseppe Lembo, che ha messo in risalto non solo la Villa Romana, che è un gioiello per la Costiera Amalfitana, di cui, di recente, è stato scoperta una parte del porto, ma anche un ruolo di primazia anche religiosa, con Santa Trofimena protettrice della Costiera prima dell’arrivo delle reliquie di Sant’Andrea, e gastronomica, sulla tradizione della pasta. Una serata interessantissima quella registrata ieri a Minori, di alto spessore culturale, i relatori erano persone quali Aldo Masullo, docente di Filosofia Morale all’Università Federico II di Napoli e Vincenzo Maria Siniscalchi avvocato penalista partenopeo, moderati da Enzo Albano, che si sono intrattenuti sul tema del diritto in relazione alle scelte etiche, sociali e politiche della società contemporanea particolarmente segnata dal progresso e dalle nuove tecnologie della vita. Il libro di Stefano Rodotà, che oltre ad essere docente universitario di diritto civile, è stato garante della privacy, affronta in tutta la sua vastità il tema del diritto in relazione alle scelte etiche, sociali e politiche della società contemporanea, alla pervasività del suo potenziale dominio e, di conseguenza, ai limiti da imporre al suo esercizio. Ci ha colpito, in particolare, un capitolo dedicato a Pier Paolo Pasolini “Per anni in mano ai giudici”, Pasolini che è stato processato in continuazione da una società che lui processava, da uomo di cultura, Pasolini, quasi un nome che la nostra cultura vorrebbe rigettare, alla fine nessuna condanna “ma Pasolini non è uscito immune dal fuoco della giustizia come una salamandra, ha avuto assoluzioni a volte in appello o per l’amnistia…” e il Pasolini che, conscio del sistema della politica e della giustizia italiana, chiedeva il “processo” non la condanna, cioè il mettere in luce le cose. Aldo Masullo ci ha colpito per il suo essere un “ragazzino” di 84 anni. Entrambi, Rodotà e Masullo, disponibili al dialogo e al colloquio come se fossero gli amici di sempre. Ciò che ci ha colpito è la spontaneità e la semplicità, la lucidità è data proprio da questa capacità di avere concetti chiari. Semplice la risposta sulla prima versione del decreto Gentiloni. Prevedere che siti e blog debbano registrarsi al Roc è un tentativo di imbrigliare la rete o darle regole, esiste già una legge quella del 2001 che prevede che i siti che vogliono diventare testate giornalistiche si sottopongono ad una registrazione, ora la previsione del Roc per tutti ma perché secondo lei? “So che Gentiloni ha cambiato .0 9il testo, purtroppo non si tratta neanche di un tentativo di regolamentare il settore, quel tipo di previsione è pura sciatteria.” E il tentativo di controllare la rete per il rischio pedofilia? .”Si tratta di un problema vero e tuttavia ci sono dei paradossi in tutta questa vicenda. La pedofilia ha trovato in Internet un canale importante, ma è anche un canale che può essere seguito e scoperto. oggi i siti Internet consentono degli accertamenti e delle indagini più dirette. La mia preoccupazione è che, partendo dalla sacrosanta esigenza di colpire i pedofili, si introducano poi delle norme che possono essere di discriminazione, di stigmatizzazione e un po’ di caccia alle streghe”. E il rischio terrorismo sul Web? “Attraverso il riferimento alla pedofilia, alla pornografia, al rischio che i siti web siano utilizzati per diffondere per esempio istruzioni terroristiche, possa farsi strada un’idea di censura globale sulla Rete che finirebbe un po’ per snaturarne anche il significato di libertà. Dove si colloca poi la frontiera tra i comportamenti illeciti e i comportamenti invece inammissibili? Il rischio è la limitazione della libertà di manifestazione del pensiero”. I sistemi di controllo in Rete spesso eludono i dati dichiarati che a volte sono falsi e giungono alla reale identificazione dei naviganti, al loro indirizzo, il numero di telefono, i loro gusti. Diritti individuali, in questo senso, e sicurezza collettiva sembrano scontrarsi. Come ci si orienta e quali sono i limiti? “Io credo in quello che viene chiamato l’anonimato protetto, cioè qualcuno sa il nome che corrisponde a uno pseudonimo e però ciò può essere svelato soltanto se l’autorità giudiziaria ritiene che ci siano elementi tali da ritenere che per perseguire un reato, ad esempio, questo anonimato debba essere eliminato. Quindi solo per queste ragioni. Quanto poi all’accertamento di gusti, preferenze, produzione di profili, siamo sul terreno della raccolta dei dati e questo non può avvenire senza il consenso espresso dell’interessato”. Quali sono i rischi connessi alla cessione di informazione per ottenere servizi gratuiti tramite Rete? “Anzitutto il fatto stesso che io debba dare delle informazioni sul mio conto implica che la parola gratis sia assolutamente sbagliata. Non solo sto cedendo qualcosa ma sto cedendo qualcosa che l’industria, e in genere il mercato, in questo momento ritiene pregiatissimo. I dati personali sono la materia prima sulla quale si lavora. Questa è la prima considerazione da fare. Secondo, la cessione di queste informazioni può provocare danni molto gravi perché si tracciano profili, che possono portare a difficoltà nell’accesso al credito, difficoltà nell’ottenere determinati prodotti, essere esclusi da determinate fasce di consumo. Paradossalmente noi stiamo estremamente attenti nell’impedire, per esempio, che si possa vendere un rene. Noi sappiamo però che la vendita di un rene non provoca poi gravi problemi di salute, si vive benissimo con un rene in meno, tanto che all’interno della famiglia e con una donazione è ammessa la cessione del rene. E invece siamo ciechi rispetto alla cessione di informazioni che fanno parte del nostro corpo elettronico che invece ci può provocare gravi discriminazioni”. Come difendere le persone che possono accedere a certi servizi solo cedendo parte delle loro informazioni private? “C’è il rischio che nasca una società castale dove i più poveri devono subire la pubblicità, ma questo è un discorso che si fa da molti anni negli Stati Uniti, e che poi sono costretti ad entrare in una sorta di circuito infernale di pubblicità in cambio di servizi, con una crescente dipendenza da una informazione ovviamente più suggestiva che non di tipo conoscitivo. Mentre chi ha mezzi per sottrarsi a tutto questo mantiene integra la propria libertà. Credo che servano norme che limitino queste forme di intrusione e di invasione della vita privata e sia necessaria una discussione comune su quella che è anche l’etica in questo settore”. Sulla riservatezza dei personaggi pubblici come si è regolato nei casi di ricorsi? “Bisogna distinguere da casi e casi, intanto mi ricordo il caso di Frizzi che protestava perché era stata violata la sua privacy quando fu fotografato con la nuova compagna in un noto ristorante, questo fatto di per sé non ne tutelava la privacy, visto il luogo pubblico, diverso il caso di Lilli Gruber quando fu fotografata all’interno del terrazzo della sua casa dove stava prendendo il sole. Comunque il fatto che si è personaggi pubblici ne limita di fatto la privacy se operano in un ambito pubblico.” Di straordinario interesse anche la conoscenza di Masullo. Ne abbiamo apprezzato la simpatia e la convivialità al ristorante Alta Marea a Minori, dove, fra ottimi primi a base di legumi, particolari i ceci con il farro, annaffiati dal vino Xeniart, di produzione del professor Mario Apuzzo, un vero e proprio vulcano a quanto pare, che non finisce mai di stupirci, ha colloquiato con amabilità. Masullo è dotato di una chiarezza esemplare, a cominciare dalla precisazione sulla differente origine etimologica di “etica” e “morale” e la differenza tra il latino “mos” che indica il costume come abitudine sociale e il greco “ethos” che indica l’iniziativa individuale entro un contesto sociale Aldo Masullo propone un’etica forte e non relativistica a partire dalla domanda che ciascuno di noi deve porsi sul proprio destino . Ricondotto alla sua istanza originaria, dunque, il tema della salvezza che la tradizione cristiana interpreta in termini religiosi, è un tema laico e razionale che Masullo collega al problema del tempo e alla conquista di una “immortalità” da intendere non in modo mitico e sostanzialistico ma come conquista di una stabilità della coscienza non più minacciata dalla contingenza e dal trauma della perdita. Secondo, per edificare un’etica della salvezza, non si può partire dall’opposizione tra interessi particolari e Masullo valori universali e da una morale prescrittiva, ma dalla consapevolezza che l’individuo, se vuole superare il trauma del tempo, deve uscire fuori di sé e determinare un’apertura universale e morale. Il mondo di internet può annullare le coscienze? “Non è lo strumento che annulla le coscienze, sono sempre gli esseri umani a disporne. Internet è uno strumento utile se usato nel modo giusto, anche io (dice sorridendo) ho un mio sito internet”. Oggi come è la filosofia in Italia e in Europa “In Italia come nel resto d’Europa, la filosofia mantiene il suo ruolo, ma mancano i filosofi i grandi pensatori e questo anche in Germania..”.Ma la filosofia a cosa serve? “A niente”. Beh, la risposta degli uomini della strada abituati al profitto immediato, il professore ci ha spiazziati, con simpatia, ma se gli vogliamo dare un senso perché seguire la filosofia? “Per la cura di se stessi, che vuol dare un senso alla propria esistenza e viverla bene, segue la filosofia chi tiene a se stesso.” E a dire come si presenta il professore la filosofia è davvero un toccasana. Michele Cinque