Raccontando Positano – Parte I°

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    Il titolo della rubrica non ha certo pretese di completezza ma si propone come una “Sfida” forse un gioco, in cui ognuno ha il suo ruolo, se vuole….
    Tutti possiamo provare a raccontare Positano attraverso un’ esperienza, un ricordo, un profumo, un colore addirittura un sapore…

    Non è certo semplice Positano ha sempre qualcosa in più!

    Positano è come un sogno non ancora sognato, una ninna nanna dolce, una nenia antica che sa di eternità. “Non si viene o non si torna a Positano, mai per caso. Ogni volta è come un appuntamento con una creatura meravigliosa che adoriamo già nel nostro inconscio…

     

    … E’ da per gli occhi una dolcezza al core che intender non la può chi non la provò.

    (Dante Alighieri)

    Così la descrive nella sua lettera d’ amore a Positano il celebre regista Franco Zeffirelli.

    Ma come iniziare e soprattutto da dove?  Certo, come ogni racconto che si rispetti è bene procedere proprio dall’ inizio….. dove la storia si confonde col mito.

    L’ origine del termine “Positano” è legato alla leggenda. Qualcuno afferma che il piccolo scalo marittimo sia stato creato dagli antichi Romani e, quindi, dedicato a Poseidone dio del mare, da cui appunto deriverebbe il nome.

    Altri la legano all’ arrivo dell’ icona bizantina della Madonna, venerata dai positanesi.

    Taluni poi in una versione un po’ più erotico-simposide, legherebbe il termine a delle pratiche che, si racconta, avevano luogo nella villa romana, i cui resti sono stati rinvenuti sotto la “terra santa” della Chiesa Madre, tra i ricchi mercanti dell’ epoca.

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