PADRONI O PADRONE ? foto

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    Dalla caverna alla casa che legge nel pensiero, tutto è mosso dalle emozioni.

      


    L’illusione universale dell’uomo: essere convinto di poter dominare le proprie emozioni.


    Le emozioni sono antiche almeno quanto l’uomo. Sono sempre albergate nel suo animo sin dal principio, all’inizio in forma elementare, poi con lo sviluppo del ragionamento e del pensiero, esse hanno sempre più preso il sopravvento nel nostro Io, tanto da diventare le linee guida della nostra vita.


    Le scelte, i desideri, le abitudini sono condizionate dalle nostre emozioni: basti pensare a come viviamo la giornata se l’ambiente che accoglie il nostro risveglio è un sole splendente, i passerotti allegri che cinguettano sul davanzale e un caldo odore di brioche che proviene dalla cucina. Le emozioni rendono la vita una piacevole scampagnata o un pesante fardello  a seconda di ciò che proviamo appena giù dal letto. Quanto odiamo, invece, quelle mattine, nelle quali ogni cosa sembra andare per il verso sbagliato: piove, le finestre appannate per il freddo, una leggera foschia sui campi; si mangia di corsa una fetta biscottata,   si beve un caffé,  si salta in macchina o in pullman per andare in ufficio (oppressi dal proprio capo) oppure a  scuola (dove ti attende una difficilissima interrogazione di matematica). Una vera tortura.


    Eppure ci sono quelle persone che nonostante le avversità e le complicazioni della vita, sembrano perennemente avere il sorriso stampato sulle labbra, dominare le proprie emozioni e i propri istinti in modo da essere sempre pimpanti. Questi soggetti molto spesso, sono coloro che da sempre sono stati abituati a vedere il lato positivo delle situazioni, ed a uscire sempre dalla porta del proprio ufficio o della propria classe a testa alta.


    Un fortissimo condizionamento delle emozioni viene operato fin dai primi anni di vita all’interno del proprio nucleo famigliare, tramite il rapporto con i genitori e il clima che si crea nell’ambiente domestico. Addirittura alcune ricerche effettuate in questo campo, riportano delle statistiche sbalorditive: il settanta per cento dei neonati allattati al seno materno, hanno l’emisfero del cervello relativo alle emozioni molto più sviluppato rispetto a quelli abituati al biberon. Gli scienziati spiegano che un intenso rapporto madre-figlio nelle situazioni più intime della crescita aiuta il bambino a provare emozioni sempre nuove. Altre dati evidenziano come sia fondamentale per i preadolescenti l’iscrizione alla scuola materna: essa infatti aiuta a socializzare con altri coetanei ed a entrare in quell’ embrione di società che accoglierà poi il laureato.


    Ma il campo nel quale le emozioni si sprigionano veramente in tutta la loro forza è quello affettivo. L’amicizia e l’amore sono i due pilastri portanti di ogni essere umano. Ognuno si sceglie le persone che potrebbero stargli accanto per sostenerlo durante la giornata; tutto ciò avviene in base alle emozioni che si provano con le persone stesse: il potenziale amico è colui che al primo impatto ti diverte e mettendoti a tuo agio riesce in qualunque momento a passare dal lato scherzoso e spensierato a quello comprensivo e serio. La tua donna, invece, è colei che fa impazzire i tuoi ormoni, ogni volta che si mostra a te in tutta la sua bellezza. Specialmente in quest’ultimo caso le emozioni si scatenano portando l’uomo ad essere succube di esse: ci sono dei momenti, nei quali, presi dal vortice delle passioni, non si sa cosa si stia facendo,   si agisce in modi che mai si sarebbe pensati prima, e si sguaina il coraggio  che mai ci si accorgerebbe di possedere.


    Non si è mai capito bene se l’uomo controlli  le emozioni o siano le suddette a fare il bello o il cattivo tempo su di lui. Quel che è certa è la follia di scienziati e di psicologi  di tutto il globo che cercano di scoprire il bandolo  dell’enorme matassa  degli equilibri e dei sistemi, che regolano questa sfera oscura alle nostre conoscenze.


    La lotta dell’uomo per il dominio delle emozioni è millenaria ma fino ad ora ha portato dei notevoli risultati; infatti ognuno di noi ha dei suoi metodi particolari per controllare le proprie emozioni o per lo meno regolarle in modo tale da avvicinarsi il più possibile  alla serenità, anche se molto spesso invano.


    Per esempio un potente stimolatore nonché regolatore delle nostre emozioni è la musica. Tutti noi la ascoltano, ma ciascuno a suo modo: c’è chi  si nutre di la musica per rilassarsi dopo una pesantissima giornata di lavoro, chi per farsi forza davanti a un problema e per cercare di risolverlo, chi alza la radio a tutto volume (con grande gioia dei suoi vicini di casa) per urlare a squarciagola le parole di una canzone che in lui hanno suscitato emozioni, e che vorrebbe a tutti i costi riviverle almeno per un secondo. È questo il motivo per cui la musica non morirà mai: le emozioni colpiscono il musicista che compone canzoni in modo da  meglio trasmettere i suoi sentimenti; coloro che comprano il disco da lui inciso colgono almeno in piccola parte le emozioni che ha provato il cantante. In questo modo si instaura un circolo vizioso che porta le emozioni a espandersi e a ripresentarsi come anello iniziale e conclusivo della catena emotiva. L’emozione ha alimentato la produzione artistica in tutte le epoche dell’uomo. Ho citato la musica, perché credo sia uno dei simboli della nostra cultura contemporanea e sia elemento costitutivo della vita dei giovani e  dei meno giovani, ma ci sarebbe anche da citare le evoluzioni pittoriche, scultoree e letterarie.


    L’emozione crea la musica, ma la musica a sua volta modifica le persone che la ascoltano: infatti ogni persona segue una determinata corrente musicale, in base ai suoi gusti, e imposta inconsciamente la propria esistenza in base ad essa. Quante volte si sentono termini come ”Punk”,  “Truzzo”, “Metallaro” o “Gabber”; sono tutti termini che dettano uno stile di vita che scaturisce tutto dalla musica. Infine in base allo stile di vita che si ha  e alle proprie idee, si vivono le emozioni e le situazioni in modo diverso.


    Non dimentichiamo la tecnologia che è parte integrante della nostra società, la quale migliora più o meno la nostra vita  a seconda di quanta ne possediamo. L’ultima frontiera tecnologica è la fusione dello studio delle emozioni più profonde e l’ambiente più amato da ogni persona: la propria casa.  Per accrescere questo amore verso la propria abitazione (entrando addirittura in simbiosi con essa), è stato aumentato all’estremo l’apportato di robotica oltre ad una miriade di sensori capaci di leggere nel pensiero dell’inquilino; al fine di capire telepaticamente i  sui bisogni e le  sue richieste inconsce.  Per esempio la cottura del toast,   la musica per rilassarsi ed  i programmi  alla TV; il tutto comodamente stando seduto in poltrona. Unico obbiettivo: far percepire alla mente uno stato di serenità tramite il dominio e il perfetto rispetto dei desideri e delle emozioni.


    Quindi la sfida è sempre aperta, l’uomo che cerca di comprendere e dominare le proprie emozioni  e le emozioni che ci dominano intrinsecamente. Con tutto il rispetto per la tecnologia credo che per essere felici non sia necessario avere un tostapane che legga nel pensiero, ma essere più attenti al mondo che ci circonda e ai nostri affetti. Non si deve cercare di dominare noi stessi, ma capire il proprio Io. Si deve fare attenzione soprattutto alle emozioni delle persone che ci stanno accanto. Allora troveremo  la serenità. Tutto il resto è soltanto la  ciliegina sulla torta.


     


      

    Natasha Andriyuk

     

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