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Il santuario dei Giochi Isolimpici Neapolitani a p.zza Nicola Amore, Napoli. Conferenza di Daniela Giampaolo per gli Amici di Pompei.

18/01/20

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Attenzione l'evento è già trascorso

Nell’ambito delle attività dell’ Associazione Internazionale “Amici di Pompei”, segnaliamo il prossimo incontrosabato 18 gennaio 2020 – ore 17,00 presso l’Antiquarium Nazionale di Boscoreale, via Settetermini, località Villa Regina, con la conferenza :

Il santuario dei Giochi Isolimpici Neapolitani a p.zza Nicola Amore, Napoli tenuta dalla
dott.ssa Daniela GIAMPAOLA, funzionario archeologo, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli.
Dal sito   Archeologia e città: La ricostruzione della linea di costa  del 2009 di Daniela Gianpaola traiamo  il saggio dedicato ai giochi.
Piazza N. Amore. Stazione Duomo. La scoperta del
Santuario dei Giochi Isoloimpici
L’intervento si è sviluppato immediatamente all’esterno del
tratto meridionale della cinta muraria di Neapolis che dal
complesso di S. Marcellino può essere seguita lungo il tratto
nord di corso Umberto sino a Forcella (Giampaola 2004). I
livelli più antichi corrispondenti ad un ambiente di spiaggia
emersa hanno restituito abbondanti materiali ceramici,
dall’Età del Bronzo medio-recente all’età del ferro, che
rappresentano un’inedita testimonianza di frequentazione
per le fasi più remote della città. La stratigrafia sabbiosa
soprastante ha rivelato che nel VI secolo a. C. la linea di
battigia corre vicina alla base della scarpata del pianoro della
città antica su cui saranno edificate circa un secolo dopo le
mura. Successivamente, la spiaggia conosce una prima
edificazione strutturata nel corso dell’avanzato IV secolo a.

C, quando è costruito un complesso monumentale

probabilmente a carattere sacro. Esso è messo fuori uso
già nella prima metà del III secolo a. C ed è occupato da
apprestamenti artigianali per la produzione di ceramiche
Mostra Stazione Neapolis. I cantieri dell’archeologia. Galleria di collegamento fra la
stazione Museo della Linea1 della Metropolitana ed il MAN.

Piazza N. Amore. Stazione Duomo. Edificio del IV secolo a.C

40
Ricerche
TeMA
03.09
TeMA Vol 2 No 3 settembre 2009
(anfore, ceramica comune, vernice nera), confermando la
localizzazione, già da tempo proposta, di officine ceramiche
lungo c.so Umberto, in antico comprese fra le fortificazioni
di
Neapolis
ed il mare (Febbraro e Giampaola 2009).
Intorno agli inizi del II secolo a.C. l’area è interessata da un
profondo riassetto monumentale testimoniato nel settore
meridionale da un portico in blocchi di tufo in assise piane
identificato come un ginnasio preesistente il santuario dei
Giochi Isolimpici.
Sia il muro di fondo che il basamento del portico conoscono
rifacimenti dei paramenti in età augustea ed in età flavia-
traianea.
In quest’ultima fase il muro di fondo è interamente rivestito
di lastre marmoree rinvenute in crollo nello spazio antistante.
Le lastre iscritte in greco riportano i cataloghi degli atleti
vincitori dei Giochi Isolimpici, i quali, come attesta la tradizione
e una nota iscrizione rinvenuta nella stessa Olimpia, sono
stati istituiti nel 2 d. C. a
Neapolis
in onore
dell’imperatore
Augusto (De Martino 2007).
Il portico borda a sud un tempio, datato alla seconda metà
del II secolo d.C., di cui si conservano il podio costituito da
una platea cementizia foderata da muri in opera laterizia di
grande dimensione e la scala di accesso sul lato breve
occidentale. Il podio è circondato da un ambulacro esterno,
retto sui lati nord e sud, più largo sul fronte su cui si apre
la scala, definito da bassi muri in opera reticolata e
pavimentato con grandi lastre marmoree, di cui restano solo
le impronte rinvenute sul massetto di preparazione
(Bragantini et al. 2009).
L’ambulacro è ristrutturato alla metà del III secolo d. C.: è
realizzato un nuovo pavimento a mosaico, con grandi
tessere marmoree policrome, molte delle quali di riutilizzo,
come dimostrano chiaramente le tessere bianche iscritte,
relative ai cataloghi agonistici.
Il podio ingloba i resti di un edificio templare più antico al
quale è pertinente un pavimento a mosaico in tessere
bianche e nere e la decorazione architettonica marmorea
rinvenuta in crollo sul versante meridionale dell’ambulacro.
La decorazione architettonica (cornici, capitelli, frammenti
di colonne) ad una prima analisi risulta databile ad età
tiberiana. Lo scarto cronologico fra la sua cronologia e quella
del podio in laterizi potrebbe essere spiegata con l’ipotesi di
un rimontaggio nella fase più recente dell’apparato
decorativo precedente. Mancano le strutture murarie
pertinenti all’edificio più antico, evidentemente andate
completamente distrutte per la costruzione del podio
successivo.
Nel suo complesso l’eccezionale scoperta conferma le ipotesi
di localizzazione nella fascia litoranea antistante
Neapolis del quartiere agonistico sorto in concomitanza con l’istituzione
dei Giochi Isolimpici, chiarendo così la destinazione funzionale
di una parte dell’espansione edilizia al di là del perimetro
sud-orientale della città.
È la fase precedente che sfugge ad una chiara definizione:
valorizzando la continuità di destinazioni che, almeno dal IV
secolo, lo scavo sembra attestare, è possibile ripensare, ma
ancora senza dati che possano suffragarla, alla tradizione sui
giochi in onore della sirena Parthenope.
Non appena l’indagine ha chiarito l’eccezionalità del contesto
e la monumentalità della fase di età imperiale, la Soprin-

tendenza archeologica di concerto con l’Amministrazione

Comunale e la Società Metropolitana ha
sviluppato la problematica della tutela e della
valorizzazione dei resti archeologici,
privilegiando l’ipotesi di una musealizzazione
del tempio e di parte del suo contesto
all’interno della stazione.
Attraverso una attenta e lunga istruttoria,
ancora una volta coordinata dal Superiore
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
attraverso la Direzione Regionale della
Campania, è stato verificato che tecnicamen-
te l’ipotesi poteva essere attuata solo
attraverso lo smontaggio ed il rimontaggio
dell’edificio. Chiarite le linee guida dell’inter-
vento, mediante il concorso di competenze
ingegneristiche, archeologiche, architet-
toniche, conservative, si è elaborato il
programma esecutivo di smontaggio che ad
oggi è stato portato a termine con successo.
Solo dopo l’estensione dello scavo all’area
del mezzanino non ancora realizzato, e conte-
stualmente alla realizzazione del progetto
architettonico esecutivo della stazione sarà possibile
procedere al rimontaggio dell’antico tempio del Santuario
dei Giochi Isolimpici, impresa sicuramente non facile, per la
quale si auspica una rapida acquisizione dei finanziamenti
utile.
L’Associazione Internazionale “Amici di Pompei”, fondata da Amedeo Maiuri, è sorta il 13 luglio 1955 con atto del notaio dott. Romolo Scivicco, registrato a Napoli il 16 luglio 1955 al n. 1555, allo scopo di promuovere “la migliore conoscenza di Pompei, l’incremento degli studi e degli scavi pompeiani, nonchè la conservazione dei monumenti dell’antica città” (art. 2, Statuto 1955).
L’Associazione, senza fini di lucro, intende appoggiare le Istituzioni preposte alla tutela: non a caso, il Soprintendente di Napoli e Pompei in carica presiede il Consiglio Scientifico dell’ Associazione. Fra le attività sociali vi sono l’ organizzazione di cicli di conferenze e di visite nei siti archeologici, non solo di competenza della Soprintendenza.
Attualmente l’Associazione è presieduta dal noto archeologo prof. Stefano De Caro.L’Associazione pubblica da anni una propria rivista specializzata in studi di pompeianistica, prima chiamata “Cronache Pompeiane” (ed. Macchiaroli, Napoli, nn. I a V, 1975 – 1979), poi “Pompeii Herculaneum e Stabiae” (numero unico I, 1983, Pompei) e attualmente “Rivista di Studi Pompeiani” (I-1987, XXIX 2018 Roma, L’ Erma di Bretschneider). La Rivista ha periodicità annuale e pubblica i contributi dei maggiori studiosi di pompeianistica, ma anche di giovani laureati meritevoli nel campo di tali studi.
I lavori devono essere sottoposti, prima della pubblicazione, al giudizio del Direttore della Rivista che presiede il comitato scientifico.
Molto importante è la sezione del Notiziario che, di anno in anno, dà conto degli scavi e/o delle attività scientifiche svolte dalla Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei attraverso i propri uffici periferici, o da Istituti Universitari o di Cultura italiani e stranieri.

Nel 2007 si è affiancata alla Rivista una nuova collana edita dall’Associazione, i “Quaderni di Studi Pompeiani” (da  I-2007 a VII-2017).

L’Associazione svolge da anni un’importante attività scientifica – culturale, di cui all’articolo della dott.ssa V. Castiglione Morelli, edito nel numero XX – 2009 della Rivista di Studi Pompeiani.

Lo Statuto dell’Associazione è stato aggiornato alle nuove esigenze con atto del notaio dott. Raffaele Matrone del 6 luglio 2005, registrato a Castellammare di Stabia il 7 luglio 2005 al n. 2966/17.

Sede e Segreteria: Auditorium Scavi di Pompei – Piazza Esedra, 5 – 80045 POMPEI
Tel. Segreteria +39 081.8632941

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