RAVELLO, IL PREMIO NOBEL DOUGLASS NORTH A PALAZZO SASSO

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Ravello, in Costiera amalfitana in questi giorni è stata piena di personaggi del mondo dello spettacolo, del cinema, dello sport, della musica, ma anche da personaggi del mondo della cultura come  Douglass C. North, premio Nobel per l’Economia nel 1993. L’Economista americano è stato ospite dell’Hotel Palazzo Sasso, vista sul mare della costa d’ Amalfi, un soggiorno avvenuto qualche giorno fa come segnalato da Il Vescovado.Douglass C. North è nato nel 1920 a Cambridge (Massachusetts). Era stato ammesso alla Harvard University, ma la sua famiglia si trasferisce a San Francisco e si iscrive quindi alla University of California a Berkeley, dove diventa un marxista convinto e, secondo le sue parole, “uno studente a dir poco mediocre”. Dopo la laurea in Economia, entra nella Marina mercantile e alla fine della guerra sta per scegliere di fare il fotografo, dopo aver lavorato nell’estate del 1941 con Dorothea Lange. Ma il marito di lei, Paul Taylor del Dipartimento di Economia della University of California, lo convince a diventare un economista. Riceve il suo primo incarico di insegnamento all’Università di Washington, a Seattle. I suoi primi lavori e pubblicazioni riguardano gli sviluppi dell’analisi delle assicurazioni sulla vita e della loro relazione con i fondi di investimento. Si occupa quindi di elaborare una cornice analitica per lo studio della crescita economica regionale. Nel 1956-1957 è invitato a passare un anno come ricercatore al National Bureau for economic Research e fa un grande studio storico quantitativo sulla bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti, che sfocia nel suo primo libro: The Economic Growth of the United States from 1790 to 1860. Nel 1966-1967 passa dalla storia economica americana a quella europea e va a “ristrutturarsi” a Ginevra come Ford Faculty Fellow, perché convinto che gli strumenti della teoria economica neo-classica non fossero in grado di spiegare il tipo di cambiamenti sociali fondamentali che avevano caratterizzato le economie europee dal Medioevo in poi. Ne scrive poi in Institutional Change and American Economic Growth (con Lance Davis) e The Rise of the Western World: A New Economic History (con Robert Thomas): entrambi i libri sono un primo tentativo di sviluppare alcuni strumenti di analisi istituzionale e di applicarli alla storia economica. La lunga marcia verso un nuovo quadro analitico implicava l’elaborazione di un nuovo punto di vista sulle istituzioni e di un modello di economia politica che consentisse di trattare e di spiegare la fonte sottostante alle istituzioni. Implicava altresì il tentativo di capire perché le persone hanno le ideologie e le idee che ne determinano le scelte. In Structure and Change in Economic History (1981) Douglass C. North abbandona il concetto di efficienza delle istituzioni e cerca di spiegare perché regole “inefficienti” tendono a esistere e a perpetuarsi. Ancora insoddisfatto della propria conoscenza dei processi politici, nel 1983 lascia l’Università di Washington, dove aveva lavorato per 33 anni, come direttore dell’Istituto per la Ricerca Economica e come Presidente. Si trasferisce alla Washington University di St. Louis, dove crea il Center in Political Economy e dove dal 1986 è professore di Economia. In un saggio del 1990, Institutions, Institutional Change and Economic Performance, comincia a mettere seriamente in discussione il postulato di razionalità. Questo lo porta occuparsi di scienze cognitive, per capire il modo in cui la mente impara e compie delle scelte, e come gli individui compiano delle scelte in condizioni di incertezza e di ambiguità. Douglass C. North riceve il premio Nobel per l’Economia nel 1993. Dal 1985 dirige la serie di monografie di Cambridge “The Political Economy of Institutions and Decisions”. È stato direttore del Journal of Economic History per cinque anni, presidente della Economic History Association nel 1972 e membro per vent’anni del Comitato direttivo del National Bureau for Economic Research. Dal 1986 è membro della British Academy.

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