COSTIERA AMALFITANA, COMPLEANNO DELLA DONNA DEI DOLCI MARIA AMATO

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    Maria Amato, la “donna dolce dei dolci”, come l’hanno definita, ha festeggiato il compleanno il 29 marzo  tagliando una grande torta, che è stata poi distribuita a fette ad amici e clienti della Pasticceria Trieste, al corso Reginna di Maiori, in Costiera Amalfitana, della quale è titolare. Di una signora non si rivela l’età, insegna il galateo, e io non dirò quella di Maria. Una bella età che non le impedirà, per lunghissimo tempo ancora, di dedicarsi alla sua attività: produrre prelibatezze per la gioia dei nostri palati. Maria s’è sempre rifiutata di cedere alla suggestione dei “semilavorati”, tanto di moda, che avrebbero potuto renderle più agevole il compito. No, insiste, tutto dev’essere fresco, autentico, genuino, secondo tradizione. Non è difficile vederla impegnata direttamente, nel piccolo laboratorio, a sbucciare mandorle o a preparare impasti e creme. Ricordo i famosi “sospiri”, inventati da don Ciccio ‘o Spilacito, poi divenuti patrimonio della Pasticceria Trieste in costa d’ Amalfi, formati da due fondi rotondi di pan di Spagna, con crema all’arancia, ricoperti di glassa fondente al limone (non un limone qualsiasi, ma lo sfusato amalfitano). E poi le paste di mandorle al gusto di pistacchio, cocco, fragola, caffè, ecc. ecc. E certe straordinarie torte farcite di profumatissima crema al limone (idem come sopra). Proprio il compleanno di Maria ha rappresentato l’occasione per proporre due nuove specialità: dei “sospiri imperiali”, con raffinate creme e delicate fragranze, e un liquore, il “Concerto”, realizzato sulla base di un’antica ricetta – opportunamente rivisitata – delle suore del Conservatorio di Pucara di Tramonti. Organizzando questa festa, i nipoti – da Antonio a Antonio jr. (la cui immagine di vispo frugoletto era riprodotta sulla torta), Luigi, Irene e Anna – hanno voluto rendere omaggio a “una persona che ci ha insegnato – hanno scritto in un messaggio, stampato su preziosa carta d’Amalfi –, con la concretezza degli esempi viventi, che la vera giovinezza è quella del cuore e dell’amore verso gli altri”. Peppino Di Lieto, il “nostro” poeta dialettale, noto per i suoi pensieri stonati (espressi fuori dal… coro, e perciò spesso caustici), ha dedicato a Maria una poesia, dal titolo emblematico: “Suspiri…”: M’aggio arrubbato nu poco ‘e priezza / che sprizzava dall’uocchi ‘e ‘na bella nonnina / mentre accattavo ‘na guantiera ‘e dulcezza / int’ ‘o bar Trieste ‘e corso Regina. / Adderèto ‘o bancone ce steve Nannina / che serveva a’ cliente col suo fare suadente: / “Ci mettim’ ‘nu sciù? Chillo piace a Giannina”. / “Sì, ‘nu babà p’ ‘o nonno, che ci ha solo un dente, / tre o quatto zéppole, ‘nu poco ‘e pastiera, / sette suspiri, ‘nu bigné al cioccolato, / se avanza qualcosa ‘o mangiamm’ stasera / c’ ‘o piccirillo co’ musso gnaccato”. / Verenno ‘sta nonna che la gioia pregustava / aggio avuto ‘nu brivido e ho sospirato: / “Io provo sti cose pecché so’ Stunato”. Sigismondo Nastri

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