Napoli. Biblioteca Nazionale. Il giardino del sapere. Clara Rezzuti.
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Finalmente una mostra di speciale e particolare livello.
E’ stata prorogata sino al 5 Aprile 2009 la mostra, intitolata “Il giardino del sapere”, che Clara Rezzuti ha magistralmente predisposto nella “Sala Leopardi” della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, allocata nel Palazzo Reale, a Piazza del Plebiscito, a Napoli.
Il ricco catalogo, pubblicato da Altrastampa Edizioni, è a cura di Mauro Giancaspro, che ha scritto una preziosa nota introduttiva, mentre gli altri interessanti testi sono di Mario Franco, Diana Gianquitto, Dario Giugliano, Dino Pasquali; le splendide foto sono dovute al maestro della fotografia Fabio Donato.
L’allestimento dell’esposizione è di Iole de Mari e Francesco Maria Stazio.
Clara Rezzuti da oltre cinquantanni vive e lavora a Napoli; ha esposto in Italia ed all’estero.
E’ molto conosciuta e notevolmente apprezzata dalla critica più qualificata.
Ha sempre lavorato con grandissima serietà operativa ed è sempre disponibile a nuove sperimentazioni; ha messo al centro della sua incessante ricerca l’attenzione al sociale e non ha mancato di riflettere “sul femminile”.
L’odierna mostra è un giardino fantastico, immerso in una foresta lunare ingemmata da metafore e segmentata da simboli, nonché frazionata da segni scritti e ripartita da notazioni figurative.
Quello che l’affermata artista partenopea ha realizzato è davvero di notevolissima qualità percettiva e di sostanziale valore etico; è uno sguardo serrato sulla storia e, sostanzialmente, delinea attraverso volti e scritti la corsa degli eventi, belli e brutti, dell’umanità.
Alberi geometrici illuminano di bianco il percorso al visitatore per condurlo alla conoscenza attraverso i personaggi della storia, attraverso la memoria, mentre lo sguardo immagina il futuro.
Poche volte abbiamo visto mostre di fine qualità ed esteso spessore e questa vista ed assunta alla “Sala Leopardi” è di rara bellezza, per resa di allestimento e per la franca distribuzione della storia, con i suoi risvolti giusti e con i suoi rivoli di accidia e di sopraffazione.