SORRENTO, PINETA LE TORE. INIZIATE LE OPERAZIONI DI DIRADAMENTO foto

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PINETA LE TORE:

INIZIATE LE OPERAZIONI DI DIRADAMENTO

IL WWF AUSPICA LA RICOSTRUZIONE DEL BOSCO MISTO PER IL  POTENZIAMENTO DELLA BIODIVERSITA’. LA STORIA DI UNA DELLE OASI PIU’ BELLE DELLA PENISOLA SORRENTINA CHE SI AFFACCIA SULLA COSTIERA AMALFITANA

Sono iniziate da una decina di giorni le operazioni di “sfollo” degli alberi nella Pineta Le Tore a Sorrento. (un’oasi meravigliosa che dalla Penisola Sorrentina si affaccia sulla Costa d’ Amalfi su Positano e Praiano  di fronte I Galli e Capri, ndp) L’intervento di manutenzione al rimboschimento è messo in atto dalla Comunità Montana e preceduto da una attenta analisi tecnica agronomica che ha portato alla relazione del  “Verbale di assegno e stima e  Relazione di non significatività (ai sensi dell’art.1 comma 6 punto ter L.R. n.14 del 24/07/06)” redatta dal Tecnico dott. Agr. Giuseppe Coppola.

Il Monte Le Tore del Comune di Sorrento è un Sito ricadente nella rete Natura 2000 ovvero un’area destinata alla conservazione della biodiversità presente sul territorio e alla tutela degli habitat. L’esecuzione dei lavori  ha come obbiettivo principale la rinnovazione della pineta da attuarsi tramite diradamento delle conifere e successivo reimpianto con specie latifoglie.

La Pineta de “Le Tore” con i suoi 526m. è il punto più alto della dorsale da S.Agnello a P.ta Campanella e, con la sua splendida posizione geografica con vista sui due Golfi e sugli isolotti de Li  Galli, è uno dei luoghi paesaggisticamente più belli della Campania.

La Pineta si estende su un’area di circa 20 ettari ed è proprietà del Comune di Sorrento. Essa è inserita in un contesto di pascoli e impianti agricoli, con i quali costituisce i 100 ettari del Parco Territoriale previsto dal Piano Urbanistico del 1987.

STORIA DEL RIMBOSCHIMENTO DELLE TORE

Alterne vicende, sia ambientali che antropiche, hanno influito sul rivestimento vegetazionale della Pineta, che ha subito di volta in volta devastazioni e ricostruzioni.

Quasi certamente, fino ad epoche a noi vicine, il bosco “Le Tore” doveva essere un querceto di Quercus pubescens, con elementi della macchia sempreverde.

Con il volgere del tempo, si sono avuti continui processi di degrado, quali tagli, incendi e usi impropri, che hanno spinto l’Amministrazione comunale ad intervenire per valorizzare questa sua proprietà. Si apprende da una lettera del distretto forestale di Napoli del 18/11/1926 che la Pineta venne rimboschita con Castagno, Ontano napoletano e Pini mediterranei, in un periodo compreso fra il 1907 ed il 1913. I lavori proseguirono negli anni successivi e fino al 1921.

Purtroppo già nel gennaio del 1931, vennero accertate numerose infrazioni per pascolo abusivo e per tagli furtivi. La seconda guerra mondiale inferse il colpo di grazia a quanto ancora sopravviveva dell’antico rimboschimento. Pascoli e tagli abusivi, assenza di vigilanza e di interventi colturali ridussero Le Tore ad un cespugliato incolto, abbandonato al suo destino dallo stesso Ente proprietario. Finalmente, nel 1950, ebbero inizio i lavori per il ripristino del soprassuolo forestale; vennero seminate due specie di pini mediterranei: il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) ed il Pino marittimo (Pinus pinaster). Tuttavia, la giovane Pineta fu distrutta ancora una volta a causa del ciclone del 31/12/74 e fu quindi ricostituita dalla Forestale e dalla Comunità Montana della Penisola Sorrentina, con lo stesso tipo di Pini, anche se il Pino d’Aleppo è presente in maniera quasi irrilevante rispetto alla grande quantità di esemplari di Pino marittimo.  

Nel 1994 la sua gestione fu affidata al WWF, con una convenzione prima annuale poi, dal 1999, quadriennale; ciò rese possibile l’istituzione di un vero e proprio Rifugio WWF. Vista la natura del Rifugio le Tore, polmone verde interno ad un contesto urbanizzato, la gestione dell’oasi era mirata soprattutto all’individuazione di modelli alternativi per la gestione di aree verdi. In questo contesto nasceva il tentativo di fare della Pineta un laboratorio multidisciplinare, in cui alla scuola ecologica all’aperto e alle attività tipicamente naturalistiche si accompagnava un nuovo modo di “vivere” la natura come scenario ispiratore delle più svariate occupazioni.

Dal 2003 la convenzione con il WWF non fu più rinnovata e l’oasi  tornò terra di nessuno.

Il wwf si è da sempre fatto promotore di un progetto che prevedeva la graduale sostituzione dei Pini (Pinus pinaster)con specie diverse ed originarie dell’area mediterranea per ricreare il bosco misto ormai scomparso e un tempo presente. In questo modo, la Pineta avrebbe perso in parte le sue caratteristiche attuali, tra cui l’impianto eccessivamente “geometrico” dovuto alla presenza esclusiva dei Pini, accentuato dalla loro crescita in altezza, con tronchi longilinei e chiome piuttosto regolari e poco folte, a causa della loro vicinanza e quindi della scarsità di luce e d’acqua.

Altro aspetto peculiare, che denota la struttura “antropomorfa” della Pineta, è la sua estensione in lunghezza, marcata dalla presenza dell’ampio viale centrale, contro l’estensione irregolare di altri luoghi simili. I caratteri anzidetti, infatti, manifestano l’origine “artificiale” di questo luogo, concepito e creato dall’uomo, sia per motivi ambientali, sia per motivi di sicurezza: fare da scudo a calamità naturali quali il ciclone avvenuto nel 1974.

Il WWF, da sempre attento al futuro delle Tore, sottolinea come nell’eseguire le operazioni di taglio ci si debba attenere scrupolosamente ai suggerimenti presenti nella Relazione di non Significatività, ed in particolare:

1) le operazioni di taglio andranno completate e interrotte necessariamente prima dell’inizio della stagione riproduttiva dell’avifauna e dei mammiferi, ovvero entro la prima decade di marzo. Procrastinare tali operazioni significherebbe recare un indiscutibile forte disturbo ed un danno alla fauna presente nel sito, le cui popolazioni hanno già subito gli effetti negativi del prelievo venatorio, dell’intensa attività di bracconaggio e degli incendi boschivi sviluppatisi nell’area la  scorsa estate.

2) nelle operazioni di taglio degli alberi andranno lasciati alcuni fusti in piedi (1 ogni 150 abbattuti – scegliendoli  tra quelli con maggiore diametro) effettuando il taglio del tronco a circa 2-3 metri da terra. Su tali tronchi si potranno successivamente collocare casette nido in legno e/o realizzare apposite cavità per creare “nidi” artificiali per uccelli e mammiferi.

3) andranno lasciati anche qualche cumulo di ceppi e fusti al suolo che verranno colonizzati da funghi, muschi e licheni e costituiranno preziosissimo rifugio per innumerevoli organismi tra cui gli saproxylici che favoriranno i processi biologici, dalla decomposizione dell’albero al rapido riciclaggio del legno morto. In tal modo il legno diventerà impareggiabile fertilizzante del suolo forestale.

4) andrà pianificato l’impianto nella stessa annata del taglio, nel periodo agronomicamente più idoneo, di nuove essenze arboree appartenenti all’area mediterranea (lecci, roverelle, aceri, frassini, castagni, ontani, ecc.) con le finalità auspicate di restituire alle Tore la sua identità di bosco misto.

Sorrento 26-02-09

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