Bernanke: ripresa dell´economia in più di 3 anni. Borse europee chiudono in calo

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    MILANO – Una ripresa completa dell’economia potrebbe aversi in più di tre anni. Lo ha detto il presidente della Fed, la banca Centrale degli Stati Uniti, Ben Bernanke, intervenendo davanti alla commissione bancaria del Senato americano. Una ripresa potrebbe aversi nel 2010 «solo se» i mercati e le banche si saranno stabilizzati ha spiegato Bernanke.
    «È essenziale che continuiamo a completare il piano di stimolo con un’azione di governo forte per stabilizzare le istituzioni finanziarie e i mercati – ha sottolineato Bernanke. Se le misure adottate dall’amministrazione, dal Congresso e dalla Federal Reserve avranno effetto, e solo in quel caso, c’è una ragionevole possibilità che l’attuale recessione finisca nel 2009 e che il 2010 sia un anno di ripresa».

    AIG – Le dichiarazioni del presidente della Fed arrivano quando, dopo le difficoltà di Citigroup e l’imminente varo di una «parziale nazionalizzazione» per il colosso del credito, l’America guarda con preoccupazione alle sorti di un altro gigante: il gruppo assicurativo Aig, già soccorso con un pioggia di miliardi (oltre 150 miliardi di dollari) dal governo federale. Secondo indiscrezioni della tv Cnbc, Aig avrebbe annunciato di aver avviato una nuova fase di trattativa con la Federal Reserve per gestire «imminenti difficoltà finanziarie». Il gruppo, sponsor tra l’altro della squadra di calcio del Manchester United, non ha voluto commentare le indiscrezioni secondo le quali il gruppo annuncerà perdite per 60 miliardi di dollari lunedì prossimo quando renderà noto il bilancio del quarto trimestre 2008 (-24,5 miliardi nel terzo) e ha bisogno di nuovi fondi per evitare il fallimento. Su base trimestrale si tratterebbe della perdita più ampia nella storia del capitalismo Usa dopo i 54 miliardi di rosso accusati da Time-Warner in un trimestre nel 2002.

    FIDUCIA CONSUMATORI – E a completare un quadro decisamente fosco arriva la notizia che l’indice della fiducia dei consumatori statunitensi, calcolato dal Conference Board, nel mese di febbraio è crollato al minimo record di 25 da 37,4 di gennaio.

    WALL STREET – Il caso Aig e le preoccupazioni di Bernanke non sembrano però per ora condizionare la Borsa Usa. Nei primi scambi a New York il Dow Jones guadagna lo 0,58%, lo S&P lo 0,63% e il Nasdaq segna +0,84%.

    EUROPA IN CALO– Hanno aperto invece tutte con segno negativo le Borse europee sulla scia della disastrosa chiusura di lunedì a Wall Street. La Borsa milanese in apertura di seduta vedeva il Mibtel cedere l’1,46%, mentre l’SP MIB cala dell’1,86%. Un calo attenuatosi successivamente grazie all’apertura positiva odierna di New York. Alla fine il Mibtel chiudeva lasciando sul terreno lo 0,20%. Tra i titoli Intesa Sanpaolo ha guidato il paniere di riferimento con un brillante +6,39% a 1,86 euro. Bene anche Unicredit (+3,5% a 0,96 euro), al secondo rialzo consecutivo in due giorni. In luce anche il Banco Popolare (+1,85% a 3,16 euro), cauta Mps (+0,3% a 1 euro), debole invece Mediobanca (-3,63% a 6,24 euro) che ha comunicato che l’utile netto semestrale, sceso a 100,3 milioni dai precedenti 639,9 milioni. Il Leone di Trieste e la controllata Alleanza, all’indomani dell’annuncio del riassetto del gruppo hanno chiuso in linea con il concambio espresso dalla fusione per incorporazione di Alleanza (+1,49% a 4,25 euro) in Generali (-1% a 12,9 euro). L’operazione prevede infatti lo scambio di 0,33 azioni Generali per ogni titolo Alleanza. Tra gli assicurativi hanno sofferto Unipol (-7,12% a 0,78 euro) e Fondiaria-Sai (-2,01% a 10,23 euro). Ha evitato l’ennesimo tonfo in Borsa il titolo del Lingotto, stabile (+0,07% a 3,55 euro) a fine seduta, dopo un avvio difficile a seguito del declassamento di Moody’s sui titoli automobilistici, che ha portato il giudizio sul debito a lungo termine del gruppo torinese a livello di spazzatura (junky), passando da ‘Baa3’ a ‘Ba1’.

    LE ALTRE BORSE EUROPEE – Male in apertura anche tutte le altre principali piazze europee che restavano in rosso al giro di boa di metà seduta. A Francoforte il Dax lasciava sul terreno il 2,1%, a Parigi il Cac40 l’1,4%, a Londra il Ftse100 lo 0,8%. Alla fine Parigi terminava a -0,73%, Londra -0,89% e Francoforte a -1,03%.

    MALE TOKYO – In precedenza la Borsa di Tokyo aveva chiuso gli scambi in ribasso dell’1,46%, sempre in scia alle forti perdite segnate lunedì a Wall Street (-3,4%) per i timori sul sistema bancario, a partire da Citigroup e Bank of America. L’indice Nikkei scende a 7.268,56 punti, 107,60 in meno della chiusura di lunedì e durante le contrattazioni era arrivato a perdere fino al 3%, facendo toccare all’indice, per un attimo, il livello più basso degli ultimi 26 anni. In forte calo anche l’apertura della borsa di Hong Kong -2,86%. La Borsa di Shanghai ha chiuso in flessione del 4,56%. A Seoul l’indice Kospi ha mostrato un ribasso del 3,24% in chiusura. Le perdite sono state più contenute in Nuova Zelanda (-2%), Taipei (-1,06%) e Manila (-1,13%).

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