RAVELLO SUCCESSO DELLA MOSTRA MIRABILIA CORALLI

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Grande successo e alta affluenza di pubblico alla mostra di Torre del Greco “Mirabilia Coralii. Capolavori barocchi in corallo tra maestranze ebraiche e trapanesi”, che continua a richiamare centinaia di visitatori. Fra queste opere di Ravello in Costiera Amalfitana. Dal 20 dicembre scorso oltre 500 le presenze giornaliere registrate al Palazzo Vallelonga, sede della rassegna che, fino al 1 febbraio prossimo, continuerà ad esporre oltre 60 opere, tra arredi sacri, gioielli ed oggetti rari e preziosi. Tutti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, testimonianze autentiche del periodo d’oro dell’arte del corallo in Sicilia tra XVI e XVIII secolo e delle reciproche influenze di maestri locali ed ebrei. Durante l’influenza barocca infatti, il noto valore simbolico apotropaico attribuito alla materia corallina viene esaltato dalla grande capacità e maestria di artigiani e orafi in manufatti ricchi di decorazioni preziose: ostensori, capezzali, acquasantiere, paliotti d’altare e trionfi allegorici, gioielli, risplendono del color sangue dell’ oro rosso che ha una vita anche quando viene strappato alla vita. Grazie ai prestiti della Galleria Regionale della Sicilia – Palazzo Abatellis e della Fondazione G. Whitaker (Palermo), del Museo Regionale Agostino Pepoli (Trapani), del Museo Liverino (Torre del Greco), del Museo di Arte Sacra del Convento di San Vito (Vico Equense), del Museo Duca di Martina e del Museo di San Martino (Napoli), insieme a collezioni private di Marsala, Palermo e Ravello, è stato possibile ripercorrere la grande stagione barocca della produzione in corallo di vere e proprie opere d’arte. Naturalmente la Città della Musica è stata eccellentemente rappresentata dal Museo del Corallo del maestro Giorgio Filocamo, con una Madonna ed un Crocifisso (foto), entrambi del XVII secolo. Singolare è quest’ultimo pezzo, a partire dal capo del Cristo, inclinato a destra, quando l’iconologia tradizionale lo vuole sul lato sinistro. Analogo il crocifisso attribuito a Michelangelo recentemente esposto a Roma che mostra proprio questa particolarità. Non sarà sfuggito poi, ai più attenti e sensibili al fascino della scultura, rimasta inalterata nel tempo, lo spasmo con cui è fissato l’attimo tra l’alfa e l’omega, la vita e la morte, che continuerà a dare nuova vita. Quest’opera, con le altre di eguale fattura, testimonia come il corallo diventa, a partire dal tardo Seicento, materia per forgiare composizioni artistiche complesse, che dialogano perfettamente con le arti maggiori. E tutto sommato è questo lo spirito che dal 1986 anima Giorgio Filocamo, maestro corallaro nonché titolare del museo di opere d’arte e della bottega di piazza Vescovado a Ravello. Napoletano del quartiere Chiaia-San Lorenzo, ma discendente di una famiglia di antica tradizione corallara siculo-napoletana, all’età di 11 anni si avvia alla professione di corallaro e cameista presso il laboratorio del maestro Pasquale Capone di San Giorgio a Cremano. In pochi anni Giorgio diviene specialista nel restauro di opere in corallo, cammei e conchiglie, ma passione e maestria gli vengono tramandate dal nonno materno Guglielmo Letizia, abile corallaro napoletano di ceppo ebraico, dal quale eredita molte delle numerose opere d’arte che, dal 1986, sono esposte al pubblico nel noto Museo del Corallo divenuto, in ventitré anni, continuo attrattore di personalità del mondo della cultura e della politica internazionale. E, sicuramente, ulteriore vanto per Ravello.Il Vescovado, Emiliano Amato

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