ARRESTI IN CAST ´GOMORRA´, BOSS ANCHE NELLA VITA

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    NAPOLI – C’é chi ha fatto il boss, chi il pusher. C’é chi ammazzava, chi riscuoteva tangenti. Nel film italiano candidato all’Oscar dovevano raccontare la camorra: i suoi affari, la sua mentalità. E ci sono riusciti, bene, visto che della camorra e del suo giro d’affari facevano parte. E non come attori. Dal set alla realtà il passo è stato breve e così Giovanni Venosa, Salvatore Fabbricino, e Bernardino Terracciano, tutti attori di ‘Gomorra’, sono finiti in carcere.

    E per loro le accuse tirano in ballo proprio la camorra. Si tratta di protagonisti del film tratto dal libro di Roberto Saviano, al centro di una serie di operazioni condotte dalle forze dell’ordine impegnate nella lotta contro la camorra. L’ultimo in ordine di tempo è stato Giovanni Venosa. Nel film era un capo zona. ‘Qui ci sono troppe tarantelle, qui comando io”, fu una delle sue battute nel film. E infatti, proprio perché comandava lui, condannò a morte due ragazzini che volevano fare i camorristi senza prendere ordini da lui. Nella vita? Droga e pizzo, le accuse. Due mesi fa fu arrestato. I carabinieri fecero irruzione nella sua abitazione perché, secondo indagini e riscontri dei pentiti, era ritenuto uno spacciatore. Il pregiudicato fu comunque indagato come ‘delinquente abituale’ e condannato a due anni di casa lavoro, a Modena. Pochi giorni fa una ‘licenza premio’, così Venosa è tornato nel Casertano e ha iniziato a ‘lavorare’ chiedendo il pizzo. Insieme a Marcello D’Angelo, altro pregiudicato della zona, con numerosi precedenti penali, aveva messo su un’attività estorsiva ai danni di commercianti della zona, costretti a versare la ‘rata di Natale’ per le casse del clan. Prima di Venosa c’erano stati altri arresti, sempre tra gli attori di Gomorra. Si tratta di Salvatore Fabbricino.

    La sua seconda storia si consuma a Scampia, il quartiere delle ‘vele’ e della faida tra il clan Di Lauro e gli scissionisti, raccontata anche nel film. Fabbricino è uno dei tanti ‘guaglioni’ di camorra che compaiono nelle scene girate proprio all’interno delle ‘vele’. Nella realtà uno dei suoi fratelli è stato ammazzato proprio dalla faida ed un altro deve scontare 25 anni di carcere. A Scampia Fabbricino è comparso nelle telecamere di Matteo Garrone, regista di ‘Gomorra’ ma anche in quelle dei carabinieri che per mesi hanno filmato i movimenti che avvenivano nelle piazze di spaccio del quartiere. Quelle immagini poi sono state fatte vedere al pentito Antonio Prestieri che ha indicato Fabbricino come suo ‘dipendente’. In manette è finito anche Bernardino Terracciano, nel film ‘Zi Bernardino’. In Gomorra era un boss della camorra, nella realtà è accusato di essere un appartenente al clan dei Casalesi: lo scorso ottobre fu tra i sette arrestati, affiliati e pregiudicati, ritenuti appartenenti al ‘gruppo di fuoco’ dei Casalesi, capeggiato dal latitante Giuseppe Setola, già sfuggito più volte alla cattura da parte delle forze dell’ordine. 

    ansa.it                                   inserito da Michele De Lucia

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