PATTO COSTA D´AMALFI, RINVIO A GIUDIZIO PER FERRAIOLI E L´EX SINDACO DI CAVA

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    Patto territoriale Costa d’ Amalfi rinvio a giudizio per Raffaele Ferraioli, l’ex sindaco di Cava de Tirreni e altri, otto persone che sono coinvolte a vario titolo. Il pubblico ministero presso la Procura di Salerno aveva chiesto il rinvio a giudizio che è stao dato ieri dal giudice dell’udienza preliminare Dolores Zarone che ha fissato il processo dibattimentale, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Amalfi, il 30 novembre 2009. Il Patto Costa d’ Amalfi doveva portare nelle casse della Costiera 51 milioni di euro e mille posti di lavoro. Invece la cosa ha avuto un’altra piega e la vicenda dell’erogazione dei finanziamenti ancora oggi non hanno avuto termine. Alcuni progetti come la Cartiera del Tirreno a fronte di un contributo di 5 miliardi e 914 milioni si era impegnato ad assumere 1 (una) persona, mentre aziende che avevano chiesto pochi milioni per occupare una decina di addetti venivano escluse. Ci sono anche opere che potevano essere positive per la collettività ma non sono state realizzate. Basti pensare all’opera dell’auditorium di Positano che doveva essere finanziata dai Patti, ma anche i parcheggi interscambio di Vietri sul mare. Sono tanti i finanziamenti avuti da alberghi e l’erogazione di fondi che ha riguardato quasi tutti i comuni della Costiera Amalfitana, Positano, Praiano, Amalfi, Ravello, Cetara, Vietri sul mare e Cava de Tirreni in provincia di Salerno, Patto che si dovrebbe fondere con quello della Penisola Sorrentina che riguarda Sorrento; Vico Equense e Massa Lubrense. . Il pm Gabriella Nuzzi ha infatti formalizzato il tutto ed “avvisato” gli interessati. Si tratta di Raffaele Ferraioli, presidente della Comunità montana Penisola Amalfitana e vice sindaco di Furore; Aniello Lanzaro, imprenditore edile, Alfredo Messina, ex sindaco forzista di Cava ed ex vice presidente del Patto Territoriale Costa d´Amalfi, Marisa Cuomo, viticoltrice della costiera (suo è il famoso “Fior d´Uva”), Ezio Bersano, Andrea Cuomo, marito di Marisa, Annibale Pancrazio ed Antonio Ferraioli, fratello di Raffaele. Per tutti l´accusa è di truffa in danno dello Stato. Per far chiarezza va ripercorsa un po´ tutta la storia o almeno i tratti salienti della vicenda complessiva di questo strumento della programmazione negoziata, concepito per realizzare il cosiddetto “sviluppo dal basso” attraverso la concertazione, regolata con legge dello Stato, tra enti pubblici e soggetti privati. Scopo ultimo è la creazione di nuove unità lavorative. Ora che cosa è successo dalle parti della costiera amalfitana? Semplice, basta porsi alcune piccole domande: è strano o non è strano che con circa tre milioni di euro concessi ad una azienda di Cava dei Tirreni i posti di lavoro creati alla fine siano stati uno soltanto? In pratica con sei miliardi di lire, tutti pubblici, un´azienda alla fine di tutto l´iter procedurale e dopo averli incassati tempo addietro, “abbatte la disoccupazione” locale immettendo sul mercato del lavoro appena una sola unità. E’ strano poi che venga finanziata la pur ottima azienda vinicola di Marisa Cuomo, moglie del fratello di Ferraioli, o l’albergo Bacco che era di proprietà anche dello stesso Ferraioli? E´ strano o non è strano poi, che un´altra società della zona abbia ottenuto finanziamenti pubblici per produrre carrozzelle per portatori di handicap ed invece al posto di quest´impresa ci ritroviamo con una comunissima concessionaria d´automobili? E´ strano o non è strano, ancora, che le graduatorie e gli elenchi delle aziende ammesse all´agevolazione finanziaria abbiano fatto registrare anomalie in fase istruttoria (il soggetto istruente è stato la “Arthr Andersen spa”) al punto che in un dato momento addirittura di quegli elenchi non si riusciva a trovar traccia? O, almeno, se ci si recava a chiedere copia dell´elenco delle imprese ammesse all´agevolazione presso la sede della “Sviluppo Costa d´Amalfi spa” ci si sentiva rispondere… “spiacenti, non ci sono”. Sono solo alcuni dei primi esempi di una vicenda tortuosa, appunto strana, la stessa che per un certo periodo ha suscitato enorme interesse. Dopo una prima ricognizione del luglio 2003 della Guardia di Finanza di Salerno, che acquisì tutta la documentazione necessaria nella sede societaria e oggi arriva il processo. E’ il secondo dopo quello sul Furore Inn, archiviato in parte, con l’opposizione della Nuzzi, e con vari reati andati in prescrizione. Prescrizione che verrà anche in questo procedimento che, però, arriverà per fortuna in dibattimento. Questo per fare luce sulla vicenda, quale che ne sia l’esito, che ha condizionato la vita politica della Costiera Amalfitana negli ultimi due lustri e oltre.«Aspettiamo sereni che la giustizia faccia il suo corso — ha detto Raffaele
    Ferraioli alla stampa — siamo estranei a
    tutti i fatti contestati e molte inesattezze potevano essere chiarite già in
    fase di udienza preliminare. Sono vittima di una gogna mediatica e ho la
    coscienza a posto: ho speso quasi il 90% delle risorse e finanziato 75 aziende
    sul territorio, creando posti di lavoro. Inoltre il progetto è stato ritenuto
    “best practice” dal ministero».

    Michele Cinque

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