SALERNO, SBARCA A SANTA SOFIA IL CODICE DUVAL
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Quando la fotografia diventa narrazione, lasciando campo libero all’immaginazione. Questo ed altro ancora è la mostra; “Invero: il Signor Duval e lo specchio immaginario” che da domenica 11 maggio 2008 – inaugurazione ore 18 – sarà allestita negli spazi del complesso monumentale di Santa Sofia a Salerno e che rientra nel progetto di marketing territoriale voluto dalla Provincia di Salerno-Assessorato all’Agricoltura, Itinerari Mediterranei per la direzione artistica di Andrea Carraro. Il percorso, firmato da Adriano Eccel e curato da Franco Sortini, presenta al pubblico i segreti che si nascondono dietro “Il Codice Duval” (21 tavole in polaroid 50×70 cm; art-tecnica mista). Proprio dove la composizione dell’immagine si scompone per dare corpo ad un racconto in cui è lo stesso visitatore un fruitore attivo e passivo, Eccel fa in modo che la costruzione logica abbia un suo fondamento ma fino ad un certo punto. Intrigante è il discorso dell’artista di Bolzano che a Salerno presenta anche l’incipit del suo ultimo lavoro, “Lo specchio immaginario”. “Il codice Duval è un lavoro fotografico che si svolge per archetipi immaginativi – spiega Tilly Meazzi nelle note di presentazione alla mostra – Adriano Eccel inventa l’alter ego Duval, un anziano fotografo di origine francese che lavora come archivista da molti anni per un museo americano”. La storia immaginata per il “Codice Duval” racconta che nel tempo libero il signor Duval si diverte a stampare, usando un vecchio supporto fotografico, i negativi che riproducono le opere del museo. La logica del suo procedere è sconosciuta, le immagini appartengono ai generi ed ai periodi più diversi, ma raccontano “storie visive” in cui l’anziano fotografo condensa la propria visione fantastica ed ironica della vita. Poesia dell’immagine ma anche immagine della poesia. Sono questi gli altri due elementi che contraddistinguono il segno fotografico di Eccel. In “Lo Specchio Immaginario”, come scrive Enrica Gatto, centrale è lo specchio “elemento quasi mai reale e quasi mai visibile; è la lente che amplia la nostra visione, che posto dinanzi ad una porta ci lasci guardare ciò che è davanti a noi e quello a cui volgiamo le spalle, non mostrandocelo per forza capovolto ma spesso reinterpretato dall’occhio che lo guarda”.
BREVE BIOGRAFIA
Adriano Eccel nato a Bolzano nel 1956, si è interessato per un lungo periodo di musica, pittura e grafica. L’interesse per il mezzo fotografico nasce nei primi anni ’80 sull’onda dei nuovi autori che operano dell’ambito della fotografia fine art italiana. Dal 1982 al 1985 Adriano Eccel perfeziona la sua tecnica fotografica, sperimenta tecniche di ripresa e materiali di stampa, affina il suo rapporto concettuale con il mezzo fotografico: a partire dal 1985 nascono in ordine cronologico molti lavori (Il Muro, Attraverso la Sfera, La Partita a Bocce, Anima e la città della mente, Photoopere, Vietato L’ingresso, Il Codice Duvel e Lo specchio immaginario – lavoro in progress). Nel 1989 espone con due personali alla Biennale Internazionale di Torino Fotografia e nel 1994 espone il suo ultimo lavoro “Photoopere” al Museo Ken Damy di Brescia di cui è socio fondatore.
Dal 1994 seguono numerose mostre personali e collettive in Italia, Germania, Francia, Spagna e paesi dell’Est Europa.