Sant´Agnello, Esproprio sbaglio per Viale dei Pini ed il Comune è condannato

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MASSIMILIANO D’ESPOSITO NELLO POLLIO Sant’Agnello. Pesante eredità per il nuovo sindaco Gian Michele Orlando, chiamato a risolvere i problemi derivanti da un vecchio esproprio. Una sentenza emessa lo scorso dicembre dalla Corte di appello di Napoli, infatti, ha visto lievitare il costo per l’indennità di esproprio dell’area di viale dei Pini che ospita l’impianto sportivo polivalente ed il campo di calcio comunale. In sostanza i giudici di secondo grado hanno stabilito l’incongruità dell’indennità pagata da parte del Comune per liberare il fondo, circa 1,5 milioni di euro, fissando il nuovo indennizzo in oltre 4,5 milioni, comprensivi di interessi e rivalutazioni. Una differenza di circa 3 milioni di euro che costituisce un pesante fardello per il bilancio di un piccolo comune come Sant’Agnello. Per dare un segnale forte di attenzione verso questa situazione, il neo primo cittadino, all’indomani dell’ufficializzazione dei risultati elettorali, ha annunciato una politica di contenimento delle spese voluttuarie e la probabile «sospensione delle indennità degli amministratori comunali, almeno fino a dicembre». Un impegno che appare insufficiente, da solo, a fronteggiare il gravoso indebitamento. «Con una recente delibera di giunta avevamo incaricato il legale del Comune di proporre ricorso in Cassazione per ridurre queste cifre che riteniamo al di fuori di ogni reale valutazione», ha spiegato ieri Gian Michele Orlando, che non esclude una possibile soluzione transattiva con gli ex proprietari dell’area di viale dei pini. Intanto gli uffici comunali e i nuovi amministratori, in collaborazione con il revisore unico, stanno attivando tutti i canali per reperire la somma necessaria. A Sant’Agnello la notizia ha alimentato anche maliziosi commenti: «Perché la notizia della sentenza della Corte di appello di Napoli è stata diffusa solo dopo le elezioni?». L’acquisizione del fondo risale ad oltre 15 anni fa. Una vicenda complessa: in sintesi, con decreto sindacale del marzo 1991, il Comune fu autorizzato all’occupazione temporanea e d’urgenza del fondo di circa 14.000 mq. Il 6 settembre ’93 il Tar annullò gli atti amministrativi essenzialmente per assenza dei termini edilizi e di compimento dei lavori. In pratica il Tar prima e il consiglio di Stato poi hanno ritenuto illegittima l’acquisizione. Il complesso sportivo, nel frattempo, era stato realizzato e gli immobili di proprietà di privati erano stati irreversibilmente trasformati e destinati all’opera pubblica. I proprietari hanno citato il Comune per il pagamento del risarcimento danni dovuto ad illegittima sottrazione delle strutture contese. Nel 2004 una sentenza del Tribunale di Torre Annunziata ha dichiarato illegittima l’occupazione, l’apprensione e la detenzione delle aree, condannando il Comune a pagare circa 1 milione e 200 mila euro. L’appello ha ulteriormente riconosciuto il danno per gli ex proprietari rivalutandone gli interessi. Attualmente pende il ricorso in Cassazione.

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