GIU´ GLI ABUSI SCOPPIA LA RIVOLTA

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Demolizioni a Cava de Tirreni, paese interessato dal Put come la Costiera Amalfitana e la Penisola Sorrentina. Urla, spintoni, rabbia e lacrime hanno scandito la prima demolizione di case abusive a Cava. Lo aveva annunciato il sindaco nei giorni scorsi e così è stato. Alle 12.30 di ieri mattina è iniziato l’abbattimento dell’edificio di località Novelluzza, nella frazione di San Martino, situato in zona rossa. Nessun passo indietro da parte dell’amministrazione comunale e il sit-in dei proprietari degli immobili a rischio demolizione ha soltanto rimandato di qualche ora l’inizio dei lavori. Ad occupare la strada per impedire il passaggio delle ruspe c’erano circa cinquecento persone. Donne, bambini, giovani che chiedevano una soluzione alternativa agli abbattimenti. Al grido di «la casa è un diritto» hanno creato un muro umano e ostacolato l’accesso alla costruzione situata in una zona ad alto rischio idrogeologico. Le donne in prima fila. «L’abuso è stato fatto – spiega Vincenza Pisapia, moglie del proprietario della palazzina – ma non è in una zona rossa, altrimenti non si spiegherebbe perché a dieci metri dalla casa sia stata data l’autorizzazione per costruire un garage». C’è rabbia, dolore e disperazione nelle parole di chi vedrà, nelle prossime ore, scomparire le proprie case. Rassegnazione negli sguardi e sui volti di chi, nella casa abbattuta ieri, ci abitava. «Non sappiamo dove andare dicono Marco Santoriello e Veronica Bisogno, residenti nella prima costruzione demolita abbiamo tre bambini piccoli. Volevamo sederci intorno ad un tavolo per trovare insieme al sindaco e alle istituzioni una soluzione adeguata. Ma non è stato possibile avere un’occasione di dialogo. Ora, siamo praticamente rovinati». Marco e Veronica erano in prima linea quando polizia e carabinieri, dopo vari inviti ad abbandonare la strada, hanno caricato i cittadini che protestavano. Il bilancio è di dieci persone, tra cui cinque appartenenti alle forze dell’ordine, rimaste lievemente ferite. Marco e Veronica erano lì anche quando la ruspa è entrata nel cancello di casa. Hanno assistito prima allo svuotamento della loro abitazione, arredata con mobili molti semplici (ci abitavano da novembre), poi hanno visto la scavatrice abbattere tutto. Sono rimasti lì, in silenzio, a guardare. Anche molti altri cittadini hanno assistito al primo abbattimento di una costruzione abusiva a Cava de’ Tirreni. «E’ necessario creare un’alternativa – dicono Alfonso Mannara e Maria Santoriello – in questa città non si costruisce più, le poche case rimaste sono in vendita a prezzi impossibili, non c’è lavoro e le persone sono costrette a comprare casa nei comuni limitrofi».
Oggi gli abbattimenti proseguono. A cadere giù sarà una costruzione situata alla Badia, sempre in zona rossa. Dopo i momenti di tensione vissuti ieri, si prevede nuovamente una mobilitazione delle forze dell’ordine del territorio per contrastare eventuali sit-in di protesta. I cittadini, coadiuvati anche dal gruppo ultras della Cavese, saranno davanti alla seconda casa da abbattere.

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