Positano – Un ricordo a Filomena di Nocelle
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Quando penso a Filomena, mi compare sul volto un sorriso tenero, nonostante il senso di tristezza al pensiero che lei non è più qui, che la sua presenza non illuminerà più le nostre vite. Che non camminerà più per tutto Nocelle, curiosa e aperta. Straripante di energia.
Era un’amica fedele, una fonte costante di luce e risate, canzoni e storie, compagnia, gentilezza e saggezza. Un modello da cui tanto ho appreso tanto.
Filomena era una figura centrale, meravigliosa, nei nostri spettacoli qui, a Nocelle. Potrei raccontare moltissimi episodi su di lei, come quella volta in cui Zeffirelli, che l’aveva udita cantare, le aveva chiesto di trasferirsi a Roma ed esibirsi per lui e lei aveva rifiutato, come ebbe a raccontarmi, dicendo: “Che razza di madre sarei se lo facessi?” Potrei raccontare le sue imprese di ragazza e di giovane donna, potrei parlare della sua presenza qui, a Nocelle, sentita in maniera tanto forte.
Quando penso a lei e alla sua dipartita, m’avvolge la tristezza e sento le lacrime scendere, eppure Filomena ha avuto una vita ricca e piena e il suo tempo è giunto per lei, così come arriva per noi tutti.
Lei, che faceva tutto col cuore, ha fatto del mondo un posto migliore e così ce lo ha lasciato.
Il canto le sgorgava dal cuore, con gli occhi luminosi e il sorriso scherzoso. Ha abbracciato la vita dal profondo del cuore. E il suo cuore non conosceva confini.
Era una persona intrinsicamente nobile, umile eppure fiera, assolutamente indipendente, assolutamente se stessa.
Una donna di coraggio. “Io non ho paura di niente e di nessuno”, soleva dirmi.
Filomena, che andava a caccia a cavallo e si arrampicava sugli alberi. Filomena, capace di uccidere serpenti di 15 chili e amante dei fiori.