NOVE PARLAMENTARI INTERCETTATI DA PM WOODCOCK

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    ROMA – Mentre il parlamento sta mettendo a punto la nuova legge sulle intercettazioni, nove suoi componenti – quattro deputati e cinque senatori – sono stati ascoltati al telefono, per caso, durante un’indagine su presunti casi di corruzione nella settore della sanità in Basilicata. Titolare dell’inchiesta è il pm Henry John Woodcock, il magistrato noto per aver indagato su ‘vallettopoli’ e per aver chiesto ed ottenuto circa due anni fa l’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia. I nove parlamentari intercettati sono il ministro della giustizia Clemente Mastella, deputato dell’Udeur (la notizia dell’intercettazione che lo riguarda è già trapelata nei giorni scorsi); il sottosegretario allo sviluppo economico Filippo Bubbico (senatore dei Ds); i deputati Salvatore Margiotta (Margherita), Mauro Fabris (Udeur) e Paolo Del Mese (Udeur); e i senatori Antonio Boccia (Margherita), Emilio Nicola Buccico (An), Giancarlo Pittelli (Forza Italia) e Stefano Cusumano (Udeur). Tutte le intercettazioni telefoniche – che risalgono al primo trimestre dello scorso anno – sono state indirette, dal momento che i telefoni sotto controllo erano quelli degli interlocutori dei parlamentari. Ma, secondo il pm, non tutte le conversazioni sono da ritenersi indifferenti all’inchiesta.

    Al contrario, Woodcock ne vuole utilizzare diverse ed ha chiesto al gip Gerardina Romaniello, che per ora ha disposto la trascrizione delle telefonate, di inoltrare richiesta di autorizzazione al Parlamento. Tra gli interlocutori dei deputati e dei senatori “ascoltati” dagli investigatori, vi sono diversi esponenti del mondo politico lucano, i cui telefoni erano stati posti sotto controllo su richiesta del pm Woodcock: il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo (era controllato il telefono di un suo stretto collaboratore), l’attuale assessore regionale alla sanità ed ex senatore dell’Udeur Antonio Potenza, l’ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza (la più grande della Basilicata) Michele Cannizzaro e il direttore generale della Asl del potentino Attilio Nunziata, gli ultimi due indagati nel procedimento. Nei giorni scorsi era trapelato il contenuto di una telefonata, del marzo scorso, tra Mastella ed il presidente della Regione Basilicata De Filippo, nella quale il ministro chiedeva al governatore lucano le dimissioni di Cannizzaro dalla direzione generale dell’azienda ospedaliera San Carlo, in seguito al coinvolgimento della moglie di quest’ultimo – il magistrato Felicia Genovese – nell’inchiesta giudiziaria “toghe lucane”, condotta dal pm di Catanzaro Luigi De Magistris.

    L’ufficio stampa dell’Udeur aveva fatto sapere che quella del ministro era stata una considerazione di carattere esclusivamente politico. Cannizzaro si è effettivamente dimesso dalla carica di direttore generale dell’ospedale San Carlo nel maggio scorso. In altre intercettazioni telefoniche – secondo quanto è trapelato – emergono una richiesta di intervento fatta ad un senatore presso una non meglio precisata “commissione di vigilanza” e colloqui finalizzati all’assegnazione di alcuni incarichi pubblici, alle nomine di alcuni commissari e subcommissari in enti pubblici e in alcune fondazioni, e sollecitazioni per la “sistemazione” di alcuni disoccupati. Alcune conversazioni intercettate, infine, sono di carattere generico o di cortesia (gli auguri per una nomina), ma il pubblico ministero chiede di poterle ugualmente utilizzare per descrivere la rete dei rapporti emersi nel corso dell’inchiesta. Il ministro Mastella dà fin d’ora il suo consenso.

    “Sarò io stesso – dice – a chiedere che venga autorizzata dalle Camere la richiesta del pm Woodcock a utilizzare le intercettazioni che del tutto indirettamente riguardano alcune conversazioni con parlamentari dell’Udeur” E aggiunge: “Si tratta di conversazioni cristalline e alla luce del sole e nessuno ha il diritto di strumentalizzare situazioni che nulla di rilevante hanno da nessun punto di vista”. Anche l’Udeur, in una nota, si dice per nulla preoccupato delle telefonate registrate dagli investigatori, che riguardano i propri parlamentari. “Tutte le conversazioni – si legge in una nota – sono, infatti, di carattere politico o di pura cortesia, con affermazioni assolutamente trasparenti che non coinvolgono in alcun modo dal punto di vista penale” i deputati e i senatori intercettati.







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