L´ospedale di Castiglione di Ravello perde i pezzi

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    L’ospedale di Castiglione di Ravello perde i pezzi
    Il plesso ospedaliero di CastiglioneL’ospedale di Castiglione di Ravello, che serve tutto il comprensorio della Costiera Amalfitana, da Positano a Cetara, giorno dopo giorno perde i pezzi. Perché la struttura sanitaria, che a parole dovrebbe spiccare il volo, di fatto viene privata, quasi in una sorta di accanimento terapeutico, di tasselli importanti e vitali sia per la sua sopravvivenza che per la salute dei residenti. L’ultimo taglio, in ordine di tempo, è stato la riduzione degli infermieri per il turno notturno da cinque a quattro unità. “In queste condizioni – riferiscono dall’ospedale – è difficile lavorare”. Eppure nessuno sa dare, o vuole dare, una spiegazione plausibile. Parlare con i vertici dell’Asl è diventata un’impresa “impossibile”, soprattutto in questi periodi. Un controsenso, visto che le decisioni, certamente, non vengono partorite per caso e che gli utenti avrebbero diritto di essere messi a conoscenza della reale situazione e, in particolar modo, dei motivi del ridimensionamento occulto. Il plesso, infatti, è stato accorpato a quello di Cava de’ Tirreni e, non poco tempo fa, i sindaci chiesero un potenziamento dei posti letti per la degenza che, attualmente, non è prevista. Il silenzio, tuttavia, sembra essere diventata la parola d’ordine e il no comment la frase più ricorrente. E, così, capita pure che attrezzature, costate svariate migliaia di euro, giacciano inutilizzate in un deposito. E’ il caso di alcune apparecchiature cardiologiche, come la strumentazione per l’elettrocardiogramma sotto sforzo, acquistata e rimasta inutilizzata, per via della mancanza di personale. Perciò, chi dovesse effettuare un esame di questo tipo, deve necessariamente rivolgersi in un’altra struttura, sia essa pubblica o convenzionata. Ma questo esempio è solo la punta dell’iceberg di una situazione che rischia di diventare ancora più precaria, in quanto anche le attività di day surgery sembrano essere diventate un ricordo sbiadito. Eppure il nosocomio, stando alle dichiarazioni di facciata, che servono ai politici per raccogliere consensi, sarebbe dovuto diventare il fiore all’occhiello di una sanità regionale che non naviga certamente in acque tranquille, in virtù dei tanti sprechi che sono sotto gli occhi di tutti. La struttura, infatti, ha colmato un gap atavico della Divina, che era appunto quello della mancanza di un ospedale in una zona, come la Divina, conosciuta in tutto il mondo e che rischiava di essere declassata, sul circuito internazionale, proprio a causa della assenza di un ospedale. E, così, si sono spesi, a ragion veduta, milioni di euro riuscendo pure ad ottenere ottimi risultati, come testimonia la gestione dell’emergenza in eventi tragici tipo il crollo della terrazza a Conca dei Marini. Ma adesso, come i gamberi, invece di andare avanti, si rischia di tornare indietro.


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