Minacce ai familiari della Forleo

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    ROMA – Spiega perché vuole rinunciare alla scorta: «Ho ragione di ritenere che i pericoli che corro non derivano da attacchi provenienti dalla piazza ma da ambiente istituzionali». Afferma di non aver bisogno di «un taxi gratuito» dallo Stato. Anche perché non vuole «far spendere soldi inutilmente». In una lettera inviata al prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, e al procuratore generale Mario Blandini, Clementina Forleo punta di nuovo il dito contro “esponenti delle istituzioni” e chiede di andare a fondo sulle minacce ricevute da alcuni suoi familiari.

    MINACCE – Il gip di Milano si dice «dolorosamente motivata» in questa sua iniziativa e parla di «condotte commissive ed omissive da parte di taluni carabinieri, deputati alla mia protezione, sulle quali ho già riferito ai vertici dell’arma senza avere alcun tipo di riscontro». La Forleo aggiunge che l’Arma ha riferito falsamente al Corriere della Sera che siano state fatte delle indagini in merito alle minacce che ricevettero i suoi genitori prima di morire in un incidente stradale, nel 2005. Queste condotte «mi amareggiano profondamente come magistrato e come cittadino».


    Clementina Forleo
    PAURA – La Forleo nella lettera fa riferimento ad attacchi nei suoi confronti provenienti da ambienti istituzionali dei quali però ha deciso di non fare i nomi, «per motivi di sicurezza e perché non mi sento protetta». Il magistrato riferisce ancora che «finalmente a Brindisi i carabinieri hanno sentito alcune persone» in relazione alle minacce subite dai genitori e rivela anche di aver ricevuto, quando era gip dell’inchiesta sulle scalate bancarie, «minacce di morte» nei suoi confronti e del marito. Minacce che ha provveduto a denunciare. «Non so se ho paura – conclude – non sono in grado di fare una valutazione», ma nonostante questo afferma di aver ancora «stima nell’arma e nella polizia».



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