Aereonautica convegno a Piano di Sorrento

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Tecnologia e innovazione per fare fronte alla sfida produttiva delle economie emergenti. Superare, laddove esistono, i gap tecnologici investendo in ricerca e sviluppo. Tenere presente le grandi capacità di innovazione e di ricaduta sugli altri comparti delle attività di sviluppo nelle tecnologie militari ed avanzate. Armonizzare le strategie europee in materia di procurement militare e non. Sostenere i comparti di punta dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza, non solo come ambiti necessari per un paese moderno, ma anche come filoni in grado di produrre in grande quantità nuove conoscenze e tecnologie. Questi i temi passati in rassegna nella prima giornata del convegno di Alenia Aeronautica a Piano di Sorrento. Temi che nel loro susseguirsi hanno disegnato un quadro molto chiaro: il primato nelle conoscenze e nelle tecnologie è la strategia che le aree più sviluppate del pianeta, ed in particolare il Vecchio Continente, devono perseguire nel confrontarsi con le sfide dell’economia globalizzata. Per dirla con una metafora certamente in sintonia con il nome della nostra testata, Dedalo ci salverà.
Una ricetta che da tempo circola, ma che nella sua attuazione pratica deve fare i conti con una serie di inerzie non di poco conto e certamente pericolose. La cronaca politica nostrana in queste ore parla di ulteriori tagli (si parla del 25%) al bilancio della Difesa. Una cosa che, al di là delle ripercussioni sulle capacità operative, fa cogliere nelle allarmate parole del ministro Arturo Parisi anche una sorta di volontà preconcetta di qualcuno nel tagliare drasticamente un bilancio “scomodo” in termini di opinione pubblica. Bene, sono proprio le incrostazioni ideologiche di questo tipo a rappresentare gli scogli più appuntiti sui quali rischia di schiantarsi la nave che porta verso il primato della conoscenza. Incrostazioni ideologiche e preconcette che, per carità non riguardano solo in nostro Paese e la bagarre della legge finanziaria, ma anche l’ approccio che spesso caratterizza il disegno delle politiche comuni europee. Quanto di nazionalismo spicciolo, di tornaconto di questa o di quell’area c’è nelle difficoltà di armonizzare le scelte strategiche dell’UE? Nell’ immaginare le politiche di riconversione e di sviluppo industriale, quanto pesano i tornaconti di breve periodo, magari con grandi riflessi di tipo elettoralistico e di consenso, nel favorire soluzioni tampone ed assistenziali, piuttosto che puntare su scelte, magari dolorose, ma con maggiori possibilità di successo nel lungo periodo?
Per puntare sulla capacità tecnologiche e sulle conoscenze di Dedalo c’è bisogno di coraggio, ma anche di una mentalità nuova che ci deve fare abbandonare molti degli schemi del passato. La ristrutturazione Airbus, edizione europea ed attuale di quella fatta in precedenza da Boeing, mostra in maniera chiarissima che il modo di concepire la produzione deve cambiare radicalmente. Ma se cambia il modo di produrre, deve cambiare completamente anche la cultura. Questo cambiamento di cultura si impone a tutti ed in primo luogo al personale dirigente e politico. Le grandi scelte strategiche non possono prescindere dal pubblico e dalla politica. I tempi, i costi e gli obbiettivi che si mettono in gioco nel ridisegnare il modo di produrre di una società sono cose troppo grandi per non essere inserite e sostenute da un quadro pubblico e condiviso. L’ istruzione, la ricerca, la spesa pubblica e le strategie nelle alleanze industriali e politiche sono le scelte che bisogna affrontare per conquistare il primato della conoscenza, scelte che non possono affatto essere compiute con un approccio preconcetto ed ideologico.
Innovare, allora, significa innovare prima di tutto il nostro modo di pensare. Ed in questo un piccolo contributo lo può dare anche l’informazione. Temi come quelli trattati a Sorrento, che piaccia o no, dovrebbero avere maggiore spazio dell’opinione pubblica. Non i tratta di argomenti tecnici ed astrusi appannaggio di pochi addetti i lavori. Non si tratta di argomenti delicati o di cose inaccessibili ai più. Sono temi che riguardano il futuro di noi tutti ed è diritto di tutti esserne informati. Semmai è compito di chi professionalmente si occupa di comunicare, i media in primo luogo, ma anche aziende ed apparati pubblici, fare di tutto perché le informazioni siano corrette, accessibili e comprensibili. Solo un’opinione pubblica informata su queste cose può dare il proprio contributo di consenso o di critica ed indirizzare le scelte della classe dirigente. In caso contrario il ricorso ai vecchi schemi preconcetti sarà la soluzione più facile, ma la meno pagante per l’interesse di tutti

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