PERUGIA, UNA ´SCUOLA DI TERRORE´ IN MOSCHEA

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    PERUGIA – Scoperta a Perugia una “vera e propria ‘scuola di terrorismo’”. A riferirlo è il direttore dell’ Ucigos Carlo De Stefano sottolineando che le indagini di Perugia “hanno evidenziato come nella moschea di Ponte Felcino si svolgesse in maniera continuata addestramento ad azioni con finalità di terrorismo”. “Si può quindi affermare che è stata scoperta e disarticolata una vera e propria ‘scuola di terrorismo’ – ha spiegato De Stefano – che rientra in un sistema operativo di terrorismo diffuso, praticato da piccole cellule che agiscono in maniera autonoma”.

    Secondo gli inquirenti la struttura vicina ad al Qaida avrebbe svolto attività di proselitismo e addestramento con finalità di terrorismo in materia di armi, materie esplodenti e sostanze tossiche. Sono quattro le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di magrebini residenti a Perugia. Numerose anche le perquisizioni in corso.

    I MAGREBINI HANNO RICEVUTO ADDESTRAMENTO
    Sono accusati di avere ricevuto, in un caso anche fornito, addestramento e istruzioni a fini di terrorismo i quattro magrebini al centro dell’operazione antiterrorismo Hammam condotta dalla polizia a Perugia. Addestramento e istruzioni – secondo l’accusa – sulla preparazione e uso di materiali esplosivi, sull’uso di armi da fuoco, armi bianche, oggetti atti a offendere, sostanze chimiche nocive, sulla preparazione di silenziatori (per armi da sparo), sugli itinerari consigliati ai mujiahiddin per raggiungere zone di conflitto, su tecniche di combattimento corpo a corpo e in specie su tecniche di agguato e uccisione, su modalità operative per il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo quali il collocamento di esplosivo in luoghi pubblici affollati (come stadi, mercati, università e fermate di autobus), e su nozioni potenzialmente utili per l’organizzazione e l’esecuzione di atti di terrorismo, quali le istruzioni per la guida di un Boeing 747, la realizzazione, l’invio e la lettura di messaggi criptati, l’accesso a siti riconducibili a organizzazioni terroristiche di matrice islamica con modalità tali da eludere le intercettazioni. Fatti che sono avvenuti a Perugia – ritengono gli inquirenti – dall’ottobre 2006 al luglio 2007, in un caso solo dal dicembre 2006 al febbraio 2007″.

    TRA GLI ARRESTATI L’IMAM DELLA MOSCHEA
    Sono tre i marocchini arrestati finora nell’ambito dell’operazione antiterrorismo “Hammam” della polizia. Hanno riguardato l’imam della moschea perugina di Ponte Felcino, e due dei suoi più stretti collaboratori, entrambi dimoranti all’interno del luogo di culto. Un quarto loro connazionale è tuttora ricercato. Secondo la polizia le indagini hanno consentito di documentare come gli indagati, attraverso la visione e il commento in comune di messaggi, proclami, filmati e documenti scaricati da siti internet “protetti”, all’interno del luogo di culto, in orari e contesti considerati estranei alle ordinarie cerimonie religiose svolgevano una approfondita opera di istruzione e addestramento all’uso delle armi e alle tecniche di combattimento proprie delle azioni terroristiche nonché lezioni di lotta corpo a corpo.

    FILE MOSTRATI ANCHE A BAMBINI
    Sono stati mostrati anche ad alcuni bambini che frequentano la moschea di Ponte Felcino i file al centro dell’indagine. I file scaricati – ritiene la polizia – non contengono solo messaggi propagandistici, ma minuziose indicazioni per la realizzazione di atti di terrorismo come i documenti riguardanti la preparazione e l’uso di sostanze velenose o di materiali esplodenti, le istruzioni dirette all’aspirante mujihaid per raggiungere le zone di conflitto in modo sicuro, per inviare messaggi criptati in rete e perfino, dettaglio ritenuto particolarmente allarmante, per guidare un Boeing 747. Nel contesto dell’attività di addestramento sono state tenute lezioni di combattimento corpo a corpo, che hanno riguardato non solo pratiche di autodifesa ma anche tecniche di agguato e uccisione.













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