Comunita Montana Penisola Amalfitana di scena i Patti Territoriali

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    Nel consiglio plenario del 25 giugno dalle 18 in poi l’ente montano riunito a Tramonti per discutere della vicenda dei Patti Territoriali cento miliardi per mille posti di lavoro ma non si sono riscontrati nella realtà. Un’inchiesta in corso alla Procura per accertare il ruolo di Raffaele Ferraioli, sotto inchiesta anche per la trasformazione del Furore Inn Resort da centro sportivo-ricettivo con piscina pubblico ad albergo di lusso privato, sindaco di Furore, presidente della Comunità Montana e anche presidente della società Sviluppo Costa d’Amalfi, ora lo è Gino Gambardella, quota Ds, quando furono finanziate attività di famiglia (Albergo Bacco e azienda vinicola Marisa Cuomo) l’inchiesta, sollevata dal mensile E’ Costiera, diretto da Maria Rosaria Sannino, poi finita su Repubblica a firma di Antonello Caporale, nel 2003, sollevò un grosso scandalo, fra l’altro si scoprirono attività finanziate per milioni che avevano creato un posto di lavoro, attività inesistenti e altro, proteste di alcuni sindaci esclusi dalle attività dei patti (in genere sindaci di centro-destra Salvatore Gagliano di Praiano ed in particolare Stefano Della Pietra di Maiori, comuni praticamente esclusi dai finanziamenti) che alimentarono molti articoli di stampa, con strascichi finiti nelle mani del pubblico ministero Gabriella Nuzzi. A sinistra timide reazioni da Rifondazione Comunista, ma era difficile capire cosa stesse succedendo senza essere all’interno, e presa di posizione di Salvatore della Pace, ex sindaco comunista di Maiori ed ora consigliere di comunità montana di opposizione. “E’ una vicenda che bisogna chiarire, avrei voluto che la politica svolgesse il suo ruolo e questo spero sempre.”

    Riportiamo l’articolo sull’inchiesta di Antonella Barone uscito sul Mattino di quest’anno e riportiamo anche la versione ufficiale dei Patti. Questo è il penultimo comunicato presente sul sito http://www.sviluppocostadamalfi.it/Stampa.html i comunicati sono fermi al 2003 ma la società sta continuando le sue attività con il Patto Formativo e Raffaele Ferraioli è Presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana

    Da Il MATTINO

    Conclusa l’inchiesta sulla presunta truffa nell’ambito del Patto territoriale Costa d’Amalfi. Il sostituto procuratore Gabriella Nuzzi ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a Raffaele Ferraioli, Alfredo Messina, Marisa Cuomo, Ezio Bersano, Andrea Cuomo, Antonio Ferraioli e Aniello Lanzara. Il reato ipotizzato è la truffa, contestata a ciascuno degli indagati in relazione ai diversi ruoli ricoperti, alle incompatibilità riscontrate tra i diversi incarichi. Secondo la ricostruzione accusatoria sarebbero stati chiesti e ottenuti finanziamenti sulla base di documentazioni anche fiscali false, attestati lavori mai realizzati, mentre sarebbero stati omessi in altri casi gli atti autorizzativi necessari a dimostrare la conformità di lavori agli standard urbanistici delle opere oggetto del programma di investimento. Una lunga sfilza di accuse in merito alla gestione del Patto territoriale. Raffaele Ferraioli è accusato per le attività svolte in qualità di presidente e amministratore delegato dal 2001 al 2005 della società Sviluppo Costa d’Amalfi, che ha gestito il relativo Patto. Gli si contesta l’incompatibilità tra queste cariche e le altre di consigliere comunale, sindaco di Furore all’epoca dei fatti e presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana, entrambi enti sottoscrittori del Patto. Alfredo Messina invece era vicepresidente e contemporaneamente anche sindaco del Comune di Cava dei Tirreni, altro Comune che aveva sottoscritto il Patto territoriale in questione. Ci sono poi gli imprenditori come Marisa Cuomo, cognata di Ferraioli, indagata in qualità di socia e amministratrice della Vini Gran Furor Divina Costiera srl, mentre Ezio Bersano e Andrea Cuomo nelle qualità rispettivamente di amministratori della O.M.B. Officina Meccanica e della Cuomo Giuseppe & fratelli snc. Antonio Ferraioli invece come socio della FER.GA. Una società in cui Raffaele Ferraioli avrebbe avuto una propria partecipazione pari al 50%, che avrebbe nascosto attraverso una cessione delle quote ai parenti. C’è poi Aniello Lanzara socio di maggioranza e amministratore della Immobiliare Casa Romana, operante nel settore turistico alberghiero oltre che socio e amministratore della Falpec. Anche ad Antonio Ferraioli si contesta anche di non aver presentato le autorizzazioni per i lavori nell’albergo Antica Hostaria da Bacco. A Marisa Cuomo vengono effettuate anche ulteriori contestazioni, anzitutto di aver dichiarato nel modulo per ottenere il finanziamento dati falsi o incongruenti tra cui ci sarebbe anche quello relativo all’incremento della produzione del vino «Rossi Riserva». Successivamente per ottenere un ulteriore finanziamento avebbe venduto la sua ditta individuale a una società di cui era amministratrice unica. Ai diversi imprenditori coinvolti viene contesto l’utilizzo di varie fatture false. L’inchiesta ora conclusa ha suscitato scalpore quando nell’estate di due anni fa quando ci furono una serie di perquisizione da parte della Guardia di Finanza. In quel momento si è avuta conoscenza di un filone investigativo sul Patto Territoriale Costa d’Amalfi. In pratica l’indagine rappresenta una costola di quella più ampia chiusa alla fine dello scorso anno sul Furore Inn Resort.

    Antonella Barone

    Comunicato Stampa dei Patti

    In questi pochi anni di attività del Patto Costa d’Amalfi è stato sicuramente percorso un cammino importante che ha portato al conseguimento di effetti positivi, evidenti ed incontrovertibili, che vanno dai benefici per il sistema produttivo e per la ricaduta occupazionale ad una nuova idea di sviluppo integrato e a una strategia di crescita comune, con la relativa creazione di un laboratorio permanente per la formazione di scelte partecipate e negoziate. Infatti lo sviluppo della cultura della cooperazione e della concertazione ha condotto ad un approccio sistemico verso i problemi del territorio, con un potenziale di capitale sociale, quale bene indispensabile all’accrescimento dello stesso. La società Sviluppo Costa d’Amalfi, ponendosi come soggetto di gestione snello, competente ed efficiente per la promozione dei valori endogeni e l’organizzazione delle risorse locali, può quindi candidarsi a diventare agenzia di sviluppo locale, consentendo il superamento dell’assistenzialismo attendista, la diffusione della cultura dell’investimento, il passaggio dalla strategia della contrattazione a quella della concertazione. In tal modo si va affermando la nuova consapevolezza del bisogno di riqualificare a 360° il territorio, le strutture, sia pubbliche che private, i servizi, gli addetti, per poter competere adeguatamente nel mercato globale.

    Entrando nel merito dei risultati, il Patto generalista Costa d’Amalfi, approvato e finanziato con D.R. n. 2435 del 1 marzo 2001 per l’importo di € 51.007.891,46, una dotazione record rispetto a tutti gli altri patti di 2° generazione, ha finanziato 71 imprese. Quelle rinunciatarie sono 7 per un importo di € 2.088.545,14, una percentuale di rinuncia irrisoria, il cui importo verrà rimesso a bando, grazie all’autorizzazione già fornita dal Ministero.

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