Praiano, La Fondazione Sol LeWitt in una casa dai tetti bianchi

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    La Fondazione Sol LeWitt in una casa dai tetti bianchi



    Era molto vicino a Boetti e stimava molto Merz e Paladino A Praiano, in Costiera amalfitana, nella dimora dell’ autore scomparso

    STELLA CERVASIO


    di cronaca) stella cervasio I lavori di Sol LeWitt erano l’ evoluzione di un’ idea, «strutture», le definiva lui, «non sculture». Si può essere folgorati dai colori, annebbiati dagli infiniti “colpi” di grafite, divertiti dai ghirigori tridimensionali di certe sue sculture o colpiti dal rigore ferreo di quelle a blocchi. Tutto nasceva da una “frase”, come nel rigo musicale. Su tre piccoli scaffali della villa di Praiano è riunita la discografia cara a Sol LeWitt: una trentina di nastri registrati, catalogati con l’ usato ordine della sua grafia. I Preludi di Chopin sono quelli che per struttura – frasi brevi, composizioni a volte racchiuse in poche battute – rispondono di più al pensiero creativo dell’ artista. Dopo quelli, in fila sulle mensole a vista, le cassette di Lully, tanto Debussy, le Variazioni Goldberg di Bach. L’ altra casa amata, in Italia, era a Spoleto. Ma LeWitt prediligeva le nuotate all’ ombra, quando il sole aveva già oltrepassato il costone di Conca dei Marini. Il suo legame con Napoli si stringe con il gallerista Alfonso Artiaco che lo invita per la prima mostra nello spazio di Pozzuoli nel 1987: la prima volta di un lungo sodalizio. «Sol era un vero intellettuale, come è raro fra gli artisti – dice la moglie Carol al telefono da New York – conosceva oltre all’ arte, la storia, ed era un vero cultore della musica. Era un personaggio davvero speciale». E così lo racconta la casa bianca con i tetti a cupola bassa della Costiera amalfitana, nello strano connubio formato da papiri e canneti con agrumi e alberi di nespole. «Apparteneva a mia nonna – prosegue Carol, che di cognome fa Androccio, ed è originaria di Praiano – diventerà una fondazione con le opere di Sol e dei nostri amici artisti. Lui aveva un rapporto molto intimo e privato con vari colleghi, era molto vicino a Boetti, apprezzava Merz e Paladino: questa era la sua cerchia. Vorremmo aprire perciò la nostra casa ad artisti, intellettuali, gente che lavora nei musei, e creare nel giardino retrostante uno spazio verde dove si possa concretizzare l’ amore per le cose belle. Sol era molto aperto verso gli artisti giovani, e anche verso quelli che lavoravano in modo molto diverso da lui. Apriremo le porte a tutti loro, speriamo presto. I tempi in Italia sono sempre lunghi». LeWitt mancava dal 2002 dalla sobria ed essenziale, tra concettuale e minimalismo, bianca casa di Praiano, dove Carol invece è tornata ancora qualche volta, prima della morte del marito. Il lavoro dell’ artista per la Costiera non finisce qui. è prevista una serie di installazioni anche nella biblioteca comunale di Vettica di Praiano, il cui progetto a sua firma aspetta solo di essere realizzato. Non bisogna stupirsi: il mondo sarà pieno di opere “postume” di Sol LeWitt, visto che ha lasciato tanti progetti. E questo si deve alla filosofia del suo lavoro: non è importante che sia la mano dell’ artista a realizzare l’ opera, anzi la mano di altri stimola la qualità fisica e imprevedibile dell’ intervento d’ arte. “L’ idea – scrive nel ’67 sulla rivista Artforum – diventa una macchina che crea l’ arte”. Sui terrazzamenti della casa, che si sviluppano come un rigo musicale, sarà perciò collocata una scultura “cindeblock”, come quella che due anni fa LeWitt progettò per piazza Plebiscito. Anche questo per dire che la musica non può essere finita.

    Repubblica

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