Amalfi, il consorzio limoni denuncia: nessuna tutela

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    “…E LE STELLE STANNO A GUARDARE” A.J. Cronin

    Mentre le pratiche agricole, ed in particolare la limonicoltura, si avvia all’abbandono totale che causeranno catastrofi, annunciate ripetutamente da anni, gli amministratori locali, fatta eccezione per qualche timido segnale da parte di alcuni Comuni, in particolare Minori e Ravello, restano a guardare, completamente assenti, come se il problema non li riguardasse, impegnati, forse, ad assecondare le richieste di giornata di “pochi”, senza una seria programmazione di marketing e di tutela territoriale dell’intera Costiera, nel tempo. Eppure gli agricoltori della costa d’Amalfi, contadini, imprenditori, giardinieri, sono diventati dei veri custodi al servizio dell’umanità sacrificandosi con sangue e sudore, con dolore e dedizione, con amore e speranza, in cambio di un po’ di sensibilità da parte di una società che si allontana sempre di più dalla nostra realtà.
    Assistiamo indifesi all’assalto di cosiddetti imprenditori commerciali, turistici, colonizzatori, etc…. I “commercianti”, pur di fare soldi, ci propongono sottoprodotti squallidi che vanificano anni di impegno per arrivare ad un sacro riconoscimento di qualità da parte di Organismi Internazionali. Perpetrando e procurando danni notevoli di immagine ed economici alla Costiera tutta.
    Non esiste una mattonella pubblicitaria, un cartello aziendale, una ceramica, un porta menù, un listino prezzi esposto nelle attività commerciali e turistiche, un sito internet ed altro che non raffiguri al suo interno un richiamo al limone sfusato amalfitano.
    Infatti noi siamo dei veri sfruttati, considerando che un chilogrammo di limoni al produttore rende solo € 0,35 e a 100 metri il consumatore lo paga € 1,50, addirittura al di fuori del territorio € 2,50. La differenza sta nel fatto che il produttore ci lavora un anno intero ed il venditore pochi minuti.
    Con tanta amarezza dobbiamo denunciare l’imponente immissione sul mercato di un prodotto, chiamato Limoncedro, che, possiamo affermare senza paura alcuna di essere smentiti o denunciati, è un vero furto perpetuato ai danni dei consumatori, infatti, chi compra questo frutto non lo riacquista e inoltre porta danni seri ai limoni stessi poiché alcuni avventori o pseudo-commercianti lo propongono come prodotto tipico della Costiera Amalfitana o come limone di Amalfi o come Cedro di Amalfi. E pensare che vengono pagati ai produttori dell’agro nocerino-sarnese € 0,50 al chilogrammo e venduti dai 2,00 ai 3,00 euro al chilogrammo, ahimè.
    Inoltre alcune “bancarelle” lungo la costiera, oltre ai “limoncedri” propongono anche liquori tipici e tradizionali, a loro dire, che in molti casi sono pure sprovvisti di etichette e contrassegni di stato. Alla faccia dei controlli e delle certificazioni che subiscono i laboratori autorizzati della Costiera. Però dobbiamo rilevare che a loro volta, i trasformatori, si intestardiscono a non volersi associare tra loro a difesa e tutela dei loro prodotti, oppure solo a certificarsi, mentre altri, al di fuori del territorio sfruttano il nostro nome, e le nostre tradizioni, poveri noi!!!!!
    Ad evitare contrasti, gelosie o guerre tra poveri, proponiamo ai diretti interessati, i contadini e gli imprenditori insieme agli amministratori, ai commercianti, al settore turistico e a quanti hanno a buon cuore le sorti della Costiera, di organizzare una conferenza di servizi e discutere seriamente con i funzionari della Provincia e della Regione, con la Comunità Montana, la Camera di Commercio, le Organizzazioni Sindacali ed il Consorzio di Tutela, permettendoci di consigliare loro un intervento di riconversione a limonicoltura dei propri terreni, con contributi agevolati forniti dagli Enti Preposti, e di attuare una campagna di informazione e cultura dell’associazionismo verso i loro “amici”.
    Il futuro è difficile e noi ci dobbiamo impegnare ad affrontarlo producendo qualità.

    Amalfi maggio ’07 Il Presidente: Marco ACETO

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