Positano associazione amici di Positano di Antonio Miniaci

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Tutti mi chiedono di Positano. E’ una costante dei miei viaggi: dovunque io vada, in qualsiasi continente mi trovi, incontro persone che vogliono parlare di Positano. Perché ci sono stati in vacanza e vorrebbero viverci, perché l’hanno vista brevemente, quasi di sfuggita e si sono innamorati, o ci sono nati e sentono la nostalgia. Tutti desiderano sentirsi positanesi e dichiarano di esserlo nel cuore, se non nei documenti. Grazie a loro ho avuto l’idea del Club Amici di Positano, nel quale  tutti possano riconoscersi e lavorare insieme, una sorta di isola felice che raccolga le energie di tante persone. Un sogno un po’ ambizioso, forse, ma rafforzato da un curioso sondaggio che abbiamo fatto in occasione del rinnovo della rivista Mondo Arte: abbiamo chiesto in alcune città campione – tra cui New York, Londra e Hong Kong – quali fossero i luoghi più belli del mondo. Positano e la costa amalfitana ne sono uscite vincitrici e se davvero gli italiani, anche quando si trovano dall’altra parte del mondo, continuano a sentire questo amore profondo per Positano, allora vale la pena di lavorare per promuoverne l’immagine e per farla conoscere sempre di più.
Ho avuto la fortuna di arrivare a Positano come turista una trentina di anni fa. Grazie all’ospitalità che ho trovato, grazie agli amici che mi hanno aperto il cuore, ho deciso che dovevo assolutamente viverci. Sono nato ad Albanella, alle porte di Paestum e ne sono fiero, ma sento di essere positanese di adozione.
Molti luoghi nella costa amalfitana sono sinonimo di turismo di qualità, ma il nostro paese ha caratteristiche particolari, che lo rendono meta di un turismo internazionale e di élite e che trova nelle nostre vie qualcosa di speciale, che pochi altri possono vantare.
Prima di tutto il paesaggio, unico al mondo.
L’atmosfera è quella di una volta: Positano è rimasta un paesino vecchia maniera, dove la gente è accogliente e gentile, dove i visitatori si sentono a proprio agio, come in una famiglia allargata.
Le vie sono piene di botteghe e di piccoli negozi di qualità. Non ci sono tante grandi firme, ma quell’artigianato locale che la gente ama, perché genuino.
Per questo i turisti non scelgono Positano per mostrarsi, vedere e farsi vedere, intrattenere relazioni mondane o fare acquisti nelle boutiques alla moda: si va a Positano soprattutto per riposarsi, per meditare, per mangiare bene e per inebriarsi del paesaggio. E se dopo due o tre giorni di tranquillità, sole, mare e dolce farniente, si risvegliano gli interessi culturali, le vicinanze sono un vero e proprio museo a cielo aperto: Capri, Pompei, Ravello, Paestum, Amalfi.
Nessuna meraviglia se tutti coloro che hanno visto Positano mi chiedono, quando li incontro, se è rimasta quella di una volta o è diventata come Cortina, o Portofino, una sorta di Fifth Avenue del turismo. Io dico sempre che per fortuna non è così, perché tutti i positanesi ne sono orgogliosi, gelosi anche, e fanno di tutto per custodirla nel migliore dei modi. Per questo tutti accorrono in massa quando si tratta di organizzare un evento culturale o commerciale in nome di Positano.

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