NAPOLI, AN VERSO IL CONGRESSO PROVINCIALE: RONGHI STOPPA IL NOME DI BOBBIO

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Napoli. Forse si terrà ad aprile, forse a maggio. La data non è fissata, ma il congresso provinciale di An sta già facendo emergere tensioni nella destra napoletana. Ha un nome e un volto la protesta sotterranea contro la candidatura di Luigi Bobbio, il nome espresso nelle scorse settimane dal coordinatore Enzo Nespoli su input di Gianfranco Fini. Contro la proposta Bobbio è infatti uscito allo scoperto Salvatore Ronghi. Il consigliere regionale ha diramato un comunicato dai toni piuttosto duri, annunciando di aver radunato le sue truppe: “L’imminente congresso provinciale di Napoli di Alleanza Nazionale – dice Ronghi – non può risolversi in un’unica candidatura o dei soliti noti decisa da un ristretto nucleo dirigente che nasconde una falsa unità destinata ad implodere il giorno successivo il congresso e a danneggiare il nuovo processo politico avviato dal Presidente Fini”. Ronghi sostiene di essere portavoce di una affollatissima assemblea di dirigenti e militanti di Napoli e della sua provincia ma stronca sul nascere le voci su una sua eventuale candidatura anti-Bobbio: “Sono convinto che il presidente del partito a Napoli non debba essere uno dei soliti noti, me compreso, né tantomeno uno strumento di compensazione ad una mancata elezione”. Una precisazione fatta apposta per rimarcare l’avversione alla candidatura di Bobbio, ex pm della Dda di Napoli ed ex senatore, eletto alle politiche del 2001 nel collegio di Castellammare di Stabia e primo dei non eletti nel 2006 a causa di una sfortunata collocazione nel listino bloccato. Ronghi traccia un sommario identikit delle figure e dei personaggi coi quali guidare il rilancio di An: “Il partito napoletano – scrive il consigliere regionale vicino alla nuova corrente di Francesco Storace – necessita di una politica di rinnovamento della classe dirigente, di un salto generazionale, che sia in grado di motivare quelle centinaia e centinaia di militanti che fanno politica quotidianamente, senza ambire ad alcuna carica elettiva: la classe dirigente napoletana non può continuare ad essere autoreferenziale ma deve trovare il coraggio di affidare la guida del partito sì a volti nuovi, ma che abbiano una profonda conoscenza dell’articolazione-partito e che siano da sprono ai tanti che si riconoscono nell’idea di un partito sociale e popolare, nel segno della tradizione che si rinnova e dei valori etici e della legalità”. A chi pensa il sanguigno politico e leader sindacalista? Mistero. A stretto giro di posta la replica di Nespoli: “Sul nome di Bobbio non ci sarà nessun passo indietro – dice l’onorevole – prendo atto dell’opinione di Ronghi, in un partito democratico tutte le opinioni sono legittime: a questo punto gli posso solo dire di portare una sua proposta al congresso, auspicando che sia coerente con quanto da lui affermato”. Il congresso intanto si avvicina, e il meccanismo ‘una testa un voto’ ha fatto lievitare il tesseramento a 14mila iscritti. Domani il leader nazionale di Destra Sociale Gianni Alemanno sarà a Napoli per un convegno e si vedrà coi suoi uomini: Marcello Taglialatela, Enzo Rivellini, Luciano Schifone, Luigi Rispoli. Nell’agenda dei colloqui c’è anche l’atteggiamento da tenere in vista del congresso provinciale. Nespoli, spalleggiato da Pina Castiello, Vincenzo Moretto e Giovanni Bellerè, tiene fermo il punto sul nome di Bobbio. Mentre sembra marginale, almeno per il momento, il ruolo di quelli di Destra Protagonista, la corrente di Maurizio Gasparri rappresenta a Napoli e provincia da due leader in momentaneo declino, Italo Bocchino e Luigi Muro. Ma il congresso provinciale potrebbe essere l’occasione per sancire numerosi riposizionamenti.

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