Mathias per l´omicidio di Positano attenzione puntata sull´amico

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ANTONELLA BARONE Continuano a ritmo serrato le indagini per scoprire chi abbia ucciso Mattias Romano, il ragazzo di 17 anni, trovato con il cranio fracassato sulla statale amalfitana nei pressi di Positano il 20 febbraio scorso e identificato a seguito dell’appello lanciato nel corso della trasmissione televisiva «Chi l’ha visto?». Ieri i carabinieri della Compagnia di Amalfi hanno voluto ascoltare la madre Debora Romano, ma soprattutto il marito della donna, che era andato a cercare il ragazzo dopo che era scappato dalla Quiete, dove il giorno prima era stato ricoverato e lo aveva trovato in compagnia di altri tre giovani a bordo di un’auto bianca una vecchia Peugeot o Renault dinanzi al Winner Garden. Nell’inchiesta affidata al sostituto procuratore Maria Carmela Polito non viene tralasciata nessuna pista, anche se sembra che gli inquirenti stiano battendo soprattutto alcune strade. Una è senza dubbio quella delle amicizie di Mattias, non solo i compagni di scuola, ma principalmente le recenti frequentazioni del ragazzo. Infatti, secondo quanto riferito anche dalla madre, nell’ultimo periodo, cioè da quando aveva smesso bruscamente di prendere i farmaci, era totalmente cambiato. A cosa era dovuto il repentino mutamento? Mattias, a cui era stata diagnosticata una sindrome bipolare, a gennaio aveva ripreso a uscire e nulla esclude che possa aver incontrato cattive compagnie ed esserne rimasto vittima. Potrebbe essere questa la chiave di lettura anche delle sue continue fughe, prima a Roma e pochi giorni dopo a Milano. Fuggiva da qualcuno? Ma l’attenzione degli inquirenti è anche concentrata sull’altro ragazzo, Emanuele Esposito, che sembra sia fuggito con Mattias dalla Quiete e potrebbe fornire qualche elemento utile alle indagini. Sarebbe ancora da chiarire l’orario effettivo in cui Esposito è rientrato alla struttura di Capezzano, sembrerebbe intorno alla mezzanotte e non qualche ora dopo.

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