MILANO – Il dato più sorprendente è questo: furono le Br a causare le stragi in Italia, piazza Fontana compresa. Secondo la maggioranza degli studenti che a Milano frequentano le medie superiori, la responsabilità delle stragi è da attribuire alle Brigate Rosse per il 43% degli intervistati, seguita dalla mafia (38%), e dagli Anarchici (25%).
Nello stesso tempo, però, cresce la percentuale di coloro che rispondono “non so” (26%). Sono questi i dati più rilevanti di una ricerca chiesta dalla Provincia di Milano all’Istituto Piepoli – 37/o anniversario della strage di piazza Fontana – dai curatori dell’indagine e dall’assessore alla Cultura, Daniela Benelli.
Realizzata attraverso interviste su un campione di 1.024 studenti rappresentativo della intera popolazione scolastica di Milano compresa tra i 17 e i 19 anni, l’indagine è stata messa a confronto con una ricerca analoga condotta sei anni fa, anch’ essa mirata a ‘misurare’ il ricordo che gli studenti avevano della strage di Piazza Fontana. Risultato: mano a mano che passa il tempo cresce la percentuale di coloro che dicono “no, mai sentito parlare della strage di piazza Fontana”. Sei anni fa questa percentuale era di poco superiore al 3%. Oggi siamo a più del 18%. Sei volte tanto. Mentre solo uno studente su dieci colloca la strage nel 1969. Sei anni fa era 1 su 3.
“Sono dati preoccupanti – ha sottolineato l’assessore Benelli – perché rivelano una oggettiva lacuna, una oggettiva carenza nella percezione dei ragazzi”. Tanto più se si pensa che l’indagine, nel chiedere ai ragazzi di dire a quale, tra più possibilità indicate, potesse essere ricondotta la responsabilità delle stragi in Italia, ha fornito queste percentuali: per il 22% furono ‘i fascisti’, per il 15% ‘i comunisti’, per il 13% ‘il gesto di un folle’, per l’ 11% ‘ignoti’, per il 9,9% ‘i servizi segreti’, per il 7% ‘l’eversione nerà, ma c’é anche chi indica ‘i democristiani’ (6%), ‘il Kgb’ (5%), ‘i socialisti’ (5%), ‘la Cia’ (4%).
“La memoria è parte integrante della coscienza collettiva di Paese – ha sottolineato Daniela Benelli – perché la costruzione del futuro dipende dalla capacità di elaborare il passato. Purtroppo la società odierna è improntata al culto esasperato dell’attualità. Tutti, scuola, istituzioni, famiglie, dobbiamo fare qualcosa”. Perché i giovani dimenticano. Ma, paradossalmente, nella loro memoria di studenti milanesi è rimasta più impressa la strage di Bologna che non quella di piazza Fontana (negli ultimi sei anni il ricordo di Piazza Fontana a Milano è calato di 15 punti, quello della stage di Bologna è rimasto identico).
La ricerca analizza anche la percezione del terrorismo da parte dei ragazzi. Seppur tra errori e inesattezze, è più corretta di quanto non sia la percezione dello stragismo in Italia. Un dato emerge su tutti: un pressoché unanime rifiuto della violenza, sia essa derivante da bombardamenti o da autobombe. |
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